Ieri mattina, avendo deciso di fermarci all'estremità Sud
Orientale della Nuova Guinea, optando per l'ampia e ben riparata, almeno sulla
carta, Dumagabei Bay nell'isola di Talgula, dell'Archipel de la Louisiade, si è
stimato il tempo d'arrivo in piena notte e durante la marea montante e quindi
con forte corrente entrante attraverso la passe. Si è quindi provato a
rallentare in tutti i modi possibili, aggiungendo mani di terzaroli
inesistenti, sostituendo il fiocco con la trinchetta, provando a pescare una balena
a poppa, frenando con i piedi nell'acqua; si è provata anche la cappa, mura a
sinistra e mura a dritta ed alla fine si è optato per procedere con la sola
trinchetta allungando il percorso tenendosi un po' più all'orza della rotta
diretta e prevedendo una strambata all'alba di questa mattina, una volta
raggiunto l'allineamento con la passe.
Nel pomeriggio si è anche pescato un pesce, questa volta
un inequivocabile tonnetto, di circa sei chili, che Paolo ha pulito e messo in
frigo, da barattare con verdura fresca, dato che non possediamo neppure una
kina, una conchiglia bucata, moneta ufficiale di PNG, Papua Nuova Guinea.
Verso mezzanotte, Giancarlo che era di guardia, ha dovuto
ingaggiare a sagolate un combattimento corpo a corpo con un uccello che aveva
scambiato Argentina per una toilette galleggiante. Si è trattato di un raro
esemplare di Sula Cacatrix della famiglia Diarroica secondo Linneo.
L'eterno problema delle maree consiste nel fatto che,
dopo anni di navigazione, non siamo ancora riusciti a capire se esse sono
riferite all'ora locale, all'ora di Londra, o all'ora di Porta Metronia. La
stazione di marea a noi più vicina è quella di Cape de la Delivrance che ci
dava una stanca alle 7,30 di mattina. Il Cape de la Delivrance si trova
all'estremo Sud-Est dell'isola di Rossel, estremo punto della Nuova Guinea.
Delivrance, liberazione, per gli equipaggi della Boudeuse e dell'Étoile che
poterono finalmente governare verso Nord, sfuggendo alle mille insidie del Mar
dei Coralli. Ce li immaginiamo anche dentro la nostra splendida baia a cercare
disperatamente un moillage, che non riuscirono mai a trovare, correndo “nos
bordes à tâtons au milieu d'une mer semée des écueils, étant obligés de fermer
les yeux sur tous les index de danger.” Neppure scandagliando poiché “la
certitude du péril ne l'eût pas diminué, et il étoit le même quelque autre partie que nous eussions pris.
Au reste nous devons nôtre salue à la connoissance que nous eûmes de la terre
le 10 du matin immédiatement avant cette suite de gros tems et de brume”.
Sfortunatamente, scrive sempre Bougainville, il nostro peggiore nemico era a
bordo: la fame. Bisognava vietare di mangiare i cuoi con cui si ripongono le
verghe ed altri vecchi cuoi che provocano funeste indigestioni. Ci restava una
capra, nostra compagna d'avventura fin dalle Isole Malvine dove l'avevamo
presa. Ogni giorno ci dava un po' di latte. Gli stomaci affamati la
condannarono a morire; non ho potuto piangerla ed il marinaio che l'accudiva da
così lungo tempo “a arrosé de ses larmes la victime qu'il immoloit à nôtre
faim”.
Sandro
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