NAVIGARE NELLE ACQUE DEL PIU' FAMOSO AMMUTINAMENTO : IL
BOUNTY
Due giorni dopo la rimpatriata tra italiani siamo partiti
da Neiafu per andare a buttare l'ancora in un paio di isolette sperdute sempre
dell'arcipelago di Vava'u.
Non sono molte le miglia tra Il capoluogo e questa
manciata di fazzoletti di terra sparpagliati nell'oceano ma il senso di
isolamento si tocca con mano.
Spesso un villaggetto spunta tra le palme. Se scendi a
terra, zigzagando con il gommone tra le teste di corallo, ti accoglie qualche
bambino sorridente o pescatori cordiali appena tornati con la loro barchetta.
A terra l'atmosfera e' di una grande tranquillita'; i
pochi abitanti che
incontri accennano un saluto senza preoccuparsi dei tre
forestieri. Le
case semplici e pulite si raccolgono attorno alla
onnipresente chiesa che, grazie ai contributi spremuti dalle varie confessioni
agli abitanti (almeno cosi' ci ha raccontato Mario il ristoratore), appare
sempre come la piu' importante e ben tenuta costruzione.
La sera in barca, dopo la partenza di Gianni, sono passato dal ruolo di sguattero a quello
di cuoco essendo il meno peggio della compagnia.
Nessun lamento si e' sentito: promosso chef
![]() |
La chiesa cattolica di Santa Teresa D'Avila |
![]() |
Pangai. Dopo i cicloni rimangono le bidonville |
21 luglio
2016 Ha'ano Island lat 19 40 S
long 174 17 W
Stamattina alle quattro, rallegrati da una splendida
luna, siamo partiti dalle isole di Vava'u Group verso sud. Una sessantina di miglia ci separano
dall'arcipelago di Lifuka.
L'aliseo ci spinge veloci in bolina verso Ha'ano l'isola
piu a nord del capolugo Pangai.
Mentre navighiamo in una bella giornata di sole e vento
ci appaiono all'orizzonte due coni vulcanici: Kao, alto mille metri come
Stromboli e Tofua un po piu' basso ma ancora attivo.
Proprio in queste acque e' avvenuto nel 1789 il piu' famoso ammutinamento della
storia:
quello del Bounty.
I marinai che erano passati per Tahiti si erano
rilassati con le polinesiane e mal digerivano le fatiche
e le privazioni che dovevano sopportare per realizzare la missione del Bounty:
portare a Giamaica l'albero del pane che sarebbe stato usato come cibo per gli
schiavi. Dovevano addirittura rinunciare
all'acqua da bere per innaffiare le preziose piantine. E cosi' un giorno, memori dei piaceri
polinesiani, stanchi delle privazioni e anche delle eccessive punizioni inflitte
dal capitano Bligh si ammutinarono sotto la guida del comandante in seconda
Christian Fletcher.
Invece di uccidere Bligh, Christian, un vero gentiluomo,
lo mise su una scialuppa di 7 metri con 18 marinai lealisti, un sestante,una
carta nautica, un barile d'acqua e uno di acciughe. Era come dare ad un condannato a morte la
possibilita' di scappare sotto il fuoco dei
cecchini, ma almeno la forma era salva. Contro tutte le aspettative
Bligh riusci' con quella barchetta a percorrere quasi
4000 miglia fino a Timor. Non poche furono le difficolta' incontrate, non
ultima quella dei rifornimenti. Una
volta dovette fuggire precipitosamente dagli indigeni che, alle Fiji, lo
rincorrevano per catturarlo e fargli fare la fine del suo precedente comandante
James Cook: lessato nel pentolone.
A Timor attese che passasse una nave inglese e torno' a
Londra nel 1790 accolto come un eroe.
Racconto' dell'ammutinamento.
Nel frattempo Fletcher e i suoi veleggiarono fino a
Pitcairn dopo essere tornati a Tahiti (per caricare un drappello di “vahine”
polinesiane) ed aver vagato nel Pacifico alla ricerca di un posto sicuro.
Pitcairn era segnata sulle carte nautiche dell'epoca in
maniera totalmente sbagliata e quindi un posto sicuro (almeno cosi' sperava
Fletcher) per sfuggire alle regole della Royal Navy. Comunque per 20 anni gli ammutinati restarono
al sicuro almeno rispetto alla marina inglese.
Non tanto tranquilli rispetto alla vita sull'isola; infatti le
continue e feroci liti tra di loro
giunsero addirittura ad un massacro.
John Adams,unico sopravvissuto, fu scoperto da una nave
americana che
passava li per caso.
Ma solo nel 1814 due navi inglesi arrivarono a
Pitcairn per sottoporlo a processo per
ammutinamento. Poi la vicenda,
ormai rarefatta dalla storia, si concluse con la grazia
per John: in fondo si era riscattato con un comportamento irreprensibile ed
aveva contribuito a colonizzare/inglesizzare un'isola dimenticata dalla
geografia.
Dopo 25 anni la giustizia inglese aveva compiuto il suo
corso!
Dopo due secoli non e' mutata la natura della
impostazione della Royal Navy.
Margaret Thatcher, primo ministro conservatore inglese
negli anni ottanta, invio' la flotta per riconquistare le isole Falklands.
Sperdute nell'oceano Atlantico verso l'Antartide erano
state occupate
dagli incauti Argentini.
Margaret non esito' a impegnare sterline dei
sudditi per mostrare agli Argentini e al mondo intero di
che pasta erano fatti gli inglesi.
Ma credo che questi siano ormai orgogli di altri
tempi. Oggi, in un mondo totalmente globalizzato,
la scelta della Gran Bretagna di ucire dalla Comunita' europea si puo'
tranquillamente paragonare ad un salto
nel buio e nel vuoto.
Good save the Queen!!!!!
Paolo
21 luglio 2016
Pangai Lifuka lat 19 48 S long 174 21W
Dopo una notte tranquilla all'isoletta di Ha'ano,
salpiamo l'ancora e ci avviamo al largo. Mentre finiamo le ultime operazioni
per mettere in vela, all'improvviso compare sotto la barca un bel colore verde
al posto del profondo blu. Terrorizzato
guardo la carta; non c'e' niente segnato eppure quella testa di corallo che sta
passando sotto di noi a 4 metri
di profondita' e' reale, non un sogno. La cartografia ,in questi mari
del sud, e' spesso incompleta. Ancora oggi con tutta la perfezione dei mezzi
di rilevamento ci sono zone, di scarso interesse per la navigazione
commerciale, che non sono state controllate.
Naturalmente, dopo questa sorpresa scelgo di percorrere
una rotta piu'
al largo per arrivare al capoluogo Pangai. Nonostante le proteste di Enrico, decido di
aprire il solo fiocco per andare un po' piu' piano: un impatto a 5 nodi e'
sicuramente meglio che a 10 (direbbe il compianto Catalano).
Un ultimo slalom a motore tra i coralli e buttiamo
l'ancora di fronte a Pangai. Inaspettata
una chiamata sulla radio: e' Mariano (l'amico
italiano che avevamo conosciuto con Mara a Neiafu). Qualche giorno
prima ci aveva chiesto se poteva unirsi a noi per una
navigazione fino
alle Fiji.
Abbiamo accettato volentieri perche' siamo solo in tre in
barca e perche', anche conoscendolo poco, ci e' sembrata
da subito una persona piacevole.
Dopo un quarto d'ora e' gia' imbarcato e penso sia a suo
agio.
Il pomeriggio scendiamo a terra. Sbarchiamo col tender sul rustico porto dove
soldati e soldatesse neozelandesi stanno costruendo un paio di edifici per
migliorare la ricettivita'.
Qui,come in tutte le Tonga ed anche in altre isole del
Pacifico occidentale, la Nuova Zelanda e l'Australia estendono il loro
protettorato, dispendioso durante il perido di pace,ma sicuramente utile in
caso di conflitti.
La sera a cena in un semplice e simpatico ristorantino
dove Aloisio e la mogie ci offrono ottime aragoste ecc,ecc a solo 20 euro a
testa.
Paolo
![]() |
La costa sopravvento di Pangai -Lifuka |
Nessun commento:
Posta un commento