Nargana, sabato 14 febbraio
La mattina al risveglio si appura che nulla di quanto paventato è avvenuto. Siamo sempre nella baia con l'ancora ben salda nella sabbia col vento che fischia a 25 Kn in un'atmosfera da rifugio alpino in una giornata di cattivo tempo. Gli incendi di sottobosco e di palme sull'isola, incendi che avevamo notato nella notte nei ripetuti sguardi da sonnambuli, erano terminati. Un X55 alla nostra sinistra, che per tutta la notte aveva brandeggiato in modo pauroso, se ne era andato alle prime luci dell'alba in cerca di posti più tranquilli, ammesso che ve ne siano, ed è stato sostituito da una barca battente bandiera italiana, ovviamente disimmatricolata. Dall'ascolto del solito canale 68 appuriamo trattarsi di una imbarcazione, dovremmo dire natante, che svolge attività di charter e sono molto preoccupati per il vento in quanto la lancia dei Guna con il pane fresco potrebbe non arrivare. In tarda mattinata, annoiati da questa vita di meditazione francescana, decidiamo di trasferirci nella grande città Guna di Nargana dalla sfrenata e lussuriosa vita mondana. Con la sola trinchetta al lasco in un paio d'ore copriamo le poche miglia che ci separano da questa e diamo fondo nella ben riparata baia che separa l'isola di Nargana dal continente.
Andiamo a terra col tender verso sera per constatare che la vita notturna delle due metropoli Guna di Nargana e Corazon de Jesus collegate dal Ponte dell'Amicizia non è poi così sfavillante come descritta.
Sandro
Ciao marineros del barco Argentina ! Come procede la navigazione ? Vi state divertendo ? Vi salutano tutti e buon vento ! ! ! A presto !
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