San Felipe de Portobelo, venerdì 19 febbraio
Di buon ora Argentina salpa dalle Holandes Orientali dirigendosi a vele spiegate verso Occidente di bolina larga, quasi un traverso, alla velocità di 8 – 9 nodi. Dopo un'ora di navigazione, al traverso di Capo San Blas, l'equipaggio schierato sul ponte sull'attenti ammaina idealmente la bandiera, che non possedevamo, della Comarca de Guna Yala, intonando l'inno nazionale Guna. E' con vivo rammarico che si lascia la Comarca proprio ora che sta per cadere la festa nazionale in ricordo della rivoluzione del 25 febbraio 1925. Cosa poi ci sia da festeggiare è opinabile, visto che dopo pochi giorni intervennero i marines degli Stati Uniti che soppressero l'autoproclamata Repubblica Guna ed assoggettarono l'intera Nazione ad uno dei tanti dittatori panameñi da loro insediati. Verso le 13 la ciurma stremata non dalla fatica e dalla fame, come quella del 1510, ma dall'eccessivo riposo e dall'abbondanza di cibo vista una rada ospitale esclama “Paremos aqui, en nombre de Dios!”, ma il nostro severo Capitano Don Pablo Cudolezs de Chicharra Argentina inflessibile punta su Puerto Bello, rada frequentata dai Pirates Mecánicos.
San Felipe de Portobelo, sabato 20 febbraio
Giornata piovigginosa dedicata all'approfondimento spirituale e materiale. Si va a terra ormeggiando il tender ad una “esquela de ritmo” ed a passo di “congo” si procede con devozione fino al Cristo Negro nella Cattedrale di San Felipe. Si visita il Fuerte San Jeronimo con i suoi innumerevoli cannoni puntati a difesa della baia, che però non furono in grado di respingere gli attacchi dei Privaters anglicani contro la cattolicissima Spagna, né impedirono il saccheggio delle pietre più grosse da parte dei “barberini” made in USA. Molto interessante la visita del piccolo museo nello storico edificio, un po' malconcio come tutto il resto qui, della Real Aduana de Portobelo. Un filmato (in spagnolo), una serie di plastici, di reperti e documenti vari permettono di avere un'idea abbastanza chiara della situazione nei primi duecentocinquanta anni dell'era colombiana nel triangolo i cui vertici sono costituiti sul Pacifico dalla città di Panama e sull'Atlantico dal Forte di S. Lorenzo e da Portobelo. Tra questi tre punti avvenivano i principali traffici tra il Pacifico e l'Europa; le merci sbarcate nel porto di Panama venivano caricate su muli e giungevano attraverso il “Camino Real” in un primo tempo a Nombre de Dios, successivamente, dopo la distruzione di questa da parte di Francis Drake nel '96, a Portobelo. Oltre a questo percorso completamente via terra si utilizzò anche il “Sendero Las Cruces” che da Panama arrivava alla località Las Cruces sul lago Gamboa, da qui lungo il Rio Charges fino al Fuerte S. Lorenzo, quindi via mare a Portobelo dove veniva imbarcata per l'Europa. Dopo questi approfondimenti culturali ci dedichiamo a rimpinguare la kambusa presso i supermercati gestiti dai nuovi conquistadoles dagli occhi a mandolla.
Sandro
Nessun commento:
Posta un commento