Cari amici ecco il nuovo blog  che vi racconterà il viaggio intorno al mondo di Argentina con Paolo ed Enrico.
Ringrazio Edoardo Scotto che lo ha realizzato e lo aggiornerà con il diario di bordo insieme a Renato. Saremo così in contatto con tutti coloro che vorranno seguirci nella nostra avventura. Come probabilmente saprete, dopo la prima traversata atlantica con Enzo, Argentina ha dovuto aspettare qualche anno gravato da problematiche varie,dubbi e incertezze prima di poter riprendere il largo.Nel frattempo su Argentina sono state apportate tante migliorie la cui realizzazione mi ha comportato un anno di intenso e faticoso lavoro. Eccoci quindi pronti a" respirare il vento degli Alisei",come dice la frase di H.Martinson, ma partendo da una convinzione intima di ricerca di se stessi. Frase sicuramente abusata da chi è sempre in cerca d'avventura in qualsiasi campo sia esso mare,montagna o quant'altro. E' per questo motivo che invece di aprire il blog con una foto "gagliarda e potente" apriamo con una foto raccolta e meditativa: la foto di Argentina all'ancora in una baia di una piccola isola greca " Kyra Panagia" dove è situato il Monastero ortodosso omonimo abitato da un monaco solitario. L'anno scorso quando abbiamo visitato il monastero mi sono fermato in un punto panoramico e dall'alto ho visto Argentina, sola, racchiusa in questa magnifica insenatura ed ho provato una sensazione intima, di raccoglimento, probabilmente esaltata anche dal luogo. Credo che questo spirito,questa sensazione mi accompagnerà durante la nuova lunga avventura.
Buon viaggio e buon vento a tutti gli amici che navigheranno con noi e buona lettura a tutti quelli che ci seguiranno da lontano e che incontreremo ogni anno al nostro "Argentina Party".
Ciao a tutti. 
Paolo.

venerdì 27 maggio 2016

Moorea 23 maggio 2016. Cambio equipaggio

In questi ultimi giorni si è svolto il parziale cambio di equipaggio. Il lavoro su Argentina è molto duro e la disciplina è ferrea. Bruna ed Adolfo sono stati spremuti come limoni e vanno sostituiti con ciurma fresca, sono stati rispediti a casa loro in Italia per una vacanza riposo. Al loro posto sono venuti qui nella Baia di Cook a Morea Ida e Simone, felici e sorridenti, ignari delle pesanti corvè che li attendono.
L'attività principale di questi giorni di transizione è consistita nel fare la spola trai due negozi di perle uno di fronte all'altro sulla strada nei pressi dell'ancoraggio di Paopao. Nel primo vi è una giovane francese originaria di Nizza che intrattiene i clienti con lunghi racconti. "Monsieur, avez vous encore dix minute? " e qui inizia la sagra di una sua amica  che naviga solitaria tra queste isole pescando pesci spada da 284 kg, vincendo riconoscimenti internazionali e suscitando l'invidia di tutti i suoi colleghi maschi che la denuncerebbero volentieri alla Santa Inquisizione per stregoneria.
Nel negozio di fronte v'è invece la ragazza dagli occhi di perla, una vahine sobriamente tatuata con eleganti disegni geometrici che, come direbbe Bougainville, "pour l'agrément de la figure e la beauté du corp pourrait dispouter au plus grand nombre des européennes avec avantage".
Vahine, talvolta Huahine, in lingua maohi significa ragazza, donna, è in realtà un'espressione retorica, una sineddoche che indica la parte migliore per il tutto. 
Rita maliziosamente sostiene che Sandro non ammira i pendenti alle orecchie della ragazza ma, credendosi un novello Vermeer, pende dagli occhi di perla della stessa. Essa ci spiega nei dettagli i procedimenti per coltivare la perla nera di Tahiti.Come inserire nella gonade dell'ostrica un frammento di tessuto di un'altra ostrica che, a seconda del tipo influenza il colore della perla, che il mollusco genera lentamente per proteggersi dal corpo estraneo, il tempo, superiore ai dodici mesi che la perla impiega a crescere ad una determinata taglia ed infine i quattro criteri di valutazione delle perle: grandezza, perfezione, lucentezza, colore. "Des mauvaises perles" si ricavano nelle isole montagnose a causa delle impurità scaricate dai torrenti, per questo le più pregiate perle di Tahiti vengono coltivate negli atolli ad est di Tahiti, nelle Tuamotu ed ancor meglio nelle isole Gambier.

 
Monte Mauaputa trafitto dalla lancia

Questi atolli ci fanno improvvisamente ricordare di un'altra spedizione scientifica britannica di cui fin'ora non si è parlato, ma se ne è diffusamente discusso nei diari di 
Argentina dell'anno scorso alle Galàpagos, la spedizione avvenuta negli anni '30 dell'ottocento della HMS Beagle comandata da  Robert FitzRoy. 
Lasciate le isole equatoriale Galàpagos la nave oceanografica HMS Beagle si spostò verso queste acque incontrando numerosi atolli formati da barriere coralline vagamente circolari, qua e là interrotte da alcune pass. Infine giunse a Tahiti dove il naturalista voluto a bordo da FitzRoy, il giovane e sconosciuto Charles Darwin, salì in cima alla montagna e di lì gli apparve Moorea, "un meraviglioso quadro in una splendida cornice". Da questa illuminante apparizione elaborò la spiegazione del fenomeno a tutt'oggi ritenuta valida. In seguito ad un eruzione, il più delle volte esplosiva, di un vulcano sottomarino si forma un'isola ai cui bordi crescono i coralli. Successivamente l'isola tende a sprofondare lentamente, scomparendo e dando modo ai coralli di crescere altrettanto lentamente in modo da mantenersi in superficie dove esistono le condizioni per la loro vita.
Fu questo probabilmente il più rilevante contributo scientifico dovuto al lungo viaggio quinquennale di circumnavigazione dell'HMS Beagle, e non quello, abbastanza opinabile, di far luce sulle teorie evoluzionistica. 
Oggi si è fatto di nuovo il giro in macchina dell'isola con i nuovi venuti e si sono toccati più o meno gli stessi punti magistralmente descritti da Bruna. Nel precedente diario.
Nella Distillerie et Usini des Jus de Fruit de Moorea questa volta ci imbattiamo in una formosa e ridanciana addetta alla degustazione che ci propina molte qualità di succhi sempre più spiritosi che ci fanno perdere la testa; per fortuna il nostro bravo Comandante è rimasto fuori per non voler ripetere tale esperienza per l'ennesima volta e ci ha potuto condurre con l'auto in perfetta sicurezza.
Abbiamo ripercorso gli stessi PK, i Points  Kilometriques scolpiti nella pietra ad immagine di Moorea.
Si è percorsa la stessa strada panoramica interna che dopo aver superato gli allevamenti di gamberi e la scuola di agronomi della Polinesia si inerpica sul sacro Monte Rutui. Il Dio Hiro voleva rubarlo e portarlo a Raiatea, ma per fortuna il guerriero Pai gli ha scagliato la sua lancia che si infranse sul vicino Monte Mauaputa, bucandolo. Ancora oggi le anime dei morti vanno sul Monte Rutui, aspettando l'arcobaleno per salire in cielo. Qui gli antichi Marae sono invasi dai giganteschi castagni Polinesiani.
A Papetoa si è visitata la caratteristica chiesa ottagonale, il più antico edificio in muratura della Polinesia, costruito nei primi dell'ottocento dalla London Missionary Society sul sito di un preesistente Marae. 
Chiesa ottagonale di Papetoai
 Scopo principale dei missionari era quello di cancellare ogni vestigia del passato pagano, delle sue licensiosità, che si esprimevano allusivamente tramite la danza; il tutto fu registrato accuratamente su documenti scritti in mezzo ad un popolo che conosceva solo la tradizione orale. Per ironia della sorte sono proprio i loro eredi coloro che ora cercano di far rivivere le antiche tradizioni, hanno fatto rivivere le antiche danze ed hanno pure costruito una specie di Marae in miniatura con annesso tiki. Sul davanti della chiesa campeggia un'improbabile lapide in latino dettata dalla regina Pomare. 
Arrivati alla Pointè de Hauru ci si è tuffati nelle limpide acque di fronte ai Motu Tiahura e Farcone dove la Bagneuse Rita è stata immortalata tra le razze in una celebre tela di Gaugin ora perduta.
La serata termina nello stesso ristorante dei giorni scorsi, ma questa volta dobbiamo ordinare in spagnolo. ¡ Hola!   

Sandro 
Piantagione di ananas
Pk 33
Marae invaso dal castagno polinesiano

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