Cari amici ecco il nuovo blog  che vi racconterà il viaggio intorno al mondo di Argentina con Paolo ed Enrico.
Ringrazio Edoardo Scotto che lo ha realizzato e lo aggiornerà con il diario di bordo insieme a Renato. Saremo così in contatto con tutti coloro che vorranno seguirci nella nostra avventura. Come probabilmente saprete, dopo la prima traversata atlantica con Enzo, Argentina ha dovuto aspettare qualche anno gravato da problematiche varie,dubbi e incertezze prima di poter riprendere il largo.Nel frattempo su Argentina sono state apportate tante migliorie la cui realizzazione mi ha comportato un anno di intenso e faticoso lavoro. Eccoci quindi pronti a" respirare il vento degli Alisei",come dice la frase di H.Martinson, ma partendo da una convinzione intima di ricerca di se stessi. Frase sicuramente abusata da chi è sempre in cerca d'avventura in qualsiasi campo sia esso mare,montagna o quant'altro. E' per questo motivo che invece di aprire il blog con una foto "gagliarda e potente" apriamo con una foto raccolta e meditativa: la foto di Argentina all'ancora in una baia di una piccola isola greca " Kyra Panagia" dove è situato il Monastero ortodosso omonimo abitato da un monaco solitario. L'anno scorso quando abbiamo visitato il monastero mi sono fermato in un punto panoramico e dall'alto ho visto Argentina, sola, racchiusa in questa magnifica insenatura ed ho provato una sensazione intima, di raccoglimento, probabilmente esaltata anche dal luogo. Credo che questo spirito,questa sensazione mi accompagnerà durante la nuova lunga avventura.
Buon viaggio e buon vento a tutti gli amici che navigheranno con noi e buona lettura a tutti quelli che ci seguiranno da lontano e che incontreremo ogni anno al nostro "Argentina Party".
Ciao a tutti. 
Paolo.

domenica 14 maggio 2017

Oceano Pacifico 33°45' S, 175°03' E, 14 maggio 2017.



13 maggio, si salpa! Si pensava che Argentina avesse messo le radici in Nuova Zelanda ,invece con nostra grande sorpresa siamo liberi di partire. E siamo stati pure fortunati, leggendo i resoconti dei precedenti navigatori c'è chi ha atteso ben più di noi. Il problema consiste, lavori di manutenzione a parte, nel trovare il giusto momento per lasciare la Nuova Zelanda prima della stagione invernale senza incappare nei cicloni della zona tropicale.  Alle Vanuatu dove avremmo avuto appuntamento con Ornella, Bruna e Adolfo tre giorni fa il ciclone Donna ha imperversato oltre i limiti stagionali, ed è arrivato pure il terremoto, che comunque sembra non aver fatto molti danni. I nostri amici si sono consolati rimanendo a sollazzarsi alle Figi, ma la giustizia divina ha mandato loro il ciclone Ella, che, a ben guardare, come ogni ciclone, sempre donna ella è.
Il 13 maggio si è verificata una congiuntura astrale australe, chi l'ha persa dovrà restare a lungo in NZ, e ciò ha creato un superlavoro all'addetto di dogana, che deve salire su tutte le barche in partenza, timbrare i moduli con le famose dichiarazioni, senza peraltro guardarle, intrattenere una salace conversazione sul tema Italia-Argentina ed infine augurare buona fortuna e buon viaggio a nome suo ed a nome della Regina Elisabetta che egli indegnamente rappresenta.
Bob, il nostro Virgilio Australe, ci ha confezionato un itinerario triangolare con vertice nell'isola di Norfolk in quanto, stante le attuali previsioni meteo, la rotta diretta finirebbe con una bolina troppo stretta. Ma da qui a qualche giorno troppe previsioni verranno cambiate, poiché la situazione meteorologica affatto instabile è in continuo divenire.
Verso le dieci di mattina abbiamo lasciato il molo della Marsden Cove Marina per inoltrarci nello stretto canale dragato nell'estuario del fiume Whangarei, la sua profondità è comunque molto elevata in quanto siamo in alta marea sizigiale, solo l'altro ieri cadeva la luna piena; alla nostra destra un'enorme spiaggia è scomparsa inghiottita dalle acque. Si lascia a destra il molo commerciale dove alcune navi caricano una enorme quantità di tronchi di kauri del Nortlamd. Appena le acque diventano più limpide mettiamo in acqua il generatore elettrico idrodinamico dall'improbabile nome di Watt&Sea, e non appena il percorso ci dispone con la prua al vento issiamo la randa prendendo prudenzialmente una mano di terzaroli. Usciti in mare aperto svolgiamo completamente il genova e doppiamo il caratteristico Whangarei Head. Il vento viene da ostro ed il mare è meno agitato di quanto si poteva supporre per i forti venti di settentrione dei giorni precedenti.
Apriamo completamente la randa e, al gran lasco, prendiamo una rotta un po' più a destra di quanto indicatoci da Bob. Al tramonto, dopo aver di nuovo ridotto la velatura per la notte, ci appare la lunga nuvola non più bianca che dà uno dei tanti nomi a questo grande paese; non possiamo inviare la irripetibile foto del tramonto via internet poiché nessuno di noi è in grado di connettere, ma non è difficile da immaginare: è identica a tutte le foto salvaschermo che ognuno può ammirare sul proprio computer. Calata la notte si può constatare che gli strumenti elettronici non mentono osservando la Croce del Sud, facilmente identificabile grazie alle Nubi di Magellano. Al buio la rotta non si trova, ma per fortuna è una notte di luna, che sorge quasi due ore dopo il tramonto essendo passati due giorni dal plenilunio, rischiarando il nostro cammino. Incrociamo l'unica barca che si avventura nell'immenso Oceano ed orziamo per evitare la collisione.
Sandro

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