Ore 6. Ancora Enrico e Maurizio dormono ed e' ancora notte. Siamo
ancorati,sperduti nel mare aperto, in una piccola baia formata dalla
scogliera di Wyborn reef.
Ci fa compagnia un faro piantato in questo niente e una stellata
spettacolare : dalla Croce del sud al timone del Grande Carro (Orsa
maggiore) che ci fa intuire (dato che sta nell'altro emisfero) dove
possa essere la nostra stella polare.
Siamo arrivati qui ieri pomeriggio con l'ultima luce dopo aver navigato
per 80 miglia dentro la Grande barriera corallina ad oriente
dell'Australia. Una navigazione insolita:fondale sempre intorno ai 30
metri ma costellato da centinaia di piccoli e grandi reef tra cui
occorre fare bordi al lasco. Si.perche' qui siamo in pieno Aliseo che in
questi giorni soffia piu' del solito: 30 nodi invece dei 15-20.
Anche quando,il 19 giugno, siamo partiti dalla Papua Nuova Guinea
l'Aliseo pompava potente e Argentina,in ottima forma, navigava a vele
ridotte sempre intorno ai 10 nodi.
In 24 ore eravamo arrivati da Port Moresby all'ingresso del reef a Raine
island e poi, entrando nella barriera, fino ad un altro reef 20 miglia
piu' ad ovest dove abbiamo passato la notte in un rollio continuo.
Raine island e' un'isola microscopica con un bel faro sopra ad indicare
l'inizio di un percorso secondario, dentro la grande barriera, che poi
si ricongiunge piu' a nord con i grandi corridoi dove deve passare tutto
il grande traffico navale tra l'oceano Indiano e il Pacifico. Dello
stretto di Torres, che separa l'Australia dall'Asia, vi ha gia' parlato
,nelle sue dottissime relazioni, l'illustrissimo professor Sandro; non
staro' quindi a tentare di emulare la sua augusta prosa ma voglio
comunicarvi solo la mia meraviglia ed ammirazione per tutti quei
navigatori che da Torres in poi si sono cacciati, per primi, in questo
labirinto inestricabile di isole e reef navigando appunto senza carte e
con delle navi a vela (e ricodiamolo senza motore) che dal punto di
vista velico erano molto meno manovriere di una qualsiasi piccola
barchetta a vela di oggi.
Quando penso a questi uomini mi viene, ovviamente, subito il parallelo
con i grandi dell'alpinismo: andare sempre oltre a vedere che cosa c'e'
dopo....
Ai piu' sembreranno azioni sconsiderate ,inutili...da pazzi. Ma e'
proprio li il bello. Quando ti trovi davanti ad una cosa sconosciuta,un
mistero ti viene una voglia insopprimibile di andarlo a vedere. Forse
per questo Eva (contrariamente all'indole femminile) ha indotto Adamo (
e qui in perfetto accordo con la loro natura) a cogliere la mela e
farci cacciare per sempre dall'Eden e costringerci a lavorare col sudore
della fronte e partorire con grande dolore...(oggi un po' meno). Ma
forse e' stato meglio cosi': sai che palle questo Eden dove tutto e'
facile,dove tutto e' disponibile, dove non succede niente di nuovo!!!
Comunque tornando a noi e alla nostra piccola avventura, oggi andremo a
Capo York, la punta piu' settentrionale del continente australiano e li
contatteremo le capitaneria per farci dire esattamente il momento piu'
propizio per passare lo stretto dato che qui ci sono punti dove la
corrente di marea raggiunge anche gli 8 nodi. Quindi se vai contro e'
veramente dura ma anche se ce l'hai a favore e' difficile perche' non
riesci timonare bene la barca e rischi di essere trascinato in brutti
postacci.
Bando alle ciace; Enrico e Maurizio si sono alzati e tra poco bisogna
partire.
Fra un paio di giorni vi raccontero' il passaggio dello stretto vero e
proprio.
Naturalmentele le foto ormai mancheranno per un pezzo dato che il
segnale internet lo avremo forse solo in Indonesia ma sono convinto che
la vostra immaginazione, nonostante l'eta', e' ancora viva. Ciao a
tutti.
Paolo
p.s. le signore mi scusino per qualche forzatura maschilista
... il grande e forte aliseo, pieno di impeto e gioia, salubre e vitale: un'eterna e costante boccata d'aria. "H.Martinson"
Cari amici ecco il nuovo blog che vi racconterà il viaggio intorno al mondo di Argentina con Paolo ed Enrico.
Ringrazio Edoardo Scotto che lo ha realizzato e lo aggiornerà con il diario di bordo insieme a Renato. Saremo così in contatto con tutti coloro che vorranno seguirci nella nostra avventura. Come probabilmente saprete, dopo la prima traversata atlantica con Enzo, Argentina ha dovuto aspettare qualche anno gravato da problematiche varie,dubbi e incertezze prima di poter riprendere il largo.Nel frattempo su Argentina sono state apportate tante migliorie la cui realizzazione mi ha comportato un anno di intenso e faticoso lavoro. Eccoci quindi pronti a" respirare il vento degli Alisei",come dice la frase di H.Martinson, ma partendo da una convinzione intima di ricerca di se stessi. Frase sicuramente abusata da chi è sempre in cerca d'avventura in qualsiasi campo sia esso mare,montagna o quant'altro. E' per questo motivo che invece di aprire il blog con una foto "gagliarda e potente" apriamo con una foto raccolta e meditativa: la foto di Argentina all'ancora in una baia di una piccola isola greca " Kyra Panagia" dove è situato il Monastero ortodosso omonimo abitato da un monaco solitario. L'anno scorso quando abbiamo visitato il monastero mi sono fermato in un punto panoramico e dall'alto ho visto Argentina, sola, racchiusa in questa magnifica insenatura ed ho provato una sensazione intima, di raccoglimento, probabilmente esaltata anche dal luogo. Credo che questo spirito,questa sensazione mi accompagnerà durante la nuova lunga avventura.
Buon viaggio e buon vento a tutti gli amici che navigheranno con noi e buona lettura a tutti quelli che ci seguiranno da lontano e che incontreremo ogni anno al nostro "Argentina Party".
Ciao a tutti.
Paolo.
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