Dopo la passe in cui abbiamo avvistato la balena entriamo in laguna e ci
ormeggiamo di fronte a Kia ,una bella isola montuosa con un villaggio
adagiato sulla spiaggia. Scendiamo a cercare qualcosa da mangiare o la
possibilita' addirittura di cenar fuori. Riusciamo ad ottenere il pane
per domani e ,grazie a Fulvio e nonostante il mio scetticismo, troviamo,
ovviamente non un ristorante, ma chi ci puo' cucinare a casa sua. Ma le
signore, preoccupate per l'igene, preferiscono comprare una cernia
appena pescata che si rivelera' ottima.
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Una famiglia di Kia |
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Un murales spiega ai bambini il ciclo dell'acqua |
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Sulla spiaggia di Kia |
La mattina dopo torniamo a terra per prendere il pane caldo appena
sfornato e ne approfittiamo per un giretto. La chiesa metodista, la
scuola e le poche case circondano un verde campo sportivo contornato
anche da murales con dipinti i piani di evaquazione tsunami e il ciclo
dell'acqua per spiegarlo ai bambini.
Le persone che incontriamo ci sorridono presentandosi con il loro nome
e chiedendo il nostro e da dove veniamo.
Si aspettano come risposta l'Australia o la Nuova Zelanda,data la
vicinanza, e invece no : Italia. Alcuni rispondono meravigliati con un”
Uau” ma la maggioranza rimane interdetta probabilmente per le scarse
nozioni di geografia. Per aiutarli a capire azzardo “ Roma, where is
the Pope Francesco” ma per loro metodisti cambia poco. Continuo dicendo
che abbiamo lo stesso Gesu'. A quel punto una donna si illumina e mi
porta a casa sua. Entro ed in due semplici ambienti rivestiti a terra di
linoleum e praticamente senza mobili, troneggia ,attaccato al muro, un
grande manifesto di Gesu'. “Jesus never fall” nella didascalia
costituisce il nostro punto di contatto. “Siamo tutti cristiani” e lei
sorridendo “Yes, correct”.
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L'immagine di Gesu troneggia in casa |
Vedendo queste case,essenziali e pulite, viene in mente il minimalismo
realizzato spontaneamente da un popolo semplice e gentile senza
elugubrazioni intellettuali.
Torniamo in barca ancora contornati da un codazzo di bambini che
volentieri si fanno fotografare.
Aliamo l'ancora e ci dirigiamo a motore dentro la laguna verso Malau.
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La chiesa metodista di Kia |
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La stazione degli autobus a Labasa |
marroncina,il fumo di una fabbrica e un atobus da cui scendono operai in
tuta gialla per il cambio turno.
Malau e' solo due case e la fabbrica-lavorazione di legname; il resto e'
tutto a Labasa la capitale della seconda isola,per grandezza, delle
Fiji.
Prendiamo un taxi e congestionati nel traffico di modernissime Toyota
ibride e puzzolenti vecchi camion che trasportano canna da zucchero
scendiamo nella main street di Labasa. Il primo impatto e' strano,
fra fastidio per trovarsi in un ambiente caotico e curiosita' per la
novita' di essere in mezzo a una maggioranza di indiani rispetto ai
fijiani.
Gli indiani qua sono arrivati dal 1879 per coltivare le terre dei
fijiani e cosi sono diventati ,negli anni ,quasi la meta' della
popolazione e sicuramente la popolazione piu' intraprendente e ricca (il
commercio e' tutto in mano loro).
Due passi curiosando nei negozi abbastanza forniti, al tempio Indu dove
assistiamo alla benedizione della automobile nuova di una famiglia ed
infine a cena con poca soddisfazione.
Il giorno dopo 3 settembre torniamo a Labasa per fare una grande spesa
dato che questo e' il centro piu' importante e fornito di tutta l'isola.
Eravamo ormai ridotti alle sole scatolette.
Qui c'e' uno dei mercati piu' belli, variopinti e divertenti delle Fiji.
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Il mercato del pesce |
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Sul fiume tornando verso Argentina |
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Sul fiume tornando verso Argentina |
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Il mercato della frutta |
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Il mercato del pesce |
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Prerparazione dei tuberi |
che padroneggiano dietro i banchi offrendo merce, consigli e sorrisi.
Carlo ne approfitta per conquistare una bella signora in carne.
Poi passiamo al mercato del pesce. Questo e' tenuto invece dai fijiani:
uomini e donne si sbracciano ad allontanare le mosche e magnificare la
freschezza di una moltitudine di qualita' di pesci a noi sconosciuti.
Carichi di spesa e di belle immagini torniamo indietro invece che col
taxi, con 2 barche attraccate sul fiume che sfiora la citta'. Due
figiani alla guida di potenti fuoribordo ci scarrozzano sul fiume
regalandoci anche il passaggio attraverso un tunnel coperto di mangrovie
e ci scaricano, con tutta la nostra mercanzia, direttamente in barca
(siamo ancorati proprio sull'estuario del Labasa river).
Domani Cristina e Laura scenderanno dalla barca per evitare due giorni
di navigazione di bolina e riposarsi su veri letti comodi dall'altra
parte dell'isola.
Paolo
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Navigazione in mezzo alle mangrovie |
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