Cari amici ecco il nuovo blog  che vi racconterà il viaggio intorno al mondo di Argentina con Paolo ed Enrico.
Ringrazio Edoardo Scotto che lo ha realizzato e lo aggiornerà con il diario di bordo insieme a Renato. Saremo così in contatto con tutti coloro che vorranno seguirci nella nostra avventura. Come probabilmente saprete, dopo la prima traversata atlantica con Enzo, Argentina ha dovuto aspettare qualche anno gravato da problematiche varie,dubbi e incertezze prima di poter riprendere il largo.Nel frattempo su Argentina sono state apportate tante migliorie la cui realizzazione mi ha comportato un anno di intenso e faticoso lavoro. Eccoci quindi pronti a" respirare il vento degli Alisei",come dice la frase di H.Martinson, ma partendo da una convinzione intima di ricerca di se stessi. Frase sicuramente abusata da chi è sempre in cerca d'avventura in qualsiasi campo sia esso mare,montagna o quant'altro. E' per questo motivo che invece di aprire il blog con una foto "gagliarda e potente" apriamo con una foto raccolta e meditativa: la foto di Argentina all'ancora in una baia di una piccola isola greca " Kyra Panagia" dove è situato il Monastero ortodosso omonimo abitato da un monaco solitario. L'anno scorso quando abbiamo visitato il monastero mi sono fermato in un punto panoramico e dall'alto ho visto Argentina, sola, racchiusa in questa magnifica insenatura ed ho provato una sensazione intima, di raccoglimento, probabilmente esaltata anche dal luogo. Credo che questo spirito,questa sensazione mi accompagnerà durante la nuova lunga avventura.
Buon viaggio e buon vento a tutti gli amici che navigheranno con noi e buona lettura a tutti quelli che ci seguiranno da lontano e che incontreremo ogni anno al nostro "Argentina Party".
Ciao a tutti. 
Paolo.

mercoledì 22 luglio 2015

Laguna est di Raiatea: Isola di Oatara e Marae di Taputatuatea

22/07/2015: Raiatea
Lasciamo presto l'ormeggio di Nao Nao e a motore andiamo verso nord sempre nella laguna est di Raiatea, il vento soffia teso quasi sempre in prua e la laguna si stringe spesso in passaggi stretti abbastanza ben segnalati dalle boe rosse e verdi. Ci aiutiamo molto con la cara dell'Ammiragliato perché sulla carta Navionics molte boe e bassifondi non sono segnalati. A est del sentiero della laguna una bella distesa di sabbia fa il colore del mare verde chiaro fino al reef. Con molta prudenza utilizzando il sonar ci avventuriamo in acque non segnate dalle carte e ormeggiano su un fondale di sabbia di 5 m. Mezzo miglio a est c'è l'isola di Oatara larga meno di un quarto di miglio. La raggiungiamo col canotto armati di pinne e maschere. Troviamo alcuni turisti che si erano fatti accompagnare lì da una barca. Facciamo il giro con snorkeling fondali belli e pesci a profusione. Forte corrente che  viene dal reef. A terra quintali di noci di cocco, da qualcuna gemma la palma e le altre marciscono e fanno humus. La foresta tropicale è fitta ma la attraversiamo fino a raggiungere il mare dall'altra parte. 
Tornati in barca continuiamo il nostro navigare in laguna e troviamo poco più a nord una baia Faaroa di fronte ad una pass, il fondo è superiore a 30 m, ma c'è una bella boa a cui attaccarsi, due barche sono residenti qui, non abitate a terra qualche luce. Qui vicino la guida dice esserci un importante sito archeologico, scendiamo a terra ci fermiamo su un moletto e raggiungiamo il Marae di Taputatuatea. In polinesiano significa "pulito, libero da alberi, etc." ed infatti il marae consiste generalmente in una spianata rettangolare (la vera e propria marae), circondata da pietre o blocchi di legno (chiamati au in Tahitiano e nel Maori delle Isole Cook), a volte con terrazzamenti (paepae). Le marae erano utilizzate dagli aborigeni per dei cerimoniali con una pietra centrale detta ahu o a'u Si tratta di un'ampia zona, ben conservata , dove i popoli che vivevano qui nel XVII secolo avevano creato il loro luogo sacro. Grossi monoliti alti un paio di metri segnavano un area sopraelevata sulla quale solo i sacerdoti potevano accedere. Dai ricordi dei primi colonizzatori queste aree di pietra erano arricchite con manufatti di legno sia ornamentali che funzionali.  Una zona del Marae Faa era destinata alle donazioni di animali e talvolta anche di sacrifici umani al dio. 
Enzo

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