27/08/2015: Apataki
Rangiroa, la bella invisibile. Bella certo, ma le sue numerose bellezze non erano per i nostri occhi. Non essendoci carte nautiche attendibili della laguna, non potevamo girarla, nelle sue cospicue dimensioni, in barca. Ci siamo allora prenotati per fare un giro organizzato con una barca, ma per due volte la gita e stata cancellata per il mare troppo agitato. Gli aruspici Enrico e Paolo, interpretando le previsioni meteo come sacerdoti dei riti di Eleusi, decretano che se restiamo a Rangiroa le cose peggiorano, ergo dobbiamo andarcene per non prolungare la prigionia. Alle 15 di ieri, martedì 26 agosto, salpiamo le ancore e varchiamo la pass di Tiputa. Le onde in faccia sono belle imponenti e la barca beccheggia molto forte. Delfini inviati dalla Pro Loco festeggiano la nostra uscita. Di botto siamo in mare aperto, con l'onda oceanica che ci si frange addosso. Un po' di paura per noi montanari ci sta, ma ci adeguiamo. Viene pian piano la sera. Dopo il tramonto una bella luce soffusa fra il verde e il rosa che gradualmente trascolora: ma non trascolora nel blu della notte, perché la luna, ormai a tre quarti, ci illumina la notte di un bel grigio\azzurro pallido. Tutto cio con onde alte 3 metri, che mi causano una nausea antipatica. Mangio due patate lesse preparate da Lucia e vado a letto con notevole fastidio. Poi pero' mi addormento subito e al risveglio direi proprio che la nausea mi sia passata. Paolo ed Enrico fanno i turni e mi alzo un paio di volte. Sara' stato intorno all'una di notte che vado fuori e vedo una luce di luna quasi rosata che in basso sull'orizzonte diviene un grigio\blu. La barca, che ha il fondo abbastanza piatto, sbatte violentemente ogni tanto sul mare con gran fragore, che preoccupa noi terricoli. Anche perché andiamo parecchio di bolina e il bordo laterale, la falchetta, si immerge nell' acqua. Piove a dirotto quando costeggiamo l'isola prima della nostra meta, che e' Apataki. Cielo grigio e acqua dappertutto, sopra e sotto di noi. Il nostro arrivo davanti ad Apataki , dove entriamo dalla Pass Tehere, a Nord, non e' esaltante. Pian piano pero, dopo l'ancoraggio su un fondo che pare sabbioso e sicuro, ci sentiamo più a nostro agio.
Andiamo a farci un bagno per toglierci di dosso la stanchezza della notte, specie Enrico e Paolo, che han fatto i turni di guardia
Salvatore
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Rangiroa: Delfini saltano nella pass di Tiputa |
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