Cari amici ecco il nuovo blog  che vi racconterà il viaggio intorno al mondo di Argentina con Paolo ed Enrico.
Ringrazio Edoardo Scotto che lo ha realizzato e lo aggiornerà con il diario di bordo insieme a Renato. Saremo così in contatto con tutti coloro che vorranno seguirci nella nostra avventura. Come probabilmente saprete, dopo la prima traversata atlantica con Enzo, Argentina ha dovuto aspettare qualche anno gravato da problematiche varie,dubbi e incertezze prima di poter riprendere il largo.Nel frattempo su Argentina sono state apportate tante migliorie la cui realizzazione mi ha comportato un anno di intenso e faticoso lavoro. Eccoci quindi pronti a" respirare il vento degli Alisei",come dice la frase di H.Martinson, ma partendo da una convinzione intima di ricerca di se stessi. Frase sicuramente abusata da chi è sempre in cerca d'avventura in qualsiasi campo sia esso mare,montagna o quant'altro. E' per questo motivo che invece di aprire il blog con una foto "gagliarda e potente" apriamo con una foto raccolta e meditativa: la foto di Argentina all'ancora in una baia di una piccola isola greca " Kyra Panagia" dove è situato il Monastero ortodosso omonimo abitato da un monaco solitario. L'anno scorso quando abbiamo visitato il monastero mi sono fermato in un punto panoramico e dall'alto ho visto Argentina, sola, racchiusa in questa magnifica insenatura ed ho provato una sensazione intima, di raccoglimento, probabilmente esaltata anche dal luogo. Credo che questo spirito,questa sensazione mi accompagnerà durante la nuova lunga avventura.
Buon viaggio e buon vento a tutti gli amici che navigheranno con noi e buona lettura a tutti quelli che ci seguiranno da lontano e che incontreremo ogni anno al nostro "Argentina Party".
Ciao a tutti. 
Paolo.

lunedì 22 maggio 2017

In navigazione da Tanna a Port Vila, Domenica 21 maggio 2017.

Sabato mattina abbiamo finalmente dato fondo nella baia che prende il nome dalla
mitica HMS Resolution. Sandro, approfittando del gentile passaggio sul tender del vicino catamarano di una cordiale coppia australiana, scende a terra con documenti vari alla ricerca di qualche specie di doganiere, mentre Paolo e Giancarlo si dilettano con il dingy. Sceso a terra si imbatte in due naufraghi abbrutiti ed irriconoscibili, che da tempo alloggiavano nell'isola dove si erano costruiti
una miserrima capanna di frasche, ed erano sopravvissuti bevendo cocchi,
mangiando manghi, papaia, frutti dell'albero del pane, banane fritte in olio di palma cotte direttamente sulle innumerevoli solfatare.
Turisti in attesa dello spettacolo folcroristico


Con stupore ci si accorse che essi comprendevano a stento qualche parola di italiano che molto tempo addietro era stata la loro lingua. In breve si scoprì
trattarsi di Ornella ed Adolfo. Trovato l'addetto all'immigrazione vengono
espletate le dichiarazioni di rito firmate in via telepatica anche da Paolo e Giancarlo, nel frattempo alle deriva sul dingy provvisto di un efficace motore autospegnente.
Nel pomeriggio Paolo, Giancarlo e Sandro si recano a rendere omaggio alla
principale divinità del luogo, Yasur, il Vulcano.
Più fortunati del naturalista antropologo John Reinold Forster, che viaggiando
sulla HMS Resolution non riuscì ad avvicinarsi e tanto meno a raggiungere il vulcano per il divieto impostogli dagli indigeni che gli dissero che altrimenti lo avrebbero mangiato. Facendo lui finta di non capire la lingua ed insistendo nel procedere gli spiegarono, molto affabilmente
e senza possibilità di equivoci, come lo avrebbero sezionato, in che modo pulito
le interiora, separata la carne dalle ossa e con quali erbe condito. Quello che Forster non sapeva è che bastava dar loro diecimila vatu e lo avrebbero portato in jeep fin quasi alla bocca del vulcano dopo averlo reso “tapu”, sacro ed inviolabile grazie ad una cerimonia che consiste nel
raggruppare i novizi per contrade d'origine e sottoporli ad un lungo sermone
bilingue in vatuenglish e vatufrançais di cui non s'è capito nulla a parte l'interiezione “any question?” con cui terminava ogni frase. Essendo noi solo tre del gruppo “Italy” ci siamo uniti al più numeroso gruppo “France” formando il gruppo francofono “Communité Européenne” in cui abbiamo
accettato, solo per poco e solo perché carina, una turista inglese. Al sermone
seguivano le danze folkloristiche in castigatissimi costumi costituti, per entrambi i sessi, da un bolerino che copriva dalle spalle alla cintola ed un gonnellino lungo fino ai piedi entrambi di corteggia  in fili spioventi e svolazzanti. Ben diversi da quelli descritti da Forster che ci informa che gli isolani di Tanna sono di colore bronzino, di forme gracili ed angolose, hanno il naso largo, occhi pieni e dolci, i lineamenti ispirano vivacità e spirito. Essi girano nudi “and the genital only are curiorsly wrapped up in leaves tied by a string and then tucked up a rope which they wear round
the waists” e che invece di nascondere le nudità ha il privilegio di farla meglio risaltare. Somigliano, dice Foster, al dio tutelare degli orti della mitologia
greca.
Le donne di Tanna, prosegue sempre Forster, piccole di statura, sono assai avvenenti in gioventù, gli occhi dolci e buoni non mancano di una certa grazia; vestono in maniera simile“have generally
long hanging breasts and beside the sealskin on their backs a small patch of the skin of a bird or seal to cover their privities. All have a countenance announcing
nothing but their wretchedness”.
I capelli sono naturalmente crespi arricciati e bruni; talvolta portano metà del volto dipinta in rosso e  metà in nero. Sul lido le donne vanno cariche di fardelli, mentre gli uomini non portano altro che le
loro armi.
Turisti incolonnati verso la cima del vulcano

Attività vulcanica

Sulla cima dello Yasur sul ciglio del cratere si assiste ad uno straordinario spettacolo pirotecnico secondo solo all'analogo spettacolo che si gode dalla cima dello Stromboli.
La mattina dopo si salpa dopo aver saltato per l'ennesima volta la dogana con i
cui uffici si è avuta una fitta corrispondenza di mancati appuntamenti e di disdette. Argentina viaggia ora clandestina nelle acque territoriali delle Vanuatu con a bordo 5 fuorilegge regolarmente immigrati nella relativa Repubblica; viaggia esponendo regolare bandiera gialla, che in passato significava: abbiamo la peste a bordo. Ora si va verso Port Vila dove si prevede di arrivare, come sempre, di notte a meno che questo vento non faccia particolari bizze; mezzanotte, è l'ora in cui indisturbati durante il
turno di guardia si redigono i diari, la direzione di Argentina cambia di continuo per l'incostanza di Eolo, ce lo dice la prosaica strumentazione di bordo, ma c'è chi preferisce sdraiato nel pozzetto
ammirare il firmamento e la Croce del Sud altalenante all'estremità della Galassia.
Sandro
Simile a Stromboli, ma il nostro è più bello

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