Cari amici ecco il nuovo blog  che vi racconterà il viaggio intorno al mondo di Argentina con Paolo ed Enrico.
Ringrazio Edoardo Scotto che lo ha realizzato e lo aggiornerà con il diario di bordo insieme a Renato. Saremo così in contatto con tutti coloro che vorranno seguirci nella nostra avventura. Come probabilmente saprete, dopo la prima traversata atlantica con Enzo, Argentina ha dovuto aspettare qualche anno gravato da problematiche varie,dubbi e incertezze prima di poter riprendere il largo.Nel frattempo su Argentina sono state apportate tante migliorie la cui realizzazione mi ha comportato un anno di intenso e faticoso lavoro. Eccoci quindi pronti a" respirare il vento degli Alisei",come dice la frase di H.Martinson, ma partendo da una convinzione intima di ricerca di se stessi. Frase sicuramente abusata da chi è sempre in cerca d'avventura in qualsiasi campo sia esso mare,montagna o quant'altro. E' per questo motivo che invece di aprire il blog con una foto "gagliarda e potente" apriamo con una foto raccolta e meditativa: la foto di Argentina all'ancora in una baia di una piccola isola greca " Kyra Panagia" dove è situato il Monastero ortodosso omonimo abitato da un monaco solitario. L'anno scorso quando abbiamo visitato il monastero mi sono fermato in un punto panoramico e dall'alto ho visto Argentina, sola, racchiusa in questa magnifica insenatura ed ho provato una sensazione intima, di raccoglimento, probabilmente esaltata anche dal luogo. Credo che questo spirito,questa sensazione mi accompagnerà durante la nuova lunga avventura.
Buon viaggio e buon vento a tutti gli amici che navigheranno con noi e buona lettura a tutti quelli che ci seguiranno da lontano e che incontreremo ogni anno al nostro "Argentina Party".
Ciao a tutti. 
Paolo.

giovedì 30 giugno 2016

29 giugno 2016 in navigazione verso Palmerston Lat. 17 45 Long. 161 48 SAN PIETRO E PAOLO

Inizio facendo gli auguri a me e a tutti i miei amici con questo nome.
Nel giorno del santo pescatore e del santo viaggiatore eccomi qui a
festeggiare (purtroppo senza la mia signora) in mezzo al Pacifico
veleggiando con 25-30 nodi di vento.    Non sara' una gran festa, come
quella del compleanno passato a cena in un buon ristorante di Tahaa con
Rita,Bruna ,Adolfo e Sandro.  Ma la cena sara' comunque di qualita'
avendo ieri pescato un tonno pinna gialla sui 5 kg che gia' a sera
abbiamo assaggiato crudo con il limone:ottimo.
Domattina dovremmo arrivare a Palmerston, un atollo sperduto nell'oceano
che fino al 1862 era disabitato.   Poi un inglese, William Marsters,
decise di colonizzarlo.  Compro' un bel po di piantine di palme da cocco
e prese (forse le sposo')tre donne polinesiane.  Con armi e bagagli si
fece portar sull'atollo e inizio' la sua opera di pioniere.  Di giorno
seminava le piante, di notte le signore.   Risultato: ad oggi ci sono
vari motu coperti dalle palme e gli abitanti da quattro (1+3) sono
diventati una sessantina tutti, ovviamente, con il cognome Marsters.
Comunque  il nostro, per evitare litigi fra le tre famiglie, ha
provveduto, ancora in vita , a dividere la terra fra le tre
discendenze.  E pare che la cosa abbia funzionato.
Domani ci fermeremo un paio di giorni e magari vi raccontero' qualche
altra curiosita' su questo posto sperduto (sempre se troviamo le boe
descritte dal portolano,indispensabili per ormeggiare dato che non
possiamo entrare nella passe troppo bassa e che non e' possibile mettere
l'ancora visto che le pareti dell'atollo precipitano quasi
verticalmente).
Paolo
p.s. fino a quando non troveremo un wifi niente foto.

25 giugno 2016 Raiatea Uturoa BUROCRAZIA, APPARIZIONI E RIPARAZIONI



25 giugno 2016 Raiatea Uturoa.


Passano due giorni prima che la capitaneria di Tahiti risponda accordando il permesso di uscita.  E' la mail che ho spedito con tutti i dati della barca e con in fondo un timbro del gran Commodoro.  Mi illumino d'immenso e trionfante, anche se sotto la pioggia,mi avvio alla Gendarmerie col mio tablet. Naturalmente oggi e' di turno un gendarme diverso da quello di ieri e quindi si ricomincia da capo; quando poi arrivo a mostrare il tablet con la mail lui esclama d'accord mais ce necessarie le copie papier.  O santa Madonna ,penso tra me e me, dove e come faccio a stampare dal tablet.  Poi mi viene in mente di chiedergli se puo' andare bene inoltrargli la mail del Commodoro.  Lui storce il naso ma poi grufola peut etre ,un istant e telefona al suo superiore. OK si puo' fare.
Lasio i passaporti e un altro modulo cartaceo e nonostante il diluvio vado subito alla posta dove, nel fangoso piazzale di ieri, riprendo il segnale wifi.
Accendo il tablet, reggendo con l'altra l'ombrello: mi servirebbe un'altra mano per digitare. Allora mi ficco l'ombrello nei calzoni (davanti,non dietro come nelle vignette di Altan) e con le due mani lavoro sul tablet finche' una ventata piu' forte delle altre non mi sposta l'ombrello. Istintivamente afferro il manico ma mi cade il tablet nel fango. Porco c...! esclamo furioso  ma quando mi rialzo dopo aver raccolto il tablet, con gli occhi al cielo, noto uno squarcio di sereno.
Un raggio di sole ne approfitta per illuminare il piazzale e improvvisamente mi appare in tutta la sua giunonica bellezza Santa Polinesia.  Da pessimo cattolico (quale sono) mi viene in mente la canzone che al vespro intonava bella tu sei qual sole, bianca piu' della luna, ma le stelle le piu' belle non son belle al par di te.  Veramente Santa Polinesia non e' bianca ma bella abbronzata: i suoi vestiti hanno i colori delle lagune e le sue dolci mani mi accolgono e mi invitano ad avere pazienza.  Rasserenato da questa apparizione, dopo aver girato la mail alla gendarmeria di Raiatea torno in caserma. Voila', esordisco mostrando il tablet, ma lui ,pur non avendo ricevuto ancora niente perche' hanno l'ordinateur scassato, senza controllare niente mi resttituisce i passaporti e il modulo firmato e timbrato.  Il timbro aprira' le porte per uscire: quattro giorni per averlo. Grazie Santa Polinesia!
Il giorno prima era venuto a bordo un tecnico elettronico che si era offerto di riparare l'autopilota rotto. Non era quello interpellato da Vairea ma uno subito disponibile. Avevamo accettato e ieri avevo messo sottosopra la barca per consentirgli di controllare i collegamenti.
Oggi invece alterna momenti di entusiasmo a momenti di assoluto pessimismo. Insomma, appena tornato felice dalla gendarmeria mi devo scontrare con la dura relta' delle riparazioni. Tutto rimandato a domani quando il tecnico riportera' la centralina che terra' in prova tutta la notte.
Per consolarci e festeggiare il permesso di uscita ce ne andiamo a cena al Tom Tom dove oltre a mangiar bene c'e'(come si intuisce dal nome) un ottimo segnale wifi.

Il tavolo da carteggio durante i lavori


26 giugno 2016 Raiatea
ADDIO POLINESIA

La mattina ci svegliamo con una brutta sorpresa: la bici che Enrico aveva legata al palo e' praticamente nuda, manca la sella,le ruote e la pompa. I polinesiani sono simpatici e allegri ma credo che il vizietto di utilizzare le cose altrui non lo abbiano perso.  Non che da noi sia meglio,ma qui fin dai tempi del Capitan Cook, si prendevanoin prestito addirittura le scialuppe di salvataggio della nave inglese. Alle rimostranze di Cook rispondevano che lui aveva ragione, ma poi continuavano tranquillamente a prendere in prestito.
Mentre Enrico riesce a trovare (o meglio comprare) in un negozio tutto il materiale ,io e Gianni attendiamo pazienti il responso del tecnico che nel frattempo e' tornato fiducioso con la centralina.  La monta,ma non va. La rismonta,la riprova,la rigira,la manipola, la modifica ma niente non vuol funzionare.  A questo punto Richard decreta che non c'e'
niente da fare: bisogna cambiare tutto.  Ovviamente qui non si puo'
fare. Partiremo con un solo autopilota. Santa Polinesia ,questa volta non ci ha aiutato.
A mezzogiorno,con il morale non proprio alle stelle e sotto un cielo carico di pioggia molliamo definitivamente gli ormeggi.  Dopo piu' di un anno in Polinesia ci avviamo verso ovest.  Uciamo dalla passe e facciamo rotta verso Suwarrow, un piccolo atollo delle isole Cook con due soli
abitanti: i guardiani del parco nazionale.  Prima di loro l'isola era stata abitata per anni da Tom Mill , un neozelandese che da eremita aveva trovato la pace dei sensi e scritto pure un libro (d'altronde che altro poteva fare?).

La dinette di Argentina durante i lavori


27 giugno 2016
IN NAVIGAZIONE  lat 16 25 S  long 155 38 W

Ieri il vento ha soffiato forte e durante la notte abbiamo preso due mani di terzaroli (ridotto la superficie della randa) con il mare bello formato La mattina ,visto che il vento non molla (fino a 35 nodi in barba alle previsioni di Meteo France e Weather on line che davano concordemente 20
nodi) decidiamo di cambiare destinazione.  Suwarrow,con questo vento, sarebbe impraticabile e anche dentro la laguna si ballerebbe troppo.
Decidiamo di andare direttamente  a Niue, forse fermandoci a Palmerstron un altro curioso atollo sulla strada. La barca, con la velatura ridotta,viaggia sicura in mezzo alle onde arrivando anche a velocita' di
18 nodi sulla terra e 20 sull'acqua.
La sera,memore delle leezioni di Rita, mi esibisco in una frittata.  Vi assicuro che non e' facile girare una frittata di 6 uova mentre la barca rolla e beccheggia. Comunque armato di uno straccio per proteggere il braccio da eventuali scottature, la rigiro almeno tre volte e il risultato e' piu' che soddisfacente.
Paolo
 

lunedì 27 giugno 2016

Raiatea 24 giugno 2016 TORNARE INDIETRO



21 giugno.  Da Maupiti a Raiatea
Rita e Sandro il 19 hanno preso l'aereo da Maupiti per tornare a Tahiti e poi a Roma lasciandosi dietro un vuoto per me difficile.  Con lo stesso aereo con cui sono partiti e' arrivato Enrico che restera' fino a meta' agosto: e cosi' siamo diventati con Gianni ed Enrico i
famosi(!!!???) tre uomini in barca.
Dopo due giorni di vento da nord la laguna di Maupiti si e' un po svuotata e quindi la corrente nella passe diminuisce; e' il momento buono per uscire.  Il tempo e' brutto ma il vento favorevole; apriamo le
vele e torniamo a Raiatea.   Un guasto all'autopilota e sopratutto
l'impossibilita' di fare la frontiera(dichiarazione di uscita dalla
Polinesia) a Maupiti ci costringono a tornare indietro dove quest'anno era cominciata la crociera.  Una bella veleggiata al lasco con vento fino a 30 nodi e diversi acquazzoni ci porta a destinazione ancora una volta alla boa davanti al cantiere Raitea Carenage.

22 giugno. Raiatea
La mattina scendiamo a terra e l'innefabile segretaria Vairea, con il suo ironico sorriso, ci risponde che “ce pas possible parce que le technique ce a Tahiti”.  Le faccio un po di moina e alla fine si convince a telefonargli per chiedergli un appuntamento: concordiamo per sabato mattina. Sulle prime ci viene un senso di fastidio:dover aspettare 5 giorni per una riparazione che non sappiamo neppure se si
potra' eseguire ci sembra troppo.   Poi una riflessione sulla logica dei
tempi polinesiani ci fa abbassare le penne.  In piu' l'indispensabile burocrazia della frontiera-dogana in uscita dalla Polinesia aggiungono un po di camomilla alle nostre intemperanze.  Per distrarci, la sera andiamo a cena da Mimosa :il solito ristorantino vicino al cantiere.
Mimosa e' il nome della padrona, una una polinesiana che al contrario del nome leggiadro e' un donnone XXXXL che a mala pena e' contenuta dalla sedia instabile. Ma il suo sorriso prorompente e la buona cucina contribuiscono ad annullare i malumori.  Gli altri tavoli poi sono occupati in modo vario: c'e' il solito francese sfigato che da mesi lavora sulla sua barca in cantiere, ci sono tante famiglie chiassose e infine un attempato polinesiano, anche lui XXXXL, che dopo aver cenato da solo si trasferisce al tavolo dei suoi amici, appena arrivati, e ricomincia da capo. E poi ti chiedi perche' sono quasi tutti cosi'
grassi!!

La laguna di Raiatea,sullo sfondo Bora Bora

Panorama da Raiatea verso Tahaa


23 giugno. Raiatea
Mentre Enrico con la sua splendida bicicletta parte per un giro dell'isola, Gianni ed io prendiamo un passaggio per il paese distante 5 km.  Ci tirano su una coppia di francesi che lavorano per 3 anni qui.
Lei e' una specie di direttore didattico che sta controllando gli stage di alcuni studenti che fanno pratica di lavori tecnici. E' appena passata al nostro cantiere dove ha verificato che Pierre,un ragazzotto bretone simpatico ma non certo un Leonardo da Vinci, stia facendo con
profitto(??) il suo praticantato (o stage che suonerebbe meglio).
I francesi ci lasciano davanti alla Gendarmerie: la rappresentanza del potere della nostra sorella Francia.  Ma questa volta, udite udite, la burocrazia ( che ai Caraibi scorreva come l'olio) qui ci complica la vita.  Il pluritatuato gendarme ci spiega che dobbiamo inviare una mail a Tahiti con un sacco di dati della barca e dell'equipaggio,aspettare la risposta e poi recarci di nuovo da lui, mostrare la risposta, compilare un modulo cartaceo su cui lui mettera' un timbro e solo a quel punto potremo uscire dalla Polinesia per veleggiare verso altre isole-nazioni.
 Secondo momento di sconforto, secondo ricorso alla filosofia polinesiana.
Ci armiamo di santa pazienza e di tablet; iniziamo a scrivere la mail.
Dati su dati alla fine la mail e' pronta. Per spedire andiamo alla posta dove c'e' il segnale internet: peccato che dentro al comodo ufficio con aria condizionata a palla non funziona, bisogna mettersi in un punto preciso di uno squallido parcheggio invaso da pozze d'acqua del consueto temporale.
Alla fine spediamo.  Dopo qualche ora torna la risposta: dobbiamo compilare un altro modulo ancora piu complicato sopratutto perche',non essendo dei geni del tablet, abbiamo grosse difficolta' a fare copia- incolla e varie altre amenita'.
Alla fine il modulo e' pronto, andiamo da Vairea e con l'hifi del cantiere spediamo il tutto.e inizia la nostra speranza di risposta.
A questo punto, avendo l'appuntamento con le tecnicien ad Uturoa (il paese piu' importante di Raiatea) con la barca ci spostiamo e ormeggiamo fortunatamente al lungo e spazioso molo del benzinaio dove possiamo restare senza problemi.
In attesa della risposta dalla capitaneria di Tahiti per l'espatrio, Enrico riprende la bici per cercare un diving per le immersioni e noi saliamo in cima al monte sopra il paese per vedere la laguna di Raiatea e Taha.  Il tempo e' brutto ed i colori della laguna sono sbiaditi.
Pensiamo alla laguna di Maupiti vista dall'alto:tutta un altra storia.
Paolo