Ieri, giovedì 26 si è affittata una vettura e si è fatto
il giro dell'isola, o meglio delle isole, Huahine Nui, la Grande, e Huahini
Iti, la Piccola, separate da un piccolo canale che talvolta si interra durante
le marree più basse, e collegate tra loro da un ponte.
Partiti dal minuscolo e pittoresco capoluogo di Fare,
Casa, ci si è rapidamente portati nel villaggio di Maeva sul lago Fauna Nui a
Nord dell'isola. Un sito incantevole di grande rilevanza storica e culturale;
doveva essere un luogo dove si concentrava il potere in epoca “precookiana”. In
esso infatti sono presenti una trentina di Marae molti dei quali ben restaurati
e strade lastricate. In riva al mare vi è una
tradizionale Casa Aperta su palafitte,
Fare Pote'e, che si è mantenuta in vita grazie al fatto che fu
trasformata in Chiesa dai missionari ed ora, restaurata nel 1972 è stata
trasformata nell'ecomuseo dell'isola. Più in là si possono osservare le
secolari trappole per pesci funzionanti con l'andirivieni della marea, alcune
delle quali ancora in uso.
A Faie, lungo la costa orientale il Comandante di
Argentina ha voluto compiere il tradizionale rito di pascere le Sacre Anguille
dagli Occhi Blu.
Traversato il ponte che collega l'isola Nui con la Iti si
arriva al villagetto di Maroe dove si possono constatare con mano i danni
dell'incidente occorso al Dio Hiro, Dio dei ladri e dei pescatori. Stava
macchinando non so quale misfatto, quando, perso il controllo della sua piroga,
è andato a cozzare violentemente contro
l'isola di Huahine dividendola in due. Vi ha impresso l'impronta della sua
pagaia e se ne è dovuto andare senza fallo lasciandolo lì pietrificato.
Si esplora la parte meridionale dell'isola, la penisola
di Pareo, dove vi sono manifatture artigianali di parei, i vestiti tradizionali
della Polinesia costituiti da un semplice rettangolo di tessuto variopinto
intrecciato con fibre vegetali.
Celebrati già da Bougainville per il loro fascino e per
la la loro facilità di cadere di dosso. Infatti “appena dato fondo in queste
acque, malgrado tutte le precauzioni prese, salì a bordo una giovane ragazza
che venne a piazzarsi in corrispondenza del boccaporto sopra il verricello di
poppa; questo boccaporto era rimasto aperto per far prendere aria a coloro che
manovravano. La ragazza lasciò cadere negligentemente il pareo che la copriva.e
parve agli occhi di tutti “telle que Vénus se fit voir au berger Phrygien. Elle
en avoit la forme céleste”. Marinai e soldati si accalcarono sotto il
boccaporto. “Jamais cabestan ne fut viré avec une pareille activité.”
Nella baia di Avea, più nota come Adolfo's Bay, siamo
dovuti tornare chez Mahana a sorbire delicati sorbetti al mango ed ad ammirare
la simbiosi di tre alberi nascenti dallo stesso fusto, che già aveva colpito la
nostra fantasia nella passata notte dell'Adolfo's Day. Si tratta di un enorme
albero, di cui ci si è dimenticato il nome i cui frutti vengono pressati per
produrre olio vegetale, tra le sue radici sono nati un grande noce australe ed
una svettante palma da cocco.
Tornati a Fare si torna a casa, a “fare”, col tender. In
fondo alla baia, alla luce del tramonto si staglia contro il cielo la silouette
supina della Huahine, della Ragazza, incinta. Giustamente Denis Diderot, nel
suo Supplément au Voyage de Bougainville ci informa che in queste isole come
nell'antica Cythère si celebra il tripudio di Venere; ma mentre gli antichi
greci adoravano una “ Vénus Galante”, qui si adora una “Vénus Féconde”, i cui
atti d'amore sono finalizzati alla riproduzione.
La serata si conclude con una cena presso una roulotte
gestita da signore giovani e meno giovani, tutte ultranovantenni, nel senso dei
chili.
Oggi, dopo che Paolo e Simone si sono immersi nella Passe
de Avapihi con un diving locale si è lasciato l'ormeggio di Fare, e percorrendo
a motore lo stretto corridoio lagunare che costeggia l'isola si è raggiunta la Maison de Philippe un po'
meno raffinata ed un po' più calda della sua omonima di Courmayeur. Presa la
boa, ci accingevamo a raggiungere col tender l'imperdibile “Acquario” quando
veniamo accostati da una vedetta della Gendarmerie National con a bordo due
impacciati ragazzetti che ci chiedono i passaporti e le dotazioni di sicurezza.
Il nostro Comandante approfitta dell'occasione per simulare una grave ed
improvvisa situazione di emergenza: “Rita! Dove diavolo sono finiti i
salvagente? Chi ha nascosto i razzi? Dovrebbero stare al loro posto in mezzo
alla carta igienica!” Con calma si riesce a trovare ed a mettere a socquadro il
tutto. Il panico cala poi sulla ciurma quando un gendarme asserisce che l'isola
di Maupiti è priva di aeroporto, visto che molti di noi hanno prenotato il volo
di ritorno proprio da lì. Infine i nostri gendarmi, soddisfatti per le attente
verifiche effettuate, garbati salutano augurandoci ogni bene, ed il nostro
Comandante, preso in contropiede, non ha la prontezza di spirito di chiedere
loro di portarsi via la nostra mondezza, “che altrimenti la buttiamo a mare”.
Vista da un altro punto di vista la nostra storia si può
così riassumere. Jean et Paul, due nomi di fantasia, provenienti da stimate
famiglie borghesi, ben educate e benestanti, hanno da poco conseguito il
baccalaureato. Per sfuggire ad un ambiente provinciale ed un po' soffocante si
arruolano nella Gendarmerie National e non esitano ad imbarcarsi per la Polinesie
Français appena se ne presenta l'occasione. È questo un posto ritenuto
disagevole dai colleghi più anziani che hanno legami in Francia, ma loro
desiderano l'avventura, si guadagna bene e, ciò che più conta, corre la voce
che lì vi siano le ragazze più affascinanti e disponibili al mondo. Arrivati
sul posto la realtà si presenta più grigia di quanto previsto, i superiori
pretendono che a fine giornata portino loro gli estremi di un numero
spropositato di passaporti e che controllino, o che almeno facciano finta di controllare, non si sa bene che cosa. Nei
ritagli di tempo Paul ha avuto, o meglio ha creduto di avere, una storia
sentimentale con una deliziosa huahine di Maupiti e le ha promesso di
raggiungerla in areo nei ritagli di tempo liberi dal servizio. Lei, già
impegnata con un altro, non sapendo come toglierselo di torno, ha tagliato
corto dicendogli che a Maupiti non esiste aeroporto e il candido Paul le ha
creduto.
La serata si conclude con una splendida cena al tonno
preparata dalla nostra impareggiabile Rita, poi tutti sdraiati sul ponte a
rimirare “i due gruppi di piccole stelle a foggia di due nebbiette alquanto
fosche”, vicini alla Croce del Sud, qui nella splendida deserta baia tra le due
Huahine, cullati dalla lieve onda, immersi nel sottofondo musicale dei lontani
frangenti della barriera corallina.