Inizio facendo gli auguri a me e a tutti i miei amici con questo nome.
Nel giorno del santo pescatore e del santo viaggiatore eccomi qui a
festeggiare (purtroppo senza la mia signora) in mezzo al Pacifico
veleggiando con 25-30 nodi di vento. Non sara' una gran festa, come
quella del compleanno passato a cena in un buon ristorante di Tahaa con
Rita,Bruna ,Adolfo e Sandro. Ma la cena sara' comunque di qualita'
avendo ieri pescato un tonno pinna gialla sui 5 kg che gia' a sera
abbiamo assaggiato crudo con il limone:ottimo.
Domattina dovremmo arrivare a Palmerston, un atollo sperduto nell'oceano
che fino al 1862 era disabitato. Poi un inglese, William Marsters,
decise di colonizzarlo. Compro' un bel po di piantine di palme da cocco
e prese (forse le sposo')tre donne polinesiane. Con armi e bagagli si
fece portar sull'atollo e inizio' la sua opera di pioniere. Di giorno
seminava le piante, di notte le signore. Risultato: ad oggi ci sono
vari motu coperti dalle palme e gli abitanti da quattro (1+3) sono
diventati una sessantina tutti, ovviamente, con il cognome Marsters.
Comunque il nostro, per evitare litigi fra le tre famiglie, ha
provveduto, ancora in vita , a dividere la terra fra le tre
discendenze. E pare che la cosa abbia funzionato.
Domani ci fermeremo un paio di giorni e magari vi raccontero' qualche
altra curiosita' su questo posto sperduto (sempre se troviamo le boe
descritte dal portolano,indispensabili per ormeggiare dato che non
possiamo entrare nella passe troppo bassa e che non e' possibile mettere
l'ancora visto che le pareti dell'atollo precipitano quasi
verticalmente).
Paolo
p.s. fino a quando non troveremo un wifi niente foto.
... il grande e forte aliseo, pieno di impeto e gioia, salubre e vitale: un'eterna e costante boccata d'aria. "H.Martinson"
Cari amici ecco il nuovo blog che vi racconterà il viaggio intorno al mondo di Argentina con Paolo ed Enrico.
Ringrazio Edoardo Scotto che lo ha realizzato e lo aggiornerà con il diario di bordo insieme a Renato. Saremo così in contatto con tutti coloro che vorranno seguirci nella nostra avventura. Come probabilmente saprete, dopo la prima traversata atlantica con Enzo, Argentina ha dovuto aspettare qualche anno gravato da problematiche varie,dubbi e incertezze prima di poter riprendere il largo.Nel frattempo su Argentina sono state apportate tante migliorie la cui realizzazione mi ha comportato un anno di intenso e faticoso lavoro. Eccoci quindi pronti a" respirare il vento degli Alisei",come dice la frase di H.Martinson, ma partendo da una convinzione intima di ricerca di se stessi. Frase sicuramente abusata da chi è sempre in cerca d'avventura in qualsiasi campo sia esso mare,montagna o quant'altro. E' per questo motivo che invece di aprire il blog con una foto "gagliarda e potente" apriamo con una foto raccolta e meditativa: la foto di Argentina all'ancora in una baia di una piccola isola greca " Kyra Panagia" dove è situato il Monastero ortodosso omonimo abitato da un monaco solitario. L'anno scorso quando abbiamo visitato il monastero mi sono fermato in un punto panoramico e dall'alto ho visto Argentina, sola, racchiusa in questa magnifica insenatura ed ho provato una sensazione intima, di raccoglimento, probabilmente esaltata anche dal luogo. Credo che questo spirito,questa sensazione mi accompagnerà durante la nuova lunga avventura.
Buon viaggio e buon vento a tutti gli amici che navigheranno con noi e buona lettura a tutti quelli che ci seguiranno da lontano e che incontreremo ogni anno al nostro "Argentina Party".
Ciao a tutti.
Paolo.
giovedì 30 giugno 2016
25 giugno 2016 Raiatea Uturoa BUROCRAZIA, APPARIZIONI E RIPARAZIONI
25 giugno 2016 Raiatea Uturoa.
Passano due giorni prima che la capitaneria di Tahiti
risponda accordando il permesso di uscita.
E' la mail che ho spedito con tutti i dati della barca e con in fondo un
timbro del gran Commodoro. Mi illumino
d'immenso e trionfante, anche se sotto la pioggia,mi avvio alla Gendarmerie col
mio tablet. Naturalmente oggi e' di turno un gendarme diverso da quello di ieri
e quindi si ricomincia da capo; quando poi arrivo a mostrare il tablet con la
mail lui esclama d'accord mais ce necessarie le copie papier. O santa Madonna ,penso tra me e me, dove e
come faccio a stampare dal tablet. Poi
mi viene in mente di chiedergli se puo' andare bene inoltrargli la mail del
Commodoro. Lui storce il naso ma poi
grufola peut etre ,un istant e telefona al suo superiore. OK si puo' fare.
Lasio i passaporti e un altro modulo cartaceo e
nonostante il diluvio vado subito alla posta dove, nel fangoso piazzale di
ieri, riprendo il segnale wifi.
Accendo il tablet, reggendo con l'altra l'ombrello: mi
servirebbe un'altra mano per digitare. Allora mi ficco l'ombrello nei calzoni
(davanti,non dietro come nelle vignette di Altan) e con le due mani lavoro sul
tablet finche' una ventata piu' forte delle altre non mi sposta l'ombrello.
Istintivamente afferro il manico ma mi cade il tablet nel fango. Porco c...!
esclamo furioso ma quando mi rialzo dopo
aver raccolto il tablet, con gli occhi al cielo, noto uno squarcio di sereno.
Un raggio di sole ne approfitta per illuminare il
piazzale e improvvisamente mi appare in tutta la sua giunonica bellezza Santa
Polinesia. Da pessimo cattolico (quale
sono) mi viene in mente la canzone che al vespro intonava bella tu sei qual
sole, bianca piu' della luna, ma le stelle le piu' belle non son belle al par
di te. Veramente Santa Polinesia non e'
bianca ma bella abbronzata: i suoi vestiti hanno i colori delle lagune e le sue
dolci mani mi accolgono e mi invitano ad avere pazienza. Rasserenato da questa apparizione, dopo aver
girato la mail alla gendarmeria di Raiatea torno in caserma. Voila', esordisco
mostrando il tablet, ma lui ,pur non avendo ricevuto ancora niente perche'
hanno l'ordinateur scassato, senza controllare niente mi resttituisce i
passaporti e il modulo firmato e timbrato.
Il timbro aprira' le porte per uscire: quattro giorni per averlo. Grazie
Santa Polinesia!
Il giorno prima era venuto a bordo un tecnico elettronico
che si era offerto di riparare l'autopilota rotto. Non era quello interpellato
da Vairea ma uno subito disponibile. Avevamo accettato e ieri avevo messo
sottosopra la barca per consentirgli di controllare i collegamenti.
Oggi invece alterna momenti di entusiasmo a momenti di
assoluto pessimismo. Insomma, appena tornato felice dalla gendarmeria mi devo
scontrare con la dura relta' delle riparazioni. Tutto rimandato a domani quando
il tecnico riportera' la centralina che terra' in prova tutta la notte.
Per consolarci e festeggiare il permesso di uscita ce ne
andiamo a cena al Tom Tom dove oltre a mangiar bene c'e'(come si intuisce dal
nome) un ottimo segnale wifi.
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Il tavolo da carteggio durante i lavori |
26 giugno 2016 Raiatea
ADDIO POLINESIA
La mattina ci svegliamo con una brutta sorpresa: la bici
che Enrico aveva legata al palo e' praticamente nuda, manca la sella,le ruote e
la pompa. I polinesiani sono simpatici e allegri ma credo che il vizietto di utilizzare
le cose altrui non lo abbiano perso. Non
che da noi sia meglio,ma qui fin dai tempi del Capitan Cook, si prendevanoin
prestito addirittura le scialuppe di salvataggio della nave inglese. Alle
rimostranze di Cook rispondevano che lui aveva ragione, ma poi continuavano
tranquillamente a prendere in prestito.
Mentre Enrico riesce a trovare (o meglio comprare) in un
negozio tutto il materiale ,io e Gianni attendiamo pazienti il responso del
tecnico che nel frattempo e' tornato fiducioso con la centralina. La monta,ma non va. La rismonta,la riprova,la
rigira,la manipola, la modifica ma niente non vuol funzionare. A questo punto Richard decreta che non c'e'
niente da fare: bisogna cambiare tutto. Ovviamente qui non si puo'
fare. Partiremo con un solo autopilota. Santa Polinesia
,questa volta non ci ha aiutato.
A mezzogiorno,con il morale non proprio alle stelle e
sotto un cielo carico di pioggia molliamo definitivamente gli ormeggi. Dopo piu' di un anno in Polinesia ci avviamo
verso ovest. Uciamo dalla passe e
facciamo rotta verso Suwarrow, un piccolo atollo delle isole Cook con due soli
abitanti: i guardiani del parco nazionale. Prima di loro l'isola era stata abitata per
anni da Tom Mill , un neozelandese che da eremita aveva trovato la pace dei sensi
e scritto pure un libro (d'altronde che altro poteva fare?).
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La dinette di Argentina durante i lavori |
27 giugno 2016
IN NAVIGAZIONE lat
16 25 S long 155 38 W
Ieri il vento ha soffiato forte e durante la notte
abbiamo preso due mani di terzaroli (ridotto la superficie della randa) con il
mare bello formato La mattina ,visto che il vento non molla (fino a 35 nodi in
barba alle previsioni di Meteo France e Weather on line che davano
concordemente 20
nodi) decidiamo di cambiare destinazione. Suwarrow,con questo vento, sarebbe
impraticabile e anche dentro la laguna si ballerebbe troppo.
Decidiamo di andare direttamente a Niue, forse fermandoci a Palmerstron un
altro curioso atollo sulla strada. La barca, con la velatura ridotta,viaggia
sicura in mezzo alle onde arrivando anche a velocita' di
18 nodi sulla terra e 20 sull'acqua.
La sera,memore delle leezioni di Rita, mi esibisco in una
frittata. Vi assicuro che non e' facile
girare una frittata di 6 uova mentre la barca rolla e beccheggia. Comunque
armato di uno straccio per proteggere il braccio da eventuali scottature, la
rigiro almeno tre volte e il risultato e' piu' che soddisfacente.
Paolo
lunedì 27 giugno 2016
Raiatea 24 giugno 2016 TORNARE INDIETRO
21 giugno. Da
Maupiti a Raiatea
Rita e Sandro il 19 hanno preso l'aereo da Maupiti per
tornare a Tahiti e poi a Roma lasciandosi dietro un vuoto per me
difficile. Con lo stesso aereo con cui
sono partiti e' arrivato Enrico che restera' fino a meta' agosto: e cosi' siamo
diventati con Gianni ed Enrico i
famosi(!!!???) tre uomini in barca.
Dopo due giorni di vento da nord la laguna di Maupiti si
e' un po svuotata e quindi la corrente nella passe diminuisce; e' il momento
buono per uscire. Il tempo e' brutto ma
il vento favorevole; apriamo le
vele e torniamo a Raiatea. Un guasto all'autopilota e sopratutto
l'impossibilita' di fare la frontiera(dichiarazione di
uscita dalla
Polinesia) a Maupiti ci costringono a tornare indietro
dove quest'anno era cominciata la crociera.
Una bella veleggiata al lasco con vento fino a 30 nodi e diversi
acquazzoni ci porta a destinazione ancora una volta alla boa davanti al
cantiere Raitea Carenage.
22 giugno. Raiatea
La mattina scendiamo a terra e l'innefabile segretaria
Vairea, con il suo ironico sorriso, ci risponde che “ce pas possible parce que
le technique ce a Tahiti”. Le faccio un
po di moina e alla fine si convince a telefonargli per chiedergli un
appuntamento: concordiamo per sabato mattina. Sulle prime ci viene un senso di
fastidio:dover aspettare 5 giorni per una riparazione che non sappiamo neppure
se si
potra' eseguire ci sembra troppo. Poi una riflessione sulla logica dei
tempi polinesiani ci fa abbassare le penne. In piu' l'indispensabile burocrazia della
frontiera-dogana in uscita dalla Polinesia aggiungono un po di camomilla alle
nostre intemperanze. Per distrarci, la
sera andiamo a cena da Mimosa :il solito ristorantino vicino al cantiere.
Mimosa e' il nome della padrona, una una polinesiana che
al contrario del nome leggiadro e' un donnone XXXXL che a mala pena e'
contenuta dalla sedia instabile. Ma il suo sorriso prorompente e la buona
cucina contribuiscono ad annullare i malumori.
Gli altri tavoli poi sono occupati in modo vario: c'e' il solito
francese sfigato che da mesi lavora sulla sua barca in cantiere, ci sono tante
famiglie chiassose e infine un attempato polinesiano, anche lui XXXXL, che dopo
aver cenato da solo si trasferisce al tavolo dei suoi amici, appena arrivati, e
ricomincia da capo. E poi ti chiedi perche' sono quasi tutti cosi'
grassi!!
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La laguna di Raiatea,sullo sfondo Bora Bora |
![]() |
Panorama da Raiatea verso Tahaa |
23 giugno. Raiatea
Mentre Enrico con la sua splendida bicicletta parte per
un giro dell'isola, Gianni ed io prendiamo un passaggio per il paese distante 5
km. Ci tirano su una coppia di francesi
che lavorano per 3 anni qui.
Lei e' una specie di direttore didattico che sta
controllando gli stage di alcuni studenti che fanno pratica di lavori tecnici.
E' appena passata al nostro cantiere dove ha verificato che Pierre,un
ragazzotto bretone simpatico ma non certo un Leonardo da Vinci, stia facendo
con
profitto(??) il suo praticantato (o stage che suonerebbe
meglio).
I francesi ci lasciano davanti alla Gendarmerie: la
rappresentanza del potere della nostra sorella Francia. Ma questa volta, udite udite, la burocrazia (
che ai Caraibi scorreva come l'olio) qui ci complica la vita. Il pluritatuato gendarme ci spiega che
dobbiamo inviare una mail a Tahiti con un sacco di dati della barca e
dell'equipaggio,aspettare la risposta e poi recarci di nuovo da lui, mostrare
la risposta, compilare un modulo cartaceo su cui lui mettera' un timbro e solo
a quel punto potremo uscire dalla Polinesia per veleggiare verso altre
isole-nazioni.
Secondo momento di
sconforto, secondo ricorso alla filosofia polinesiana.
Ci armiamo di santa pazienza e di tablet; iniziamo a
scrivere la mail.
Dati su dati alla fine la mail e' pronta. Per spedire
andiamo alla posta dove c'e' il segnale internet: peccato che dentro al comodo
ufficio con aria condizionata a palla non funziona, bisogna mettersi in un
punto preciso di uno squallido parcheggio invaso da pozze d'acqua del consueto
temporale.
Alla fine spediamo.
Dopo qualche ora torna la risposta: dobbiamo compilare un altro modulo
ancora piu complicato sopratutto perche',non essendo dei geni del tablet,
abbiamo grosse difficolta' a fare copia- incolla e varie altre amenita'.
Alla fine il modulo e' pronto, andiamo da Vairea e con
l'hifi del cantiere spediamo il tutto.e inizia la nostra speranza di risposta.
A questo punto, avendo l'appuntamento con le tecnicien ad
Uturoa (il paese piu' importante di Raiatea) con la barca ci spostiamo e
ormeggiamo fortunatamente al lungo e spazioso molo del benzinaio dove possiamo
restare senza problemi.
In attesa della risposta dalla capitaneria di Tahiti per
l'espatrio, Enrico riprende la bici per cercare un diving per le immersioni e
noi saliamo in cima al monte sopra il paese per vedere la laguna di Raiatea e
Taha. Il tempo e' brutto ed i colori
della laguna sono sbiaditi.
Pensiamo alla laguna di Maupiti vista dall'alto:tutta un
altra storia.
Paolo
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