Bella, semplicemente bella Salvador De Bahia, dove abbiamo passato i giorni al
ritorno da Chapada Diamantina in attesa di partire verso il nord.
L’elevador Lacerda (un ascensore storico prima a vapore,poi elettrificato
dalla Otis) a cinque minuti dal marina ci consente di colmare in 15
secondi i cento metri di dislivello tra il mare ed uno dei centri storici
più belli, forse il più bello, di tutto il sud America.
ritorno da Chapada Diamantina in attesa di partire verso il nord.
L’elevador Lacerda (un ascensore storico prima a vapore,poi elettrificato
dalla Otis) a cinque minuti dal marina ci consente di colmare in 15
secondi i cento metri di dislivello tra il mare ed uno dei centri storici
più belli, forse il più bello, di tutto il sud America.
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Il famoso elevador Lacera che collega il livello del mare con il Pelorigno |
Si sbarca sulla piazza della ottocentesca prefettura dove una grande
terrazza allarga lo sguardo sulla baia de Todos os Santos in cui oggi
ancorano le grandi portacontainers e ieri arrivavavo le navi carche di
schiavi strappati dall’Africa occidentale.
Nelle vecchie foto compaiono i velieri ripresi dall’alto, dal centro della
vecchia città dove, al Pelourinho, si svolgeva il commercio dei neri.
Oggi un centro storico perfettamente ristrutturato accoglie i turisti sotto
l’occhio vigile di tanta polizia.
Una scelta governativa per i mondiali di calcio del 2014 che ha dato i
suoi frutti: centinaia di turisti si mischiano con i locali
sull’acciottolatao delle piazze presidiate da bellissime chiese barocche.
In una delle piazze più belle si confrontano ben quattro igreje ma su
tutte spicca quella de Sao Francisco.
E’un barocco talmente carico di decorazioni e di oro che sicuramente i
nostri Bernini e Borromini storcerebbero il naso, ma noi (che non siamo
invidiosi) ci godiamo l’interno della chiesa durante un triduo di
ringraziamento con canti in portoghese dal vago ricordo tribale africano.
Poi il chiostro che, con i suoi magnifici azulejos portoghesi dipinti a
mano, ricorda ai fedeli sia episodi del vecchio e nuovo testamento sia le
virtù da praticare per non incorrere nelle pene dell’inferno.
La sera il centro si anima con gruppi di percussionisti che diffondono la
potenza dei loro ritmi sullo sfondo delle facciate di chiese e palazzi
sapientemente illuminati.
Certo Salvador non è solo questa meraviglia, c’è una gran parte di città
moderna con tanti mediocri grattacieli, centri commerciali e poi tante
favelas dove la povertà e quindi la delinquenza la fa da padrona.
Noi questi posti li abbiamo traversati col taxi ma l’idea ce la siamo
fatta.
Un’altra visita è stata al museo nautico ospitato dal Forte di Santo
Antonio costrito nel seicento sulla punta che da accesso alla baia. Un
forte con possenti mura sguinciate che secondo la tradizione militare
deviavano le cannonate delle navi nemiche. E al di sopra un faro, il
primo di tutto il sud America costruito a fine seicento in seguito al
disastroso naufragio notturno di un galeone portoghese.
terrazza allarga lo sguardo sulla baia de Todos os Santos in cui oggi
ancorano le grandi portacontainers e ieri arrivavavo le navi carche di
schiavi strappati dall’Africa occidentale.
Nelle vecchie foto compaiono i velieri ripresi dall’alto, dal centro della
vecchia città dove, al Pelourinho, si svolgeva il commercio dei neri.
Oggi un centro storico perfettamente ristrutturato accoglie i turisti sotto
l’occhio vigile di tanta polizia.
Una scelta governativa per i mondiali di calcio del 2014 che ha dato i
suoi frutti: centinaia di turisti si mischiano con i locali
sull’acciottolatao delle piazze presidiate da bellissime chiese barocche.
In una delle piazze più belle si confrontano ben quattro igreje ma su
tutte spicca quella de Sao Francisco.
E’un barocco talmente carico di decorazioni e di oro che sicuramente i
nostri Bernini e Borromini storcerebbero il naso, ma noi (che non siamo
invidiosi) ci godiamo l’interno della chiesa durante un triduo di
ringraziamento con canti in portoghese dal vago ricordo tribale africano.
Poi il chiostro che, con i suoi magnifici azulejos portoghesi dipinti a
mano, ricorda ai fedeli sia episodi del vecchio e nuovo testamento sia le
virtù da praticare per non incorrere nelle pene dell’inferno.
La sera il centro si anima con gruppi di percussionisti che diffondono la
potenza dei loro ritmi sullo sfondo delle facciate di chiese e palazzi
sapientemente illuminati.
Certo Salvador non è solo questa meraviglia, c’è una gran parte di città
moderna con tanti mediocri grattacieli, centri commerciali e poi tante
favelas dove la povertà e quindi la delinquenza la fa da padrona.
Noi questi posti li abbiamo traversati col taxi ma l’idea ce la siamo
fatta.
Un’altra visita è stata al museo nautico ospitato dal Forte di Santo
Antonio costrito nel seicento sulla punta che da accesso alla baia. Un
forte con possenti mura sguinciate che secondo la tradizione militare
deviavano le cannonate delle navi nemiche. E al di sopra un faro, il
primo di tutto il sud America costruito a fine seicento in seguito al
disastroso naufragio notturno di un galeone portoghese.
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Il primo faro del Sud America (fine del seicento) sulla punta di Salvador |
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La lanterna del faro... |
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..costruita a Parigi nel 1889, ha sostituito la precedente ad olio |
Il museo contiene una ricca collezione di strumenti, carte nautiche e
pannelli illustrativi delle scoperte/colonizzazioni portoghesi ed alla
fine una stanza interamente dedicata al rapporto con gli schiavi. Un
antico disegno mostra il terribile modo in cui venivano stipati i neri
trasportati dall’Africa a Salvador per lavorare nelle piantagioni di canna
da zucchero.
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Carta nautica del 1800 nel museo marittimo |
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Trasporto degli schiavi dall Africa a Salvador via nave |
La visita della città è oggi finita nel più importante centro commerciale
per una mega spesa: abbiamo riempito dieci grandi carrelli per poter
affrontare un mese di navigazione e sicuramente non basterà soprattutto la
roba fresca. Speriamo di integrare con la pesca. Michele e soprattutto
Stefano (che il 27 erano arrivati dall’Italia ) sono dei maestri nel
campo.
Domani partiremo per l’ultima isola brasiliana a nord est: Fernando de
Noronha.
Più di 700 miglia di bolina. Speriamo non troppo stretta!!!
Paolo
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