Cari amici ecco il nuovo blog  che vi racconterà il viaggio intorno al mondo di Argentina con Paolo ed Enrico.
Ringrazio Edoardo Scotto che lo ha realizzato e lo aggiornerà con il diario di bordo insieme a Renato. Saremo così in contatto con tutti coloro che vorranno seguirci nella nostra avventura. Come probabilmente saprete, dopo la prima traversata atlantica con Enzo, Argentina ha dovuto aspettare qualche anno gravato da problematiche varie,dubbi e incertezze prima di poter riprendere il largo.Nel frattempo su Argentina sono state apportate tante migliorie la cui realizzazione mi ha comportato un anno di intenso e faticoso lavoro. Eccoci quindi pronti a" respirare il vento degli Alisei",come dice la frase di H.Martinson, ma partendo da una convinzione intima di ricerca di se stessi. Frase sicuramente abusata da chi è sempre in cerca d'avventura in qualsiasi campo sia esso mare,montagna o quant'altro. E' per questo motivo che invece di aprire il blog con una foto "gagliarda e potente" apriamo con una foto raccolta e meditativa: la foto di Argentina all'ancora in una baia di una piccola isola greca " Kyra Panagia" dove è situato il Monastero ortodosso omonimo abitato da un monaco solitario. L'anno scorso quando abbiamo visitato il monastero mi sono fermato in un punto panoramico e dall'alto ho visto Argentina, sola, racchiusa in questa magnifica insenatura ed ho provato una sensazione intima, di raccoglimento, probabilmente esaltata anche dal luogo. Credo che questo spirito,questa sensazione mi accompagnerà durante la nuova lunga avventura.
Buon viaggio e buon vento a tutti gli amici che navigheranno con noi e buona lettura a tutti quelli che ci seguiranno da lontano e che incontreremo ogni anno al nostro "Argentina Party".
Ciao a tutti. 
Paolo.

lunedì 7 agosto 2017

6 agosto Port Mathurin isola di Rodriguez lat 19 40 sud long 63 25 est

TERZO OCEANO QUASI FATTO

Alle 7,30 dopo una notte in cui il vento, invece che a Rodriguez, voleva
mandarci al polo sud, Argentina entra nello stretto reef che conduce a
Port Mathurin.  Le carte, questa volta precise, e le paline rosse e
verdi ben piantate ai bordi dei coralli ci indicano la strada.

L'isola ci era apparsa,illuminata da una splendida luna piena e con le
sue lucine della costa est, quando alle quattro di mattina Stefano mi ha
dato il cambio.  Insieme abbiamo pensato (ma senza parlarne) che anche
questa era fatta; mancheranno ancora 450 miglia per arrivare a Reunion e
poi il pezzo piu' duro fino a Durban, ma la parte centrale dell'oceano
Indiano ormai era alle nostre spalle.
Ormeggiamo all'inglese sul molo occupato da un solo rimorchiatore.
Potremo restare qui fino all'arrivo settimanale della nave ma altre tre
barche sono all'ancora appena fuori, segno che forse il molo non e' la
condizione migliore.
Alle 9 comincia la trafila della burocrazia; anzi che oggi e' domenica e
i funzionari ci sono lo stesso; pagheremo solo un po' di piu' per il
sevizio.

una spiaggia di Rodriguez

Si alternano i vari impiegati bianchi e neri segno che qui il melting
pot raziale e' ancora aumentato.  Dopo un paio d'ore tutto e' sistemato
e siamo liberi di scendere a terra.
La capitale, una piccola cittadina costruita su un reticolo a maglia
quadrata, ci appare nella sua veste domenicale tranquilla e
sonnacchiosa: poca gente in giro, negozi quasi tutti chiusi meno quelli
dei cinesi (naturalmente) e un piccolo mercatino con artigianato e
spuntini vari.  Ne assaggiamo parecchi, tutti buoni e saporiti: sara' il
nostro pranzo ma non per Stefano che, un po' ligio alla tradizione un
po' preoccupato dagli strani intingoli si rifugia in barca a “fasse du
spaghi”.

La sera la passeggiata nella scacchiera di case basse con giardinetto,
negozietti e moschea ci porta all'unico ristorante aperto.    Solo io e
Maurizio ci avventuriamo verso piatti locali; un misto di sapori
creoli,indiani,cinesi che ci conferma la scelta giusta. Gli altri si
ancoreranno alla sicurezza della bistecca e patate fritte.
Domani andremo in giro alla scoperta di un'isola che la lonely planet
definisce
come la Mauritius di 50 anni fa dove ancora non era arrivato il turismo
di massa con tutte le sue distorsioni.  Speriamo sia vero.

Paolo

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