Cari amici ecco il nuovo blog  che vi racconterà il viaggio intorno al mondo di Argentina con Paolo ed Enrico.
Ringrazio Edoardo Scotto che lo ha realizzato e lo aggiornerà con il diario di bordo insieme a Renato. Saremo così in contatto con tutti coloro che vorranno seguirci nella nostra avventura. Come probabilmente saprete, dopo la prima traversata atlantica con Enzo, Argentina ha dovuto aspettare qualche anno gravato da problematiche varie,dubbi e incertezze prima di poter riprendere il largo.Nel frattempo su Argentina sono state apportate tante migliorie la cui realizzazione mi ha comportato un anno di intenso e faticoso lavoro. Eccoci quindi pronti a" respirare il vento degli Alisei",come dice la frase di H.Martinson, ma partendo da una convinzione intima di ricerca di se stessi. Frase sicuramente abusata da chi è sempre in cerca d'avventura in qualsiasi campo sia esso mare,montagna o quant'altro. E' per questo motivo che invece di aprire il blog con una foto "gagliarda e potente" apriamo con una foto raccolta e meditativa: la foto di Argentina all'ancora in una baia di una piccola isola greca " Kyra Panagia" dove è situato il Monastero ortodosso omonimo abitato da un monaco solitario. L'anno scorso quando abbiamo visitato il monastero mi sono fermato in un punto panoramico e dall'alto ho visto Argentina, sola, racchiusa in questa magnifica insenatura ed ho provato una sensazione intima, di raccoglimento, probabilmente esaltata anche dal luogo. Credo che questo spirito,questa sensazione mi accompagnerà durante la nuova lunga avventura.
Buon viaggio e buon vento a tutti gli amici che navigheranno con noi e buona lettura a tutti quelli che ci seguiranno da lontano e che incontreremo ogni anno al nostro "Argentina Party".
Ciao a tutti. 
Paolo.

mercoledì 13 luglio 2016

10 luglio 2016 Neiafu. Vava'u. Tonga Lat 18 39 S Long 173 59 W



TONGA : THE FRIENDLY ISLANDS

La sera dell'otto luglio mentre finivo di scrivere il diario in navigazione stava cambiando la data ( da 8 a 9 luglio) e stava improvvisamente e inspiegabilmente calando il vento.
Le previsioni davano almeno 10 nodi ma niente: il vento era sceso a
numeri inutilizzabili due ,tre nodi.   Abbiamo avvolto il fiocco e
acceso il motore.  Cosi' per altre 24 ore fino all'arrivo. Prima del
tramonto siamo arrivati a doppiare il capo nord dell'isola Vava'u.   Il
sole ancora illuminava le alte pareti rocciose: sembrava di stare di fronte ad un'isola del Mediterraneo ma le palme in cima marcavano la differenza.  Dopo poco calava la notte e, con l'aiuto della cartografia
elettronica, entravamo nel protettissimo fiordo di Neiafu.   Presa una
boa per ormeggiarci e poi a letto contenti di essere arrivati nell'isola del giorno dopo.

La baia di Vavau  Neiafu

11 luglio Neiafu
La mattina, dopo un bel sonno, cominciamo a chiamare con la radio la capitaneria per chiedere la loro visita in barca per le formalita'
d'ingresso.  Inutile, qui nessuno risponde.   Decidiamo di scendere a
terra e, dopo un po' di tempo perso per un problema al serbatoio del gommone, mettiamo piede sulla banchina.  Andiamo in capitaneria ma qui ci dicono che dobbiamo affiancarci con la barca al molo.  Torna in barca, accendi il motore, attracca al molo, torna nell'ufficio e gia' si sono fatte le 11.
Capisco che qua perderemo quasi tutto il giorno per la burocrazia.  E cosi' sara'.
Prima il funzionario dell'immigrazione, poi il pagamento delle tasse d'ingresso e per ultimo il funzionario per l'ispezione sanitaria.
Avevamo buttato un po' di frutta e verdura,ancora utilizzabili, ma non
di bell'aspetto.   Tutto inutile: il giovane e grasso (a occhio circa
130  kg) ufficiale sanitario si limita a compilare moduli, chiedere tasse e offerte per l'isola e, in piu', a tossirmi in faccia senza la
benche' minima mano davanti alla bocca.   Mentre cerco in qualche modo
di proteggermi penso all'ironia della situazione: la sanita'
rappresentata da un simile soggetto!
Comunque, tra una visita e l'altra si sono fatte le tre, quindi niente
partenza per spiagge esotiche.   Unica nota positiva, durante la noiosa
burocrazia, il casuale incontro con Nanni Acquarone di Best Expedition.
L'anno scorso l'ho visto alle Galapagos , alle Marchesi ed ora mi racconta del suo programma di ripassare di nuovo sopra l'Alasca: il passaggio a nord ovest ma questa volta fatto al contrario, a nord est.
Ci vuole certo una grande tenacia e determinazione, ben superiore alla mia, per andarsi a ficcare con una barca, se pur di acciaio, tra i ghiacci e iceberg oltre il circolo polare artico. Bravo Nanni!!!
La sera andiamo a cena al ristorante Bellavista.   Mario, originario di
Orvieto, e' venuto qui 20 anni fa alla ricerca di un posto tranquillo.
Ha messo su il ristorante e sposato almeno una moglie che si da' da fare
come un treno.   Lui vaga, inoperoso, tra i tavoli e intrattiene i
clienti con il suo atteggiamento e abbigliamento di impiegatuccio delle poste.  Ti aspetteresti tutt'altro personaggio da uno che e' scappato dall'Italia per cercare pace.  Cosi' e' la vita!

Riposo sotto un grande albero

Al mercato una signora con il classico gonnellino


12 luglio Neiafu
Dopo un po' di spesa al mercato ( che prezzi!!! come faranno questi a
campare?) girovaghiamo per qualche foto.  Ecco la signora con il tradizionale gonnellino di foglia di palma, i ragazzi che vanno a scuola, gli operai che armeggiano intorno al porto.
Tutto in un'atmosfera rilassata e tranquilla.   Infatti qui alle Tonga
il ritmo e' ancor piu rallentato rispetto alla Polinesia. La domenica e'
vietato,per legge, lavorare e si va in chiesa: cattolica, mormone o protestante che sia.
Le Tonga sono l'insieme di tre arcipelaghi per un totale di 170 isole
vulcaniche o coralline di cui solo 45 abitate.    E l'unico paese della
Melanesia (non piu' Polinesia) che non sia stato conquistato e l'unico governato da una monarchia costituzionale.  Il re, che racconta di essere di discendenza divina, e' come tutti i tongani di stazza elevata.
Suo padre Taufa'ahau Tupou IV quando, nel 1976, tento' di pesarsi ruppe la bilancia che era arrivata a segnare 210 kg!  Qui la taglia non e' un problema ma, al contrario, un segno di ricchezza e prestigio.
Ben si coniuga l'opulenza con la vita tranquilla e rilassata delle “Frendly Islands”: cosi' battezzate da Cook quando fu accolto “da un gran numero di indigeni dai corpi perfetti e dagli occhi espressivi” ( ora sono rimasti solo questi ultimi ).
Oggi lo sono ma tanto frendly non dovevano essere all'epoca del capitano inglese perche' progettarono di catturarlo, durante una festa per tutto l'equipaggio, e ,secondo tradizione, mangiarselo.  Fu solo una feroce litigata tra i capi indigeni, che non erano tutti d'accordo sul metodo, che preservo' il nostro navigatore.  Si salvo' quella volta ma non dopo qualche tempo alle Hawaii quando,per unanime decisione dei capi tribali, fini' nel pentolone (come nella nota barzelletta del bunga bunga resa famosa dal nostro,non rimpianto, ex ex Presidente del Consiglio).  E con lui tutte le sue scoperte.

Paolo

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