22 – 24 giugno Sao Miguel. lat 37 44 nord; long 25 39 ovest
Sao Miguel, l’isola più grande dell’arcipelago, ultima
tappa del nostro bel viaggio nelle Azzorre prima che Paolo riparta con un altro
equipaggio per Lisbona. I primi insediamenti nacquero nel 1444 a Vila Franca do
Campo, e lì fu posta la capitale dell’isola, ma presto fu trasferita a Ponta
Delgada, ora anche sede del governo regionale delle Azzorre oltre che
dell’aeroporto internazionale.
E’ lì che siamo diretti venerdì 22 giugno, quando alle
sei del mattino Argentina lascia il porto di Praia da Vitoria, nell’isola di
Terceira.
Dovevamo partire giovedì 21, ma Paolo non ha ritenuto le
condizioni meteo favorevoli e ha rimandato ad oggi.
Tutti soddisfatti per le belle giornate passate a
Terceira; un po’preoccupati invece, tranne ovvamente il comandante, per
la traversata che ci aspetta: 96 miglia da percorrere, 12-14 ore di navigazione
previste.
Il vento non è subito sufficiente, come Paolo sperava,
per aprire le vele e allora si procede a motore, cosa che certo non aiuta a
tenere stabile la barca e incide sugli stomaci di più di un navigante. C’è chi
combatte il mal di mare, anzi di oceano, stendendosi sotto coperta nella
“dinette”, chi dormendo in cabina.
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In navigazione verso Sao Miguel |
Per fortuna, dopo un paio d’ore, il vento comincia a
crescere: finalmente si possono aprire randa e fiocco. E la barca va che è un
piacere, con molta più stabilità. L’andatura è quella di una bolina larga,
costante come il vento, e la velocità oscilla fra i sette e i nove nodi.
E’ il momento più bello della traversata: tutti nel
pozzetto a guardare il mare per scoprire eventuali delfini, e a prendere aria
per evitare il ritorno della nausea.
A un certo punto Giovanna si accorge che una barca a vela
si sta avvicinando a noi da destra. Paolo calcola a occhio la velocità e torna
tranquillo sotto coperta. In realtà, la barca ci passa davanti a meno di
cinquanta metri di distanza, ma il comandante non cambia di un millimetro la
rotta di Argentina. Ecco cosa vuol dire esperienza per chi naviga da vent’anni
in mare.
Dopo dieci ore di navigazione, il vento cala e si deve
accendere di nuovo il motore per andare avanti. Le onde lunghe dell’oceano si
fanno sentire subito e le ultime tre ore di navigazione diventano per metà
dell’equipaggio un po’ faticose.
A salvare la situazione è l’avvicinarsi dell’isola, che
calma le acque e riduce il dondolio di Argentina. Superato il capo di ponta
Delgada, si intravede il porto della città e Paolo punta dritto verso la
marina, anche se nessuno risponde, perché gli uffici alle 18,30 chiudono e sono
ormai le sette di sera quando arriviamo. Speriamo di trovare comunque un posto
per ormeggiare la barca e appena lo individuiamo il comandante ci si infila
senza indugio.
Qualche minuto dopo, un uomo in divisa si avvicina e si
accorda con Paolo per registrare sabato mattina l’ingresso nel porto. E’ andata
bene, e si festeggia la conclusione positiva della traversata con una bella
cena a bordo. Si decide di affittare due macchine per il giorno dopo e poi
tutti a dormire, per ammortizzare i postumi della navigazione.
Sabato 23 giugno, concluse le pratiche per la
registrazione, e affittate due Punto FIAT nuove di zecca, ci dirigiamo
nell’interno dell’isola. La visita alla città è rimandata ai prossimi giorni.
Due sono le zone di maggior interesse, una a sud, l’altra a nord: da una parte
due laghi, uno verde l’altro azzurro, connessi fra loro, considerati un simbolo
delle Azzorre. Dall’altra le terme di Furnas, con le vicine caldeiras.
Si comincia con queste ultime, seguendo la strada
costiera per dare prima un’occhiata ai paesini dei pescatori. Lungo la strada
ci fermiamo per ammirare un lago circondato da una fitta selva. E’ evidente che
si trova all’interno di un cratere di quello che una volta era un vulcano. La
fame si fa sentire e decidiamo di fare una sosta culinaria nel paesino di
Furnas prima di entrare alle terme.
Motivo per cui le terme, alla fine, ci limitiamo a
guardarle da fuori: in realtà si tratta di una grande pozza piena di acqua dal
colore ferroso, ma quello che attrae la nostra attenzione è il ricco giardino
botanico che circonda la pozza e che è traversato da un piccolo fiume pieno di
pesci di tutti i colori.
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Nel giardino botanico di Furnas |
Facciamo una lunga passeggiata tra fiori e alberi di ogni
tipo e dopo due ore ci spostiamo nelle caldeiras. Lo spettacolo è
impressionante: pozze di acqua in ebollizione dappertutto, da cui fuoriescono
piccoli geyser e getti di vapore di varia intensità, dal forte odore solforoso.
E’ l’unica isola in cui troviamo tracce di vulcanismo ancora attivo.
Lungo la strada del ritorno ci soffermiamo in un mirador,
forse il punto da cui si ammira il miglior panorama di tutta l’isola: si può
osservare un lungo tratto della costa, con le piantagioni di tè, le uniche del
vecchio continente secondo gli abitanti di Sao Miguel.
Se non le uniche, sono comunque eccezionali: le foglie
vengono raccolte dopo 4/5 anni. Il tè coltivato è uno solo ma il differente
trattamento a cui le foglie sono sottoposte, consente la produzione di vari
tipi diversi di tè. Un’altra caratteristica che ci colpisce sono le
innumerevoli ortensie che costeggiano le strade, finalmente fiorite. E’ un
tripudio di colori bianchi e azzurri.
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Muri di ortensei fiancheggiano la strada |
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Ancora Ortensie |
Per oggi basta. Si cena in barca, con un’ottima pasta ai peperoni cucinata da Giovanna. Vedremo domani l’altra parte dell’isola, con i laghi verde e azzurro, che effetto ci farà. Secondo la leggenda sarebbero nati da un amore impossibile fra una principessa e un pastore.
Domenica 24 giugno: ultima giornata di permanenza alle
Azzorre per Giovanna e Massimo. Domani all’alba partiranno per Roma. Piero e
Vella partiranno invece martedì 26. Rita resterà a fare compagnia a suo marito
fino al 29. Poi Paolo partirà per Lisbona. L’ultima grande traversata prima di
rientrare nel Mediterraneo.
E’ stato divertente e istruttivo per me e Vella passare
tre settimane insieme con Paolo, Rita e i coniugi Di Rao: il comandante, con la
sua tradizionale passione per l’esplorazione, Rita con la sua travolgente
allegria, Massimo per le sue interessanti e utili conoscenze botaniche, oltre
che per la grande esperienza nautica. Giovanna, con la sua schiettezza e anche
per la sua capacità di controbattere con tenacia e pazienza ai ragionamenti
politici di Paolo, non sempre tutti condivisibili al cento per cento.
Quest’ultima giornata viene passata in pieno relax da
Giovanna, Massimo e Piero, con una passeggiata fra i prati che circondano il
lago azzurro, mentre Paolo, Rita e Vella si fanno una ricca camminata sul bordo
del cratere di oltre due ore, per poi raggiungere gli altri nel paesino
all’interno del cratere.
La lunga trasferta alle Azzorre a bordo di Argentina si
conclude nel ristorante più “in” della capitale di Sao Miguel. Il momento è
importante e l’addio va festeggiato nel modo e nel luogo più adatto alle grandi
occasioni. Chissà quando ci ricapiterà di fare una vacanza così bella tutti insieme,
grazie alla disponibilità del nostro amato comandante.
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