Cari amici ecco il nuovo blog  che vi racconterà il viaggio intorno al mondo di Argentina con Paolo ed Enrico.
Ringrazio Edoardo Scotto che lo ha realizzato e lo aggiornerà con il diario di bordo insieme a Renato. Saremo così in contatto con tutti coloro che vorranno seguirci nella nostra avventura. Come probabilmente saprete, dopo la prima traversata atlantica con Enzo, Argentina ha dovuto aspettare qualche anno gravato da problematiche varie,dubbi e incertezze prima di poter riprendere il largo.Nel frattempo su Argentina sono state apportate tante migliorie la cui realizzazione mi ha comportato un anno di intenso e faticoso lavoro. Eccoci quindi pronti a" respirare il vento degli Alisei",come dice la frase di H.Martinson, ma partendo da una convinzione intima di ricerca di se stessi. Frase sicuramente abusata da chi è sempre in cerca d'avventura in qualsiasi campo sia esso mare,montagna o quant'altro. E' per questo motivo che invece di aprire il blog con una foto "gagliarda e potente" apriamo con una foto raccolta e meditativa: la foto di Argentina all'ancora in una baia di una piccola isola greca " Kyra Panagia" dove è situato il Monastero ortodosso omonimo abitato da un monaco solitario. L'anno scorso quando abbiamo visitato il monastero mi sono fermato in un punto panoramico e dall'alto ho visto Argentina, sola, racchiusa in questa magnifica insenatura ed ho provato una sensazione intima, di raccoglimento, probabilmente esaltata anche dal luogo. Credo che questo spirito,questa sensazione mi accompagnerà durante la nuova lunga avventura.
Buon viaggio e buon vento a tutti gli amici che navigheranno con noi e buona lettura a tutti quelli che ci seguiranno da lontano e che incontreremo ogni anno al nostro "Argentina Party".
Ciao a tutti. 
Paolo.

sabato 14 maggio 2016

Taha'a, 12 maggio 2016



Oggi le nostre compagne di avventura Rita e Bruna hanno voluto emulare le gesta di Jeanne Baré in una spedizione a terra scientifico-naturalistica e, dopo l'immancabile fradiciata sul tender, ci siamo inoltrati nella Vallée de la Vanille.
Qui ci siamo imbattuti dapprima in un buon selvaggio che ci ha colto dall'albero di Rambutan i deliziosi frutti, dal riccio vermiglio, che sbucciati presentano una polpa candida e dolcissima. 
Albero di Rambutan


Successivamente le nostre Jeannes hanno identificato vari alberi come albero del pane, chissà quale sia quello vero. Con le nostre a bordo l'ammutinamento dell'HMS Bounty non ci sarebbe mai stato. 
Sì sono scoperti Frutti della Passione di una varietà alquanto differente da quella già da noi conosciuta ai Caraibi che li vedeva crescere rigogliosi sulla canna da ruhm. 
Altro alberi recavano sugosi pompelmi da una chilata abbondante l'uno, mentre da altri pendeva caschi di banane. 
Ma il vero scopo della spedizione era la visita alla Maison de la Vanille, un'azienda a conduzione familiare dove la vaniglia viene coltivata e trattata con metodi biologici tradizionali. 
La Maison de la Vanille

La liana di vaniglia viene fatta arrampicare su alberelli piantati allo scopo. I profumati  baccelli ancora verdi vengono raccolti e sottoposti ad un complicato ciclo, che dura almeno un mese, di continue esposizione al sole ed al riparo in contenitori ben areati la notte e durante le piogge. In tali fasi vi è un continuo vaglio dei baccelli per scarta quelli difettosi e separare quelli a diverse fasi di essiccazione. A completamento di tutto il prosso i baccelli vengono classificati mediante un vanigliometro di precisione tarato su un baccello di platino-iridio depositato al Burau International des Poids et Mésures di Sèvres.
Sandro
Vaniglia durante l'essicazione

Vanigliometro di precisione

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