14 – 16 giugno. Graciosa. lat 39 03 nord, 27 58 ovest
Al contrario di quanto si pensava, anche se siamo andati a motore, siamo
riusciti a raggiungere la nostra meta in poco più di 6 ore, anziché 8.
Fantastico lo spettacolo che ha accompagnato il nostro viaggio: dovunque
spuntavano dall’acqua delfini che poi si rituffavano nell’oceano come se
si divertissero a giocare con Argentina, in navigazione.
Al momento dell’ormeggio, un’agente della guardia nazionale repubblicana
ci fa segno di raggiungerla, per fornire generalità e tempi di permanenza.
Cosa che con Paolo e Massimo facciamo immediatamente, mentre le nostre
signore vanno a prendere il sole sulla spiaggetta vicina al porto. Poi,
una ottima cena in barca, conclude la giornata dello spostamento da Sao
Jorge a Graciosa.
riusciti a raggiungere la nostra meta in poco più di 6 ore, anziché 8.
Fantastico lo spettacolo che ha accompagnato il nostro viaggio: dovunque
spuntavano dall’acqua delfini che poi si rituffavano nell’oceano come se
si divertissero a giocare con Argentina, in navigazione.
Al momento dell’ormeggio, un’agente della guardia nazionale repubblicana
ci fa segno di raggiungerla, per fornire generalità e tempi di permanenza.
Cosa che con Paolo e Massimo facciamo immediatamente, mentre le nostre
signore vanno a prendere il sole sulla spiaggetta vicina al porto. Poi,
una ottima cena in barca, conclude la giornata dello spostamento da Sao
Jorge a Graciosa.
![]() |
Dal faro di Graciosa |
Graciosa si rivela subita un’isola che rispecchia fedelmente il nome che
le è stato dato. Ne è una controprova anche il riconoscimento che l’Unesco
le ha attribuito di riserva mondiale della biosfera, perchè ha saputo
mantenere un perfetto equilibrio con una natura ricca di biodiversità.
All’interno dei crateri dei vulcani (anche qui ce ne sono, le chiamano
“caldeire&rdquo😉) sembra di passeggiare in boschi che hanno l’aspetto delle
foreste tropicali, grazie alla forte umidità: alberi giganti ci circondano
mentre scendiamo verso la “furna de enxotre”, una profonda caverna in
fondo al cratere più grande dell’isola.
Ai boschi delle “caldeire”, dove troneggia il “dragon tree”, l’albero
caratteristico delle Azzorre, con una fitta chioma a ombrello, si
alternano sull’isola vigneti e campi di granturco, mentre siepi di
ortensie fanno da guard rail a quasi tutte le strade. Peccato che non è
ancora il momento della fioritura.
![]() |
I muretti a secco di pietre laviche dividono la proprieta |
L’economia locale si basa sull’agricoltura, oltre che sul latte prodotto
da migliaia di mucche che dovunque incontri al pascolo. Ed è così da
centinaia di anni, come dimostrano i reperti raccolti ed esposti nel museo
di Santa Cruz, che visitiamo con l’aiuto di una gentile signora che poi ci
invita a mangiare nel suo ristorante a cena.
Sono tutti ben curati i paesi dell’isola: molte case hanno dei piccoli
giardini pieni di fiori, le strade sono perfettamente pulite, sembra che
tutto sia in ordine. E’ evidente come i quasi cinquemila abitanti di
Graciosa ci tengano a valorizzare il loro bene, a mantenerlo funzionante.
Questa attitudine per la verità è comune nell’intero arcipelago delle
Azzorre, non a caso regione autonoma all’interno del Portogallo.
![]() |
Sullo sfondo l'isola di Terceira |
contributo dell’Unione Europea, a dimostrazione di una capacità che non
trova molti uguali in regioni di altri paesi del vecchio continente.
Le chiese delle Azzorre sono tutte costruite con la stessa architettura,
caratteristica del periodo in cui sono nate, ‘500 e ‘600, ad opera dei
gesuiti: pareti bianche fiancheggiate da colonne nere, campanile a
cuspide. Anzi, molto spesso due campanili. L’interno è in stile barocco,
ma mai troppo carico. Il pavimento è sempre di legno tirato a lucido. La
cattedrale di Santa Cruz, capitale dell’isola, è un esempio perfetto di
questo stile.
![]() |
Santa Cruz |
Nello scoglio di fronte al porto dove abbiamo ormeggiato Argentina, c’è
una preziosa base di appoggio di una particolare varietà dell’uccello
delle tempeste, una specie rara di uccelli migratori. Tutta la costa è
frastagliata da rocce e rientranze naturali che la rendono particolarmente
affascinante. Ci sono anche delle terme che sfruttano un’acqua calda di
origine vulcanica, che l’equipaggio ha voluto sperimentare e che è stata
molto apprezzata.
![]() |
Ortensie spontanee |
Ma il momento di maggiore soddisfazione è stato nel pomeriggio dell’ultimo
giorno passato a Graciosa, sabato 16 giugno: dopo una camminata di tre ore
sotto il sole cocente, per arivare al cratere di un altro vulcano, in una
delle tante piscine naturali incontrate al ritorno verso la barca, al
riparo dalle onde che si frantumavano sulle rocce, le tre Grazie, Vella,
Giovanna e Rita, si sono tuffate per la prima volta nelle acque gelide
dell’oceano, seguendo l’esempio di Piero e Massimo. Paolo è rimasto a
guardare, bloccato purtroppo da una ferita al gomito che si era procurato
scivolando su un sentiero sull’isola di Sao Jorge.
Domenica si partirà per Terceira, altra isola del gruppo centrale delle
Azzorre. Si profila una navigazione con andatura di bolina stretta.
Vedremo.
Piero
![]() |
Terme di Ciaciorro |
Nessun commento:
Posta un commento