25 maggio 2018; lat 30 20 nord, long 36 31 ovest
Come vi dicevo qualche giorno fa è la prima volta che mi capita di fare
una bolina così lunga sempre mura a dritta per 20 giorni...ma forse oggi
finirà perché l’aliseo comincia a mostrare segni di cedimento davanti alla
famosa alta pressione delle Azzorre in cui stiamo entrando.
Durante una navigazione così lunga, scrivere un diario che abbia delle
novità è un’impresa ardua e allora ecco due righe sulla vita di bordo.
Si svolge scadenzata dai turni di guardia, dalle manovre per ridurre o
aumentare la velatura in funzione dell’intensità del vento, dai pranzi e
poche altre incombenze di manutenzione e controllo.
C’è chi vive più dentro, chi preferisce stare fuori ma certo quattro
persone, una piccola comunità, che vivono in 30 metri quadri devono
trovare un equilibrio di convivenza sia fisico che psicologico.
In bolina poi la cabina di prua diventa impraticabile sia per il
beccheggio sia per la poca acqua che trafila dagli oblò ormai da
revisionare. Quindi Mariano e Michele sono emigrati nella dinette di
poppa per dormire riducendo lo spazio a disposizione.
Lentamente affiorano aspetti del carattere differenziati e in modo
naturale si creano ruoli: chi si impossessa della cucina (anche perché gli
altri la disdegnano), chi delle manovre veliche, chi del pc su cui si
segue la rotta e le previsioni meteo.
Solo a volte l’equilibrio viene annuvolato da diverse impostazioni sulla
navigazione soprattutto sulla rotta più conveniente da seguire: chi vuole
andare più controvento, chi meno, chi studiando le carte meteo a lunga
previsione avvalora o smentisce (raramente) le indicazioni del metereologo
Bob.
Poi sentiti tutti i pareri interviene lo skipper che decide e la
discussione termina li.
Si riprende il ritmo quotidiano di manovre, letture, cucina e , molto
attesa, la sera per il collegamento con il satellitare.
Trasmettiamiamo e riceviamo le mail del meteo, di Bob e di tutti gli amici
che scrivono. Il nostro è un puntino infinitesimale perso nell’azzurro
che, grazie al progresso tecnologico, riesce a rimanere in contatto.
Se pensiamo che fino a cento anni fa i marinai partivano e di loro non si
avevano più notizie almeno fino al loro arrivo…o forse non se ne avevano
più per sempre!!! Naufragi o donne di altri mondi?
Poi è venuto Guglielmo Marconi che è riuscito a collegarsi dalla nave
Elettra al continente ed è iniziata una nuova era. Oggi, con i
collegamenti satellitari, tutto è diventato facile e se poi si paga di più
si può avere anche internet a bordo (noi no).
Spesso si dimentica come si viveva solo pochi decenni fa con molte meno
cose…e si viveva bene lo stesso.
Ricordo ancora la meraviglia per la prima televisione in bianco e nero, la
prima 600 e tanti altri oggetti che oggi ci sembra impossibile non
possedere.
Amarcord a parte… il nostro collegamento quotidiano è diventato un momento
di attesa un po’ come, una volta, si aspettava il postino e siamo tornati
a scrivere le lettere anche se con la tastiera invece che con la penna.
Poi arriva la notte che, salendo di latitudine, si accorcia giorno dopo
giorno mentre ogni volta vediamo la Luna crescere.
Alle nove il primo monta di guardia per tre ore mentre gli altri vanno a
letto.
A mezzanotte ci sarà il secondo e alle tre il terzo. Io non sono di
guardia ma faccio il jolly; quando c’è un’emergenza (una manovra sulle
vele, un incrocio con le poche navi, ecc.) vado in aiuto a chi è di turno.
Notti tranquille si alternano a quelle insonni in cui bisogna lavorare a
volte sotto la pioggia; i groppi ne portano tanta!
Poi quando torno in cuccetta, prima di riaddormentarmi, i pensieri vagano
ma spesso si concentrano su Argentina. Quello scricchiolio sentito poco
fa sarà questo o quell’altro?, chi è di guardia ha il giubbetto
salvagente?, il vento aumenterà?, la rotta è giusta?
Basta! Ho fatto tutto quello che dovevo.
Buonanotte!
Paolo
Come vi dicevo qualche giorno fa è la prima volta che mi capita di fare
una bolina così lunga sempre mura a dritta per 20 giorni...ma forse oggi
finirà perché l’aliseo comincia a mostrare segni di cedimento davanti alla
famosa alta pressione delle Azzorre in cui stiamo entrando.
Durante una navigazione così lunga, scrivere un diario che abbia delle
novità è un’impresa ardua e allora ecco due righe sulla vita di bordo.
Si svolge scadenzata dai turni di guardia, dalle manovre per ridurre o
aumentare la velatura in funzione dell’intensità del vento, dai pranzi e
poche altre incombenze di manutenzione e controllo.
C’è chi vive più dentro, chi preferisce stare fuori ma certo quattro
persone, una piccola comunità, che vivono in 30 metri quadri devono
trovare un equilibrio di convivenza sia fisico che psicologico.
In bolina poi la cabina di prua diventa impraticabile sia per il
beccheggio sia per la poca acqua che trafila dagli oblò ormai da
revisionare. Quindi Mariano e Michele sono emigrati nella dinette di
poppa per dormire riducendo lo spazio a disposizione.
Lentamente affiorano aspetti del carattere differenziati e in modo
naturale si creano ruoli: chi si impossessa della cucina (anche perché gli
altri la disdegnano), chi delle manovre veliche, chi del pc su cui si
segue la rotta e le previsioni meteo.
Solo a volte l’equilibrio viene annuvolato da diverse impostazioni sulla
navigazione soprattutto sulla rotta più conveniente da seguire: chi vuole
andare più controvento, chi meno, chi studiando le carte meteo a lunga
previsione avvalora o smentisce (raramente) le indicazioni del metereologo
Bob.
Poi sentiti tutti i pareri interviene lo skipper che decide e la
discussione termina li.
Si riprende il ritmo quotidiano di manovre, letture, cucina e , molto
attesa, la sera per il collegamento con il satellitare.
Trasmettiamiamo e riceviamo le mail del meteo, di Bob e di tutti gli amici
che scrivono. Il nostro è un puntino infinitesimale perso nell’azzurro
che, grazie al progresso tecnologico, riesce a rimanere in contatto.
Se pensiamo che fino a cento anni fa i marinai partivano e di loro non si
avevano più notizie almeno fino al loro arrivo…o forse non se ne avevano
più per sempre!!! Naufragi o donne di altri mondi?
Poi è venuto Guglielmo Marconi che è riuscito a collegarsi dalla nave
Elettra al continente ed è iniziata una nuova era. Oggi, con i
collegamenti satellitari, tutto è diventato facile e se poi si paga di più
si può avere anche internet a bordo (noi no).
Spesso si dimentica come si viveva solo pochi decenni fa con molte meno
cose…e si viveva bene lo stesso.
Ricordo ancora la meraviglia per la prima televisione in bianco e nero, la
prima 600 e tanti altri oggetti che oggi ci sembra impossibile non
possedere.
Amarcord a parte… il nostro collegamento quotidiano è diventato un momento
di attesa un po’ come, una volta, si aspettava il postino e siamo tornati
a scrivere le lettere anche se con la tastiera invece che con la penna.
Poi arriva la notte che, salendo di latitudine, si accorcia giorno dopo
giorno mentre ogni volta vediamo la Luna crescere.
Alle nove il primo monta di guardia per tre ore mentre gli altri vanno a
letto.
A mezzanotte ci sarà il secondo e alle tre il terzo. Io non sono di
guardia ma faccio il jolly; quando c’è un’emergenza (una manovra sulle
vele, un incrocio con le poche navi, ecc.) vado in aiuto a chi è di turno.
Notti tranquille si alternano a quelle insonni in cui bisogna lavorare a
volte sotto la pioggia; i groppi ne portano tanta!
Poi quando torno in cuccetta, prima di riaddormentarmi, i pensieri vagano
ma spesso si concentrano su Argentina. Quello scricchiolio sentito poco
fa sarà questo o quell’altro?, chi è di guardia ha il giubbetto
salvagente?, il vento aumenterà?, la rotta è giusta?
Basta! Ho fatto tutto quello che dovevo.
Buonanotte!
Paolo
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