9 settembre 2018
PONZA. lat 40 53 nord; long 12 57 est
Un forte libeccio ,
girato poi a maestrale, ci ha portato da Cagliari all’isola più bella del
mondo: Ponza e il suo arcipelago.
Mi è sembrato doveroso
chiudere qui il giro del mondo perché questa è stata la meta della mia prima
navigazione con Enzo più di 50 anni fa. Inoltre passare qui è un omaggio alla
bellezza, alla storia, all’armonia tra l’opera dell’uomo e quella della natura.
Anche Folco Quilici,
che di mari tropicali ne aveva visti più di me, la definiva come la più bella
del mondo.
Lo scoglio Suvace a Palmarola |
Ed in effetti in un
arco di poche miglia, c’è una tale varietà di insenature, rocce, faraglioni,
colori e paesi da non temere il confronto con le isole più blasonate.
Già allora rimasi
colpito dalla densità di bellezza di Ponza e Palmarola.
Oggi l’atmosfera di
quel tempo è totalmente cambiata. Anche in settembre decine di barche affollano
tutte le rade e moto d’acqua sfrecciano tra i bagnanti rischiando di accopparli…
ma, come tutte le cose belle che richiamano frotte di turisti, occorre viverla
con intelligenza.
Ovviamente scegliere
i momenti meno frequentati e comunque fare un’operazione sensoriale di
astrazione-sottrazione: guardare le magnifiche rocce vulcaniche di Ponza
cancellando visivamente ed acusticamente la quantità di barche.
Le magnifiche rocce vulcaniche di Ponza |
La stessa operazione
che occorre fare quando si entra in San Luigi dei Francesi per ammirare i tre
famosissimi quadri di Caravaggio sulla conversione, vita e martirio di San Matteo.
Di fronte alla Cappella Contarelli staziona quasi sempre un muro di umanità.
Staccare l’audio e tagliare visivamente la parte bassa brulicante è l’unico
modo per godere di questi capolavori.
![]() |
Cappella Contarelli con i quadri di Caravaggio |
Poi esistono tante
isole come tanti pittori meno famosi dove poter ammirare la bellezza senza
ricorrere a questi artifizi perché (….per fortuna!?) la grande massa va solo
alla ricerca delle cose super pubblicizzate davanti alle quali farsi un selfie.
Quello che vale è quello che si fissa nella mente; i mega del selfie si
distruggono in un attimo con un touch, i ricordi e le sensazioni non si
cancellano mai.
Questo
è stato un po’ lo spirito che mi ha animato in questo grande viaggio
soprattutto alla ricerca di posti meno noti dove il piacere di scoprire che
esistono ancora siti bellissimi, solitari e silenziosi, è pari a quello di
ammirare il luogo stesso. (sulle motivazioni che mi hanno spinto ad
intraprendere questo giro vi rimando al diario del 22 maggio)
Sono venuto qui
perchè è un po’ come ritornare alle origini ora che si conclude un’avventura
densa di esperienze, ricordi, amicizie.
Quattro anni di
navigazione più uno di lavoro preparatorio sulla barca mi hanno lasciato un
segno indelebile che ripercorrerò volentieri quando la somma degli anni si farà
pesante. E forse lo ricorderò anche con gli amici che mi hanno accompagnato; si
perché Argentina, oltre a portarmi in giro per il mondo,mi ha fatto un altro
grande regalo: far nascere o rinsaldare rapporti di amicizia sinceri e
duraturi. Alcune persone sono venute solo per il piccolo cabotaggio fra le
isole dei mari del sud, altre mi hanno accompagnato/aiutato nelle grandi
traversate oceaniche e si sa che quando c'è un obiettivo condiviso non c'è
miglior legame per un'amicizia. Insomma tanti che sommati agli altri che hanno
frequentato la barca nei 15 anni precedenti formano una comunità che con un po’
d’ironia ed un facile gioco di parole si definiscono “Argentinauti”. E
sicuramente il loro vello d’oro è l’affetto, la complicità e la stima
reciproca.
Probabilmente domani
Argentina navigherà le sue ultime 60 miglia per entrare nel Tevere ed
ormeggiarsi esattamente da dove era partita nel 2014.
Chiudo qui questo
filo che mi ha legato a tutti quelli che mi hanno seguito in questi anni.
Grazie a voi, a Renato
che ha curato la pubblicazione, a tutti gli amici imbarcati su Argentina… e a
Rita che ha accettato questa mia scelta e ne ha condiviso una parte.
Arrivederci alla
prossima ultima festa di Argentina.
Paolo
La chiesa sopra il porto |