Nei passati due giorni non ci si
è mossi dall'atollo costituito dalle due isole di Raiatea e Taha'a in attesa di
completare le operazion di montaggio delle vele e messa a punto delle manovre
fisse e volanti di Argentina.
Finalmente oggi Argentina è uscita
dalla barriera corallina per la pass di Rautoanui ad ovest di Raiatea ed
ora naviga tranquilla per le Isole della Societa. Della Società, ma di
quale Società?
Lo abbiamo chiesto in giro e nessuno
sembra saperlo. Già l'equipaggio dello scorso anno se l'era chiesto ed era
arrivato alla conclusione che si trattasse di una non ben specificata
società missionaria. Probabilmente alludevano alla London Missionary
Society che si prodigo' per diffondere la vera fede trai selvaggi ed
inculcare il senso del pudore Neill polinesiane.
È incredibile come sia caduta nell'oblio
una delle più affascinanti avventure dell'umanità che vide come protagonisti i
più brillanti ingegni della più prestigiosa accademia scientifica moderna la
Royal Society di Londra.
Si potrebbe iniziare da due dei suoi
primi adepti: Edmund Halley ed Isaac Newton. Halley eseguì un gran
numero di osservazioni sul sistema solare, organizzando anche una spedizione a
S. Elena nell'emisfero australe. Intuì che le leggi di Keplero sul moto
planetario dovessero essere in qualche modo essere collegate con la gravità, ne
discusse con Newton e scoprì che questi aveva già la soluzione del problema.
Halley lo convinse a scrivere i "Philosophiae Naturalis Principia
Mathematica" che pubblicò a sue spese nel 1687. Dai Pricipia di
Newton si deducono le orbite planetarie con il "metodo delle
flussioni" elaborato dallo stesso Newton. Il metodo delle flussioni fu
presto sostituito dal più semplice ed intuitivo "calcolo
differenziale" introdotto dal filosofo tedesco Gottfried von
Leibniz, metodo che troverà la sua sistemazione definitiva nell'opera voluta
dagli enciclopedisti, in particolare da Jean Baptiste d'Alembert, che
commissionò a Guillame François Antoine de l'Hôpital l'"Analyse des infiniment petits pour l'intelligence des
lignes courbes" a cui seguì il "Traité du calcul
intégral pour servir de suite à l’analyse des infiniment petits du Marquis de
L’Hôpital par m. de Bougainville le jeune”, opera che aprì a quest'ultimo le
porte della Royal Society.
Un modello del sistema planetario
solare era quindi disponibile, o meglio un'infinità di modelli geometricamente
simili, in quanto le mutue distanze tra i pianeti ed il sole erano espresse in
multipli della non nota unità astronomica, vale a dire della distanza media tra
Terra e Sole. Per conoscere l’AU (Astronomical Unit) occorreva conoscere la
parallasse solare, cioè l’angolo, di pochi secondi, sotto cui è vista metà
della sfera terrestre dal sole il che comporta un’accurata misura angolare
fatta contemporaneamente da due punti della terra molto distanti tra loro. Una
tale contemporaneità d’eventi a grande distanza poteva all'epoca essere
assicurata di notte per mezzo di qualche orologio astronomico, come la
visualizzazione della Luna o delle Stelle Medicee, metodo largamente utilizzato
per la misura della longitudine; ma in presenza del sole la contemporaneità
poteva essere assicurata solo dal passaggio su questo di un pianeta interno
alla Terra. Le misure condotte durante i transiti di Mercurio risultarono
troppo imprecise a causa della vicinanza di questo al sole. I transiti di
Venere sono piuttosto rari, avvengono due volte nel giro di qualche anno e poi
si ripetono dopo oltre un secolo. Halley in un memorabile articolo sulle
Philosophical Transactions of the Royal Society del 1716 previde I futuri
transiti di Venere nel 1761 e nel '69, che avvenero più di vent'anni dopo la
sua morte, e descrisse un metodo molto ingegnoso per la misura dellla
parallasse solare. Anziché eseguire delicate misure angolari propose di
registrare i tempi di transito che dipendono dalla lunghezza della corda
intercettata sul disco solare, e quindi dalla posizione dell'osservatore, ma
dipendono ancor piu dalla velocità dell’osservatore nel suo moto diurno.
Per ottenere tempi significativamente diversi propose che un primo osservatore
si troviasse sul meridiano rivolto verso il sole ed un secondo sul meridiano
opposto, ciò è possibile in quanto tale fenomeno si verifica intorno al
solstizio d’estate ed è quindi visibile anche di notte dai punti oltre il
circolo polare artico. Halley indicò come punti di osservazione un luogo del
Pacifico di cui fosse nota con esattezza la posizione ed un secondo a Nelson’s
Harbour nella Baia di Hudson.
Il 1761 passò in piena guerra dei
sette anni ed i principali protagonisti della vicenda, James Cook e Louis
Antoine de Bougainville, si trovarono impegnati a combattersi su fronti opposti
nella Nouvelle France in Canada.
Tornata la pace la Royal Society si
attivò per non mancare l’appuntamento del ’69. In un primo momento si scelse di
osservare il Transito di Venere dalla costa americana del Pacifico e si chiese
l'autorizzazione alla Spagna, la quale impose che le misure fossero effettuate
da un astronomo di fede Cattolica Romana. Venne proposto l’astronomo ragusino,
membro della Royal Society, direttore dell'osservatorio di Brera Padre Ruggiero
Giuseppe Boscovich della Compagnia di Gesù, che già aveva osservato il transito
nel ’61 da Istambul, ma la Spagna non gli accordo' mai il passaporto, vuoi che
non si fidasse comunque di misure effettuate da stranieri sui suoi
possedimenti, vuoi per il fatto che proprio in quegli anni stava montando una
campagna contro i gesuiti, che di li a poco vennero espulsi da tutta l'America
Latina come testimoniera' Bougainville dal Paraguai.
Nel frattempo si erano concluse due
circumnavigazioni attorno al mondo una inglese dell’ HMS Dolphin di Samuel
Wallis e l’altra francese della Frégate Boudeuse e della Flûte l’Étoile
comandate da Bougainville. Grazie ad nuovo strumento di misura, inventato da
Newton, accuratamente descritto da Halley, ma introdotto e generalmente
attribuito al matematico della Royal Society John Hadley, l’ottante, un
goniometro di precisione utilizzante uno specchio semiriflettente per la
collimazione dei due estremi che misura fino ad 1/8 dell’intero giro, entrambe
le spedizioni rilevarono con precisione una nuova isola in mezzo al Pacifico
che Samuel Wallis denominò “Isola di Re Giorgio III” e Bougainville, ignaro del
precedente passaggio di Wallis e particolarmente affascinato dalle donne del
luogo denominò “Nouvelle Cythère” quasi a sancire la rinascita di Venere, e che
gli abitanti del luogo chiamavano Otahiti, Otahiete,Tahiti.
La Royal Society e l’Ammiragliato
Britannico allestirono per una spedizione a Tahiti la HM Bark Endeavour.
La Royal Society propose il matematico
scozzese Alexandre Darlymple come comandante della spedizione, ma il primo Lord
dell'Ammiragliato, memore dei dissapori che si erano creati tra gli ufficali
della Royal Navy ed il loro comandante ai tempi della spedizione di Halley a S.
Elena, sentenzio' che avrebbe preferito tagliarsi una mano piuttosto che
affidare il comando di una Her Majesty's Ship ad un civile. La scelta cadde
sul Lieutenant, Tenente di Vascello, James Cook, stimato ufficiale durante
la guerra dei sette anni ed apprezzato dall'ambiente scientifico in quanto
buon matematico, astronomo e meticoloso cartografo.
Sull'Endeavour presero posto eminenti
scienziati tutti appartenenti alla Royal Society tra cui il naturalista Joseph
Banks, colui che ricoprira il ruolo di Presidente della Royal Society per ben
42 anni, e che fu, di fatto il vero comandante della spedizione, ed i suoi
assistenti il finlandese Herman Spöring, lo svedese Daniel Carlsson Solander,
imbarcato per volere di Carolus Linnaeus, l’astronomo Charles Green il nauralista
e disegnatore Sidney Parkinson.
L’Endeavour partito da Plymouth il 26
agosto 1768 giunse il 4 aprile ’69 alle “Isole di Re Giorgio” come le avevo
nominate il Wallis, o “Nouvelles Cyclades” secondo Bougainville. A tale data
Sidney Parkinsohn annota nel suo diario "these Islanda were dedicate to
the Royal Society" .
A nord di Tahiti presso il capo
a NE della baia di Matavai a tutt’oggi denominato Point Venus venne allestito
un osservatorio astronomico di fortuna e lì il 3 giugno 1769 in ottime condizioni
meteorologiche fu osservato il tempo di Transito di Venere con tre misure
indipendenti quella dell'astronomo Green s bordo dell'HMS Endeavour, e
quelle eseguite da J. Banks e da J. Cook nell'osservatorio di Cape Venus.
In base a tali misure confrontate con
le osservazioni della Baia di Hudson l’astronomo francese Jérôme Lalande (lo
stesso autore di un prezioso "Voyage d'un Francois en Italie")
successivamente calcolò con il metodo Halley la parallasse solare pari a
8”,52 a cui corrisponde 1AU=150.807.000 Km con uno scarto dell’8 per mille
rispetto alle attuali misure effettuate con metodi elettromagnetici.
Sandro
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Port Venus |
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