La mattina di mercoledì 25 salpiamo dalla baia
Paopao di Moorea, detta più comunemente
baia di Cook, anche se, notoriamente, James Cook si è fermato nell'attigua baia
di Opunohu.
La manovra è estremamente complessa ed ha richiesto
l'attenta partecipazione dell'intero equipaggio: un addetto al verrivello
dell'ancora, un secondo che recuperasse l'inutile grippiale, un terzo che
docciasse la catena, un quarto che col mezzo marinaio togliesse il fango dalle
marre, un quinto che riponesse il tutto con la mano giusta e per fortuna
Argentina sapeva già dove dovesse andare e non
necessitava nessuno al timone.
Con rimpianto ci si è allontanati dalla splendida Eimeo,
l'antico nome di Moorea, e dall'attigua Tahiti.
Si è dapprima andati a motore con vele spiegate per le
foto, poi si è spento il motore e si è
proceduto per bordi in quanto il debole vento veniva esattamente da poppa. Al
tramonto stavamo puntando su Raiatea pur avendo deciso di andare a Huahine.
Calata la notte non si sapeva più dove fosse l'isola:
cercar che giova al buio non si trova, e per sfortuna la notte è senza luna. Il
nostro supertecnologico Comandante si è avvalso dei più moderni strumenti
elettronici di orientamento seguendo
costantemente la rotta sul Sea Cucumber Finder un potente apparato che rileva
con estrema precisione la posizione dei cetrioli di mare. I più modesti
componenti della ciurma hanno invece provato ad orientarsi con la bussola
riscontrando notevoli incongruenze. Allora si è consultato il “Primo Viaggio
intorno al Globo Terracqueo, fatta dal Cavaliere Antonio Pigafetta Patrizio
Vicentino sulla Squadra del Cap. Magaglianes negli anni 1519-1522”, si è
appreso che “La nostra calamita, volgeasi sempre al polo artico, deviando però
alcun poco dal punto del Settentrione. Ciò ben sapeva il nostro Capitano
generale, e perciò quando ci trovammo veleggiando in mezzo al mare, egli
domandò ai piloti, ai quali già indicato aveva il punto a cui dovevano tendere,
per qual cammino puntassero nelle loro carte; risposer tutti che puntavano al
luogo da lui
ordinato: ed egli disse che puntavano falso; che
conveniva ajutare l'ago calamitato, il quale in tal posizione non era attratto
con tanta forza, quanto lo è dalla sua parte, cioè nell'emisfero boreale”.
Già prima aveva osservato che: “Il polo antartico non è
stellato nello stesso modo che lo è il polo artico: vi si vedono due gruppi di
piccole stelle a foggia di due nebbiette alquanto fosche, e poco fra loro
distanti. In mezzo a quelle nebbiette vi sono due stelle molto grandi e
rilucenti, che hanno poco moto. Quelle due stelle sono il polo antartico.” e
pertanto “Stando noi in mezzo al mare vidimo una croce di cinque stelle
lucidissime diritto al ponente ed effettivamente disposte in forma di croce”
Allora non restava altra alternativa che seguire la
seguente procedura:
I' mi volsi a man destra, e posi mente
All'altro polo, e vidi quattro stelle
Non viste mai fuorché alla prima gente.
Goder pareva il Ciel di lor fiammelle.
Oh! settentrional vedovo sito,
Poiché privato sei di mirar quelle!
E con questi potentissimi istrumenti concettuali, guidati
dalla Croce del Sud siamo felicemente atterrati a Huahine nella notte.
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