19 maggio 2018;
lat 14 29 nord; long 33 15 ovest
Da quando abbiamo mollato la cima che, come un cordone
ombelicale, ci teneva in contatto con il peschereccio e quindi con il
micromondo di Penedos dos Sao Pedro e Sao Paulo, ci siamo immersi nell’altro
sconfinato mondo dell’oceano.
I primi due giorni sono stati di calme e piogge.
La famosa ITCZ
(Inter Tropical Convergence Zone) è una fascia all’altezza dell’equatore
in cui il vento si spegne. L’aliseo
dell’emisfero australe che spirava da sud est si indebolisce e muore mentre si
prepara quello da nord est dell’emisfero boreale. Ma prima di riprendere vigore bisogna appunto
attraversare questa ITCZ (senza vento e
con molta pioggia) che, come tutte le cose metereologiche ha dei contorni non
definiti ma probabilistici.
Comunque ce la siamo cavata con 36 ore di motore ed una
grande umidità anche all’interno della barca.
C’era poco da fare, Argentina andava da sola a motore
senza alcun intervento per governarla e la nostra attenzione era soprattutto
concentrata all’immobilismo. Solo in questo modo riuscivamo a diminuire la
sensazione di caldo afoso dei 31 gradi e 80% di umidità sia di giorno che di
notte.
Il 16 maggio, quasi a
3 gradi di latitudine nord, è ripreso, prima debolmente poi in maniera
stabile l’aliseo di NE.
Bisognerebbe fargli un monumento a questa benedetta forza
della natura che ti fa correre lungo gli oceani e che è stato uno dei motori
più importanti della storia permettendo al nostro ligure di scoprire l’America
ed iniziare un’epoca di viaggi e scoperte per tutta la nostra Europa.
Senza dimenticare le rotte commerciali che l’oriente e
segnatamente la Cina percorrevano tra Asia ed Africa ben prima che a Colombo
fossero affidate le tre caravelle.
Ora navighiamo da quattro giorni in pieno Aliseo che
spira da NE tra 15 e
25 nodi. E sarà cosi probabilmente (Bob , il metereologo,
conferma) fino all’arrivo.
Stiamo in bolina mura a dritta con rotta 335-345 sempre
sbandati a sinistra, cosa che ha un unico pregio per la cucina: almeno non c’è
il rischio che ti caschi la pentola addosso; ma la vita di bordo è faticosa
perché per spostarsi anche all’interno della barca bisogna reggersi bene.
Immaginatevi che può succedere quando si è seduti sul
w.c. !
Probabilmente ne avremo almeno per altri 10 giorni: il
più lungo bordo di bolina mai fatto in vita mia.
Tre mila cinquecento miglia: molto più che andare da New
York a Lisbona!
Paolo
Nessun commento:
Posta un commento