25 giugno 2016 Raiatea Uturoa.
Passano due giorni prima che la capitaneria di Tahiti
risponda accordando il permesso di uscita.
E' la mail che ho spedito con tutti i dati della barca e con in fondo un
timbro del gran Commodoro. Mi illumino
d'immenso e trionfante, anche se sotto la pioggia,mi avvio alla Gendarmerie col
mio tablet. Naturalmente oggi e' di turno un gendarme diverso da quello di ieri
e quindi si ricomincia da capo; quando poi arrivo a mostrare il tablet con la
mail lui esclama d'accord mais ce necessarie le copie papier. O santa Madonna ,penso tra me e me, dove e
come faccio a stampare dal tablet. Poi
mi viene in mente di chiedergli se puo' andare bene inoltrargli la mail del
Commodoro. Lui storce il naso ma poi
grufola peut etre ,un istant e telefona al suo superiore. OK si puo' fare.
Lasio i passaporti e un altro modulo cartaceo e
nonostante il diluvio vado subito alla posta dove, nel fangoso piazzale di
ieri, riprendo il segnale wifi.
Accendo il tablet, reggendo con l'altra l'ombrello: mi
servirebbe un'altra mano per digitare. Allora mi ficco l'ombrello nei calzoni
(davanti,non dietro come nelle vignette di Altan) e con le due mani lavoro sul
tablet finche' una ventata piu' forte delle altre non mi sposta l'ombrello.
Istintivamente afferro il manico ma mi cade il tablet nel fango. Porco c...!
esclamo furioso ma quando mi rialzo dopo
aver raccolto il tablet, con gli occhi al cielo, noto uno squarcio di sereno.
Un raggio di sole ne approfitta per illuminare il
piazzale e improvvisamente mi appare in tutta la sua giunonica bellezza Santa
Polinesia. Da pessimo cattolico (quale
sono) mi viene in mente la canzone che al vespro intonava bella tu sei qual
sole, bianca piu' della luna, ma le stelle le piu' belle non son belle al par
di te. Veramente Santa Polinesia non e'
bianca ma bella abbronzata: i suoi vestiti hanno i colori delle lagune e le sue
dolci mani mi accolgono e mi invitano ad avere pazienza. Rasserenato da questa apparizione, dopo aver
girato la mail alla gendarmeria di Raiatea torno in caserma. Voila', esordisco
mostrando il tablet, ma lui ,pur non avendo ricevuto ancora niente perche'
hanno l'ordinateur scassato, senza controllare niente mi resttituisce i
passaporti e il modulo firmato e timbrato.
Il timbro aprira' le porte per uscire: quattro giorni per averlo. Grazie
Santa Polinesia!
Il giorno prima era venuto a bordo un tecnico elettronico
che si era offerto di riparare l'autopilota rotto. Non era quello interpellato
da Vairea ma uno subito disponibile. Avevamo accettato e ieri avevo messo
sottosopra la barca per consentirgli di controllare i collegamenti.
Oggi invece alterna momenti di entusiasmo a momenti di
assoluto pessimismo. Insomma, appena tornato felice dalla gendarmeria mi devo
scontrare con la dura relta' delle riparazioni. Tutto rimandato a domani quando
il tecnico riportera' la centralina che terra' in prova tutta la notte.
Per consolarci e festeggiare il permesso di uscita ce ne
andiamo a cena al Tom Tom dove oltre a mangiar bene c'e'(come si intuisce dal
nome) un ottimo segnale wifi.
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Il tavolo da carteggio durante i lavori |
26 giugno 2016 Raiatea
ADDIO POLINESIA
La mattina ci svegliamo con una brutta sorpresa: la bici
che Enrico aveva legata al palo e' praticamente nuda, manca la sella,le ruote e
la pompa. I polinesiani sono simpatici e allegri ma credo che il vizietto di utilizzare
le cose altrui non lo abbiano perso. Non
che da noi sia meglio,ma qui fin dai tempi del Capitan Cook, si prendevanoin
prestito addirittura le scialuppe di salvataggio della nave inglese. Alle
rimostranze di Cook rispondevano che lui aveva ragione, ma poi continuavano
tranquillamente a prendere in prestito.
Mentre Enrico riesce a trovare (o meglio comprare) in un
negozio tutto il materiale ,io e Gianni attendiamo pazienti il responso del
tecnico che nel frattempo e' tornato fiducioso con la centralina. La monta,ma non va. La rismonta,la riprova,la
rigira,la manipola, la modifica ma niente non vuol funzionare. A questo punto Richard decreta che non c'e'
niente da fare: bisogna cambiare tutto. Ovviamente qui non si puo'
fare. Partiremo con un solo autopilota. Santa Polinesia
,questa volta non ci ha aiutato.
A mezzogiorno,con il morale non proprio alle stelle e
sotto un cielo carico di pioggia molliamo definitivamente gli ormeggi. Dopo piu' di un anno in Polinesia ci avviamo
verso ovest. Uciamo dalla passe e
facciamo rotta verso Suwarrow, un piccolo atollo delle isole Cook con due soli
abitanti: i guardiani del parco nazionale. Prima di loro l'isola era stata abitata per
anni da Tom Mill , un neozelandese che da eremita aveva trovato la pace dei sensi
e scritto pure un libro (d'altronde che altro poteva fare?).
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La dinette di Argentina durante i lavori |
27 giugno 2016
IN NAVIGAZIONE lat
16 25 S long 155 38 W
Ieri il vento ha soffiato forte e durante la notte
abbiamo preso due mani di terzaroli (ridotto la superficie della randa) con il
mare bello formato La mattina ,visto che il vento non molla (fino a 35 nodi in
barba alle previsioni di Meteo France e Weather on line che davano
concordemente 20
nodi) decidiamo di cambiare destinazione. Suwarrow,con questo vento, sarebbe
impraticabile e anche dentro la laguna si ballerebbe troppo.
Decidiamo di andare direttamente a Niue, forse fermandoci a Palmerstron un
altro curioso atollo sulla strada. La barca, con la velatura ridotta,viaggia
sicura in mezzo alle onde arrivando anche a velocita' di
18 nodi sulla terra e 20 sull'acqua.
La sera,memore delle leezioni di Rita, mi esibisco in una
frittata. Vi assicuro che non e' facile
girare una frittata di 6 uova mentre la barca rolla e beccheggia. Comunque
armato di uno straccio per proteggere il braccio da eventuali scottature, la
rigiro almeno tre volte e il risultato e' piu' che soddisfacente.
Paolo
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