Cari amici ecco il nuovo blog  che vi racconterà il viaggio intorno al mondo di Argentina con Paolo ed Enrico.
Ringrazio Edoardo Scotto che lo ha realizzato e lo aggiornerà con il diario di bordo insieme a Renato. Saremo così in contatto con tutti coloro che vorranno seguirci nella nostra avventura. Come probabilmente saprete, dopo la prima traversata atlantica con Enzo, Argentina ha dovuto aspettare qualche anno gravato da problematiche varie,dubbi e incertezze prima di poter riprendere il largo.Nel frattempo su Argentina sono state apportate tante migliorie la cui realizzazione mi ha comportato un anno di intenso e faticoso lavoro. Eccoci quindi pronti a" respirare il vento degli Alisei",come dice la frase di H.Martinson, ma partendo da una convinzione intima di ricerca di se stessi. Frase sicuramente abusata da chi è sempre in cerca d'avventura in qualsiasi campo sia esso mare,montagna o quant'altro. E' per questo motivo che invece di aprire il blog con una foto "gagliarda e potente" apriamo con una foto raccolta e meditativa: la foto di Argentina all'ancora in una baia di una piccola isola greca " Kyra Panagia" dove è situato il Monastero ortodosso omonimo abitato da un monaco solitario. L'anno scorso quando abbiamo visitato il monastero mi sono fermato in un punto panoramico e dall'alto ho visto Argentina, sola, racchiusa in questa magnifica insenatura ed ho provato una sensazione intima, di raccoglimento, probabilmente esaltata anche dal luogo. Credo che questo spirito,questa sensazione mi accompagnerà durante la nuova lunga avventura.
Buon viaggio e buon vento a tutti gli amici che navigheranno con noi e buona lettura a tutti quelli che ci seguiranno da lontano e che incontreremo ogni anno al nostro "Argentina Party".
Ciao a tutti. 
Paolo.

venerdì 12 maggio 2017

Marsden Cove Marina, 12 maggio 2017



Proseguono gli ozi neozelandesi. Si incontra sul molo “Galatea” la barca portoghese battente bandiera canadese con la quale siamo stati due anni or sono  in “rafting up” nelle chiuse di Panama.
Fino a poco tempo fa eravamo nelle mani di Rob, il tecnico che ci ha montato il secondo autopilota e sistemato, si spera, tutta la parte elettronica, ora siamo nelle mani di Bob, il tattico meteorologo che ci indicherà la retta via da seguire per le isole Vanuatu. Sembra che sabato mattina sia l'unica stretta finestra temporale possibile per la partenza dopo gli ultimi colpi di coda dei cicloni tropicali e prima dell'imperversare dei temporali autunnali neozelandesi.
Argentina in partenza dal Marsten Cove Marina

In queste uggiose giornate si sostituiscono guarnizione ai cessi, si bucano gli chassis degli strumenti elettronici per incrementare il flusso dell'acqua di raffreddamento, si ingarbugliano le cime e non si  sa più che cosa smontare senza arrecare grave pregiudizio alla sicurezza di un'ipotetica navigazione.
C'è chi studia i manuali, chi medita, chi whatsappa, chi si chiede del perché del nome Marsden Cove Marine.
Il reverendo Samuel Marsden è persona assai autorevole e stimata qui nella regione del Northland e nell'intera Nuova Zelanda. Nell'anno 1800 egli divenne il senior Anglican minister del New South Wales a Parramatta in Australia, funzione che ricoprì fino alla fine dei suoi giorni, nel 1838. Si prodigò anche nell'ufficio di giudice, distinguendosi per la sua imparziale severità, infliggendo punizioni considerate eccessivamente severe anche per gli standard dell'epoca e che gli valse l'appellativo di “flogging parson”. La sua severità si esplicò soprattutto sui cattolici irlandesi che a suo dire sono “most wild, ignorant and savage race that were ever favoured with the light of
civilization: men that have been familiar with every horrid crime from their infancy. Their mind being destitute of every principle of religion & morality ....no confidence can be placed in them ...”.
Nel 1806 istituì il “female register” in cui classificava le donne come “married” quelle sposate  dalla Church of England e “concubine”, quelle sposate con rito cattolico, ebraico, od anche Metodista Wesleyano, per non parlare poi delle donne Maori che neanche sapevano che cosa fosse il matrimonio.
Convinse infine la Church Missionary Society ad evangelizzare la Nuova Zelanda ed insieme al missionario Thomas Kendall nel
1809 si recò nella Bay of Island dove si era recentemente insediata una comunità di avventurieri europei, esploratori, commercianti di lino e legname, marinai, balenieri, ex forzati che avevano scontato la pena in Australia o che erano evasi.
Il primo Christian Service della New Zealand ebbe luogo in inglese con traduzione simultanea in maori nel Natale 1814. Nel
1820 Kendall. il suo braccio destro, che nel frattempo aveva instaurato un florido commercio con i nativi, moschetti  e munizioni in cambio di maiali e patate, pensò bene di invaghirsi della figlia di un sacerdote Maori e di convertirsi alla sua religione. Marsden, scandalizzato da tanto ardire, fece un fortunoso ritorno
in Nuova Zelandia   su una baleniera,
naufragio compreso, per radiare di propria mano il reprobo dalla   Missione  di
Kerikeri ed infine ritornò di corsa in
Australia per impedire la pubblicazione di una grammatica Maori di Kendall a suo dire piena di errori.
Piaccia o non piaccia le relazioni di Marsden rimangono la più preziosa e minuziosa testimonianza della dei  vita Maori dei loro costumi, della religione, della poesia e del canto, dei balli licenziosi, della pratica del tatuaggio e della più invasiva pratica del “moco”, la punzecchiatura della testa con profondi solchi, pratica che fece vietare nel 1831.
Il quadro che ne risulta, peraltro confermato dai resoconti del francese d'Urville, è quello di una civiltà molto simile a quella polinesiana da cui deriva, ma  più rozza, più crudele, con minore poesia e minori conoscenze scientifiche soprattutto in campo astronomico.
Il reverendo Marsden può a ben diritto ritenersi uno dei padri fondatori della moderna Nuova Zelanda, non vi fu questione importante a cui non partecipò attivamente, fece da pacere tra le diverse fazioni implicate nella bloody girl's war ed in generale impedì che lo stile di vita dell'”antro del Pacifico” Russell diventasse quello di tutta la Nazione.
Con la sua infaticabile e generosa incessabile attività contribuì alla trasformazione e allo sviluppo dell'economia e dell'agricoltura dei nativi, importò le pecore e la coltura della vite introducendo nella missione di Kerikeri ben un centinaio di differenti varietà, poiché  “New Zealand promises to be very favourable to the vine as far as I can judge at present of the nature of the soil and climate”.
Sandro


1 commento:

  1. mon tres vieil ami
    auguroni per il tuo pesante settantunesimo genetliaco.
    Ora hai l'età giusta e le fisique du role
    per iniziare a scrivere
    la nuova versione de "il vecchio e il mare"...
    Il condominio tutto ti attende trepidante!
    Poseidone ti protegga.
    a bientot
    Corrado
    e auguroni anche da Daniela)

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