Alle 7,30 dopo una notte in cui il vento, invece che a Rodriguez, voleva
mandarci al polo sud, Argentina entra nello stretto reef che conduce a
Port Mathurin. Le carte, questa volta precise, e le paline rosse e
verdi ben piantate ai bordi dei coralli ci indicano la strada.
L'isola ci era apparsa,illuminata da una splendida luna piena e con le
sue lucine della costa est, quando alle quattro di mattina Stefano mi ha
dato il cambio. Insieme abbiamo pensato (ma senza parlarne) che anche
questa era fatta; mancheranno ancora 450 miglia per arrivare a Reunion e
poi il pezzo piu' duro fino a Durban, ma la parte centrale dell'oceano
Indiano ormai era alle nostre spalle.
Ormeggiamo all'inglese sul molo occupato da un solo rimorchiatore.
Potremo restare qui fino all'arrivo settimanale della nave ma altre tre
barche sono all'ancora appena fuori, segno che forse il molo non e' la
condizione migliore.
Alle 9 comincia la trafila della burocrazia; anzi che oggi e' domenica e
i funzionari ci sono lo stesso; pagheremo solo un po' di piu' per il
sevizio.
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una spiaggia di Rodriguez |
Si alternano i vari impiegati bianchi e neri segno che qui il melting
pot raziale e' ancora aumentato. Dopo un paio d'ore tutto e' sistemato
e siamo liberi di scendere a terra.
La capitale, una piccola cittadina costruita su un reticolo a maglia
quadrata, ci appare nella sua veste domenicale tranquilla e
sonnacchiosa: poca gente in giro, negozi quasi tutti chiusi meno quelli
dei cinesi (naturalmente) e un piccolo mercatino con artigianato e
spuntini vari. Ne assaggiamo parecchi, tutti buoni e saporiti: sara' il
nostro pranzo ma non per Stefano che, un po' ligio alla tradizione un
po' preoccupato dagli strani intingoli si rifugia in barca a “fasse du
spaghi”.
La sera la passeggiata nella scacchiera di case basse con giardinetto,
negozietti e moschea ci porta all'unico ristorante aperto. Solo io e
Maurizio ci avventuriamo verso piatti locali; un misto di sapori
creoli,indiani,cinesi che ci conferma la scelta giusta. Gli altri si
ancoreranno alla sicurezza della bistecca e patate fritte.
Domani andremo in giro alla scoperta di un'isola che la lonely planet
definisce
come la Mauritius di 50 anni fa dove ancora non era arrivato il turismo
di massa con tutte le sue distorsioni. Speriamo sia vero.
Paolo
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