Quest'anno il diario inizia nel posto in cui a novembre finirà.
Per arrivare in Polinesia invece di girare il mondo verso ovest,abbiamo preso l'aereo verso oriente e ci siamo fermati prima in Nuova Zelanda.
Era tanto che volevo venire agli antipodi per visitare un paese annoverato tra quelli occidentali in cui la natura ha una presenza preponderante. E in effetti è proprio così . I quattro milioni di abitanti, su una superficie grande quasi quanto l'Italia, lasciano tanto spazio vergine dove l'occhio spazia per chilometri (sopratutto nell'isola del sud) senza incontrare una casa. Si ha la sensazione che qui ci sia posto per tutti ed infatti chi viene qui e ha voglia di fare, non trova ostacoli ; un lavoro è facile trovarlo, la gente non è diffidente come in Europa anzi sempre disponibile ad aiutarti, la popolazione prevalentemente giovane ,rispetto a quella della vecchia Europa, ti da un senso di vitalità.
Siamo in sei a girare con un pulmino in affitto: io con Rita, Adolfo e Bruna,Ornella e l'immancabile prof. Sandro Iannetta, vera colonna di Argentina.
Abbiamo cominciato con l'isola del sud perché, essendo agli antipodi, ad aprile sta arrivando l'inverno. Ed è qui che i panorami sono veramente solenni: boschi selvaggi, laghi, fiumi e torrenti incontaminati, cascate a profusione(anche perché in alcuni posti piove 10 volte più che in Italia) , fiordi,golfi, insenature profonde dove intorno al XIII secolo sono approdate le prime rudimentali imbarcazioni con cui i Maori, partiti dalla Polinesia, hanno concluso la loro migrazione iniziata secoli prima dall'Indonesia. Noi con la barca faremo lo stesso percorso dei Maori,dalla Polinesia alla Nuova Zelanda, ma in 5-6 mesi e non in 5-6 secoli. Certo navigare a quei tempi era un po più difficile che ai tempi del capitano inglese Cook a fine settecento ed infatti i Maori si fermarono soprattutto all'isola del nord più calda ed accogliente. Cook,alla ricerca di nuovi territori per la corona, si spinse fino all'estremità meridionale e fece la cartografia nautica della nuova Zelanda ( e non solo ) compresi i fiordi sud occidentali. Ne visitò alcuni ma non si spinse, saggiamente, all'interno di uno particolarmente profondo ,il Doubfull sound (il fiordo del dubbio), in cui probabilmente non sarebbe riuscito ad ormeggiare e sopratutto ad uscirne.
Noi quel fiordo lo abbiamo visitato da turisti su una nave che ti permette di stare comodamente seduto mentre bevi un caffè e vedi scorrere i ripidi versanti del fiordo ricoperti di lussureggiante vegetazione rigata da centinaia di cascate.
Mentre ammiravo la potenza di questa natura ripensavo a Cook e al suo dubbio di fronte all'ingresso del fiordo; non voglio assolutamente paragonarmi al grande capitano ma credo che la sensazione di insicurezza quando si affronta per la prima volta una situazione sconosciuta sia comune a tutti. Quando ho visto per la prima volta le pass delle isole Tuamotu qualche dubbio lo avevo; poi tutto è andato bene ma il il punto interrogativo ti ronza sempre in testa ed è bene che sia così.
Tornando al nostro viaggio dovrei raccontarvi tante altre belle giornate fatte di lunghe camminate, visite di moderne città con qualche bell'edificio coloniale, musei interessanti e organizzatissimi, navigazioni su bellissimi laghi ma sicuramente tante parole non valgono un'esperienza diretta. Veniteci e provate.
L'unica cosa che aggiungerei è che qui si ha la sensazione forte e continua della wilderness, difficile da trovare nella nostra Europa, ma la si può solo ammirare dall'esterno perché tutto è talmente ben organizzato e guidato che spesso sembra di vivere in un film dove tutto funziona perfettamente (ricordate il film Truman show?). Si avrebbe voglia di uscire dai sentieri, di uscire dalle regole, di uscire dal film ma non lo si può fare (perché è vietato e perché è anche difficile ).
Ma si sa..... queste sono considerazioni di un vecchio brontolone.
Al prossimo diario, forse direttamente dalla Polinesia.
Paolo
Il fiordo di Milford Sound |
navigando nel fiordo di Milford Sound |
Il monte Aspiring |
Il nostro pulmino |
Alla testata del ghiacciaio Franz Josef dove è vietato proseguire |
Il mare del parco nazionale Abel Tasman |
Viaggiando in auto, una montagna sconosciuta |
Il monte Cook di 3724 metri: il più alto dell'Australasia |
Riprende il blog di Argentina in prossimità della ripresa della navigazione. Renato Serafini
RispondiEliminaToh,chi si risente!!Sono entrata nel blog un pò per caso un pò per...nostalgia! e vi ho ritrovati con grande stupore e piacere. Buone vacanze a tutti voi. A presto cesira
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