30 settembre 2016
LOMALOMA isola di VANUA
BALAVU
UN MATRIMONIO FIJIANO
Il 28 partiti da Qamea abbiamo veleggiato verso Vanua
Balavu l'isola piu' a nord del gruppo delle Lau. Questo arcipelago e' cosi' numeroso e
disperso su 200 miglia che alcune isole sono state acquistate da personaggi
famosi come Mel Gibson che nel 2005 ha sborsato 15 miloni di dollari americani
per comprare l'isola di Mago. La
costeggiamo per entrare dalla pass sud di Vanua Balavu pensando a quante volte
Mel sara'
andato su questo cerchio di quattro chilometri e quanto
gli sara'
costato ogni volta prendere l'ombra sotto le palme; ma si
sa i ricchi sono ricchi e non fanno mai i conti (o almeno cosi' dicono).
Al tramonto entriamo nel Tonga Passage ( perche' e'
rivolto verso le Tonga, un po' come Porta Romana a Milano rivolta verso Roma) e
con l'aiuto delle due differenti cartografie,questa volta esatte, ormeggiamo
appena a nord del villaggio di Susui.
Il giorno dopo 29 ci spostiamo di fronte a Lomaloma, il
paese piu'
importante di Vanua Balavu che a sua volta e' un
arcipelago di 13 isole contornato da un grande reef.
Scendiamo a terra e la prima cosa che ci colpisce e' il
gran numero di casette crollate o piegate dall'ultimo uragano di febbraio.
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La scuola senza tetto |
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Quello che resta di una casa solo il gabinetto |
Anche la scuola e' stata scoperchiata e gli
alunni della media stanno facendo un compito in classe sotto un tendone donato
dall'UNICEF. Nonostante la precarieta'
del luogo sono tutti concentrati sul compito.
L'imponente professoressa gira tra i banchi controllando che nessuno
copi; poi viene a salutarci e a raccontarci delle difficolta' dell'insegnamento
in questa situazione.
Girovaghiamo e scambiamo due parole con un signore che
sembra essere il capo villaggio.
Sono tutti generalmente gentili e
contenti di sapere il tuo nome, da dove vieni e da quanto tempo sei alle
Fiji. Dopo la solita ritualita' ci
avvisa che il giorno dopo ci sara' un matrimonio e che saremo “welcome”.
Ringraziamo e chiediamo l'ora ma a questo punto la
risposta e' “Fiji time in the morning” che tradotto vuol dire nella mattinata
senza un'ora precisa, tanto cosa c'e' da fare?
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I rifornimenti (gasolio) arrivati con la nave |
30 settembre
Wedding day
Scendiamo a terra vestiti decentemente,io addirittura con
i calzoni lunghi come consiglia il ruolo del capitano, Dolores in bianco
traforato con la sua borsetta e il regalo per gli sposi: ha rinunciato ad una
pashmina e Michele ad una sua T shert italian stile.
Ci avviamo verso la casa dove gia' gli ospiti sono
arrivati. Le donne coi bambini sedute in
terra sotto un gazebo, gli uomini seduti anch'essi
a terra dentro una casa.
Stefano si affaccia per salutare e viene
subito invitato.
Un po' esitante mi chiama per accompagnarlo.
Entriamo e siamo accolti dal capo villaggio che,
contornato dagli altri uomini, sta sorseggiando la Kava.
Ahi, ahi,ahi!
Questa volta non me la scampo,penso tra me e me.
Infatti,appena seduti a terra, ci viene offerta, in una
mezza noce di cocco dove hanno bevuto
tutti, la bevanda tradizionale dal colore fangoso.
Non possiamo rifiutare e trangugiamo tutto perche' cosi'
vuole l'usanza.
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Il rito della Kava |
La kava dovrebbe avere un effetto allucinogeno; Stefano mi dice che avverte un fastidio alla
glottide, io invece non sento niente probabilmente perche' vista la quantita'
di gente hanno allungato molto la brodaglia.
Dopo aver risposto alle consuete domande chiediamo di
poter andare a salutare gli sposi. Il capo villaggio ci mostra dove.
Sulla porta di casa ecco i due sposini (o meglio sposoni)
ricevere i saluti. Anche noi in fila
aspettiamo il nostro turno e gli offriamo il nostro regalo.
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Gli sposini |
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Il variopinto corteo |
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Il fatidico SI |
Lei, una ragazzona gioviale incartata nel vestito
tradizionale fatto di stuoie che aumentano ancor di piu' il suo diametro,
sorride e ringrazia.
Lui, in camicia
cravatta e gonna di stuoia, sembra un pezzo di legno capitato li per caso e
senza nessun entusiasmo per quello che dovrebbe essere il giorno piu' bello
(!?) della sua vita.
E' ora di andare nella chiesa metodista: il variopinto
corteo si avvia sotto un sole splendente che ravviva ancor piu' i vestiti delle
donne.
Il pastore indossa camicia,cravatta, giacca scura con lo
stemma della chiesa metodista: una piroga a vela con la colomba della pace e la
scritta “BEST OFF ALL GOD IS WITH US”; il tutto sopra la gonna, segno
distintivo tra le persone importanti e gli altri coi calzoni.
Inizia la cerimonia e mi pare di capire che l'officiante
ricorda agli sposi gli obblighi reciproci di assistenza facendoci sopra qualche
battutina che suscita il sorriso generale, poi ,come da noi, il fatidico “si”
forte e chiaro di lei e appena sussurrato di lui, lo scambio degli anelli e la
firma dei testimoni.
Seguono le raccomandazioni dei genitori maschi mentre le
madri asciugano le lacrime coi fazzolettoni colorati.
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Il saluto degli amici |
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I regali con la ciotola della Kava |
Chiude un altro prete in clergyman e immancabile
gonna. Rispetto al
primo e' molto piu' formale e retorico. Continuamente pronuncia la
parola “RARAQA” e alza l'indice verso il cielo, probabilmente
si riferisce in fijiano a “GOD”.
Tra i canti delle donne, gli sposi escono e (senza lanci
di riso che qui
e' prezioso) si schierano per salutare tutti. Anche noi auguriamo
“best wishes” e ci congediamo. Tutti si avviano verso il banchetto ma
non essendo stati invitati rinunciamo a malincuore al
maiale che girava sullo spiedo,al quarto di bue scaricato il giorno prima dalla
nave ed alla quantita' di pesci appena pescati.
L'ultima occhiata e' ai regali ammassati da una parte:
coperte, stuoie, l'immancabile ciotolone per preparare la Kava e un intera
camera da letto.
Paolo
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