TONGA : THE FRIENDLY ISLANDS
La sera dell'otto luglio mentre finivo di scrivere il
diario in navigazione stava cambiando la data ( da 8 a 9 luglio) e stava
improvvisamente e inspiegabilmente calando il vento.
Le previsioni davano almeno 10 nodi ma niente: il vento
era sceso a
numeri inutilizzabili due ,tre nodi. Abbiamo avvolto il fiocco e
acceso il motore.
Cosi' per altre 24 ore fino all'arrivo. Prima del
tramonto siamo arrivati a doppiare il capo nord
dell'isola Vava'u. Il
sole ancora illuminava le alte pareti rocciose: sembrava
di stare di fronte ad un'isola del Mediterraneo ma le palme in cima marcavano
la differenza. Dopo poco calava la notte
e, con l'aiuto della cartografia
elettronica, entravamo nel protettissimo fiordo di
Neiafu. Presa una
boa per ormeggiarci e poi a letto contenti di essere
arrivati nell'isola del giorno dopo.
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La baia di Vavau Neiafu |
11 luglio Neiafu
La mattina, dopo un bel sonno, cominciamo a chiamare con
la radio la capitaneria per chiedere la loro visita in barca per le formalita'
d'ingresso.
Inutile, qui nessuno risponde.
Decidiamo di scendere a
terra e, dopo un po' di tempo perso per un problema al
serbatoio del gommone, mettiamo piede sulla banchina. Andiamo in capitaneria ma qui ci dicono che
dobbiamo affiancarci con la barca al molo.
Torna in barca, accendi il motore, attracca al molo, torna nell'ufficio
e gia' si sono fatte le 11.
Capisco che qua perderemo quasi tutto il giorno per la
burocrazia. E cosi' sara'.
Prima il funzionario dell'immigrazione, poi il pagamento
delle tasse d'ingresso e per ultimo il funzionario per l'ispezione sanitaria.
Avevamo buttato un po' di frutta e verdura,ancora
utilizzabili, ma non
di bell'aspetto.
Tutto inutile: il giovane e grasso (a occhio circa
130 kg) ufficiale
sanitario si limita a compilare moduli, chiedere tasse e offerte per l'isola e,
in piu', a tossirmi in faccia senza la
benche' minima mano davanti alla bocca. Mentre cerco in qualche modo
di proteggermi penso all'ironia della situazione: la
sanita'
rappresentata da un simile soggetto!
Comunque, tra una visita e l'altra si sono fatte le tre,
quindi niente
partenza per spiagge esotiche. Unica nota positiva, durante la noiosa
burocrazia, il casuale incontro con Nanni Acquarone di
Best Expedition.
L'anno scorso l'ho visto alle Galapagos , alle Marchesi
ed ora mi racconta del suo programma di ripassare di nuovo sopra l'Alasca: il
passaggio a nord ovest ma questa volta fatto al contrario, a nord est.
Ci vuole certo una grande tenacia e determinazione, ben
superiore alla mia, per andarsi a ficcare con una barca, se pur di acciaio, tra
i ghiacci e iceberg oltre il circolo polare artico. Bravo Nanni!!!
La sera andiamo a cena al ristorante Bellavista. Mario, originario di
Orvieto, e' venuto qui 20 anni fa alla ricerca di un
posto tranquillo.
Ha messo su il ristorante e sposato almeno una moglie che
si da' da fare
come un treno.
Lui vaga, inoperoso, tra i tavoli e intrattiene i
clienti con il suo atteggiamento e abbigliamento di
impiegatuccio delle poste. Ti
aspetteresti tutt'altro personaggio da uno che e' scappato dall'Italia per
cercare pace. Cosi' e' la vita!
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Riposo sotto un grande albero |
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Al mercato una signora con il classico gonnellino |
12 luglio Neiafu
Dopo un po' di spesa al mercato ( che prezzi!!! come
faranno questi a
campare?) girovaghiamo per qualche foto. Ecco la signora con il tradizionale
gonnellino di foglia di palma, i ragazzi che vanno a scuola, gli operai che
armeggiano intorno al porto.
Tutto in un'atmosfera rilassata e tranquilla. Infatti qui alle Tonga
il ritmo e' ancor piu rallentato rispetto alla Polinesia.
La domenica e'
vietato,per legge, lavorare e si va in chiesa: cattolica,
mormone o protestante che sia.
Le Tonga sono l'insieme di tre arcipelaghi per un totale
di 170 isole
vulcaniche o coralline di cui solo 45 abitate. E l'unico paese della
Melanesia (non piu' Polinesia) che non sia stato
conquistato e l'unico governato da una monarchia costituzionale. Il re, che racconta di essere di discendenza
divina, e' come tutti i tongani di stazza elevata.
Suo padre Taufa'ahau Tupou IV quando, nel 1976, tento' di
pesarsi ruppe la bilancia che era arrivata a segnare 210 kg! Qui la taglia non e' un problema ma, al
contrario, un segno di ricchezza e prestigio.
Ben si coniuga l'opulenza con la vita tranquilla e
rilassata delle “Frendly Islands”: cosi' battezzate da Cook quando fu accolto
“da un gran numero di indigeni dai corpi perfetti e dagli occhi espressivi” (
ora sono rimasti solo questi ultimi ).
Oggi lo sono ma tanto frendly non dovevano essere all'epoca
del capitano inglese perche' progettarono di catturarlo, durante una festa per
tutto l'equipaggio, e ,secondo tradizione, mangiarselo. Fu solo una feroce litigata tra i capi
indigeni, che non erano tutti d'accordo sul metodo, che preservo' il nostro navigatore. Si salvo' quella volta ma non dopo qualche
tempo alle Hawaii quando,per unanime decisione dei capi tribali, fini' nel
pentolone (come nella nota barzelletta del bunga bunga resa famosa dal
nostro,non rimpianto, ex ex Presidente del Consiglio). E con lui tutte le sue scoperte.
Paolo
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