Cari amici ecco il nuovo blog  che vi racconterà il viaggio intorno al mondo di Argentina con Paolo ed Enrico.
Ringrazio Edoardo Scotto che lo ha realizzato e lo aggiornerà con il diario di bordo insieme a Renato. Saremo così in contatto con tutti coloro che vorranno seguirci nella nostra avventura. Come probabilmente saprete, dopo la prima traversata atlantica con Enzo, Argentina ha dovuto aspettare qualche anno gravato da problematiche varie,dubbi e incertezze prima di poter riprendere il largo.Nel frattempo su Argentina sono state apportate tante migliorie la cui realizzazione mi ha comportato un anno di intenso e faticoso lavoro. Eccoci quindi pronti a" respirare il vento degli Alisei",come dice la frase di H.Martinson, ma partendo da una convinzione intima di ricerca di se stessi. Frase sicuramente abusata da chi è sempre in cerca d'avventura in qualsiasi campo sia esso mare,montagna o quant'altro. E' per questo motivo che invece di aprire il blog con una foto "gagliarda e potente" apriamo con una foto raccolta e meditativa: la foto di Argentina all'ancora in una baia di una piccola isola greca " Kyra Panagia" dove è situato il Monastero ortodosso omonimo abitato da un monaco solitario. L'anno scorso quando abbiamo visitato il monastero mi sono fermato in un punto panoramico e dall'alto ho visto Argentina, sola, racchiusa in questa magnifica insenatura ed ho provato una sensazione intima, di raccoglimento, probabilmente esaltata anche dal luogo. Credo che questo spirito,questa sensazione mi accompagnerà durante la nuova lunga avventura.
Buon viaggio e buon vento a tutti gli amici che navigheranno con noi e buona lettura a tutti quelli che ci seguiranno da lontano e che incontreremo ogni anno al nostro "Argentina Party".
Ciao a tutti. 
Paolo.

lunedì 17 settembre 2018

UNA SPLENDIDA AVVENTURA SI CONCLUDE NELL’ISOLA PIU’ BELLA DEL MONDO


9 settembre 2018 PONZA. lat 40 53 nord; long 12 57 est

Un forte libeccio , girato poi a maestrale, ci ha portato da Cagliari all’isola più bella del mondo: Ponza e il suo arcipelago.
Mi è sembrato doveroso chiudere qui il giro del mondo perché questa è stata la meta della mia prima navigazione con Enzo più di 50 anni fa. Inoltre passare qui è un omaggio alla bellezza, alla storia, all’armonia tra l’opera dell’uomo e quella della natura.
Anche Folco Quilici, che di mari tropicali ne aveva visti più di me, la definiva come la più bella del mondo.
Lo scoglio Suvace a Palmarola
Ed in effetti in un arco di poche miglia, c’è una tale varietà di insenature, rocce, faraglioni, colori e paesi da non temere il confronto con le isole più blasonate.
Già allora rimasi colpito dalla densità di bellezza di Ponza e Palmarola.
Oggi l’atmosfera di quel tempo è totalmente cambiata. Anche in settembre decine di barche affollano tutte le rade e moto d’acqua sfrecciano tra i bagnanti rischiando di accopparli… ma, come tutte le cose belle che richiamano frotte di turisti, occorre viverla con intelligenza.
Ovviamente scegliere i momenti meno frequentati e comunque fare un’operazione sensoriale di astrazione-sottrazione: guardare le magnifiche rocce vulcaniche di Ponza cancellando visivamente ed acusticamente la quantità di barche.
Le magnifiche rocce vulcaniche di Ponza
La stessa operazione che occorre fare quando si entra in San Luigi dei Francesi per ammirare i tre famosissimi quadri di Caravaggio sulla conversione, vita e martirio di San Matteo. Di fronte alla Cappella Contarelli staziona quasi sempre un muro di umanità. Staccare l’audio e tagliare visivamente la parte bassa brulicante è l’unico modo per godere di questi capolavori.
Cappella Contarelli con i quadri di Caravaggio
Poi esistono tante isole come tanti pittori meno famosi dove poter ammirare la bellezza senza ricorrere a questi artifizi perché (….per fortuna!?) la grande massa va solo alla ricerca delle cose super pubblicizzate davanti alle quali farsi un selfie. Quello che vale è quello che si fissa nella mente; i mega del selfie si distruggono in un attimo con un touch, i ricordi e le sensazioni non si cancellano mai.
Questo è stato un po’ lo spirito che mi ha animato in questo grande viaggio soprattutto alla ricerca di posti meno noti dove il piacere di scoprire che esistono ancora siti bellissimi, solitari e silenziosi, è pari a quello di ammirare il luogo stesso. (sulle motivazioni che mi hanno spinto ad intraprendere questo giro vi rimando al diario del 22 maggio)
Sono venuto qui perchè è un po’ come ritornare alle origini ora che si conclude un’avventura densa di esperienze, ricordi, amicizie.
Quattro anni di navigazione più uno di lavoro preparatorio sulla barca mi hanno lasciato un segno indelebile che ripercorrerò volentieri quando la somma degli anni si farà pesante. E forse lo ricorderò anche con gli amici che mi hanno accompagnato; si perché Argentina, oltre a portarmi in giro per il mondo,mi ha fatto un altro grande regalo: far nascere o rinsaldare rapporti di amicizia sinceri e duraturi. Alcune persone sono venute solo per il piccolo cabotaggio fra le isole dei mari del sud, altre mi hanno accompagnato/aiutato nelle grandi traversate oceaniche e si sa che quando c'è un obiettivo condiviso non c'è miglior legame per un'amicizia. Insomma tanti che sommati agli altri che hanno frequentato la barca nei 15 anni precedenti formano una comunità che con un po’ d’ironia ed un facile gioco di parole si definiscono “Argentinauti”. E sicuramente il loro vello d’oro è l’affetto, la complicità e la stima reciproca.
Probabilmente domani Argentina navigherà le sue ultime 60 miglia per entrare nel Tevere ed ormeggiarsi esattamente da dove era partita nel 2014.
Chiudo qui questo filo che mi ha legato a tutti quelli che mi hanno seguito in questi anni.
Grazie a voi, a Renato che ha curato la pubblicazione, a tutti gli amici imbarcati su Argentina… e a Rita che ha accettato questa mia scelta e ne ha condiviso una parte.
Arrivederci alla prossima ultima festa di Argentina.
Paolo 
La chiesa sopra il porto

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