Cari amici ecco il nuovo blog  che vi racconterà il viaggio intorno al mondo di Argentina con Paolo ed Enrico.
Ringrazio Edoardo Scotto che lo ha realizzato e lo aggiornerà con il diario di bordo insieme a Renato. Saremo così in contatto con tutti coloro che vorranno seguirci nella nostra avventura. Come probabilmente saprete, dopo la prima traversata atlantica con Enzo, Argentina ha dovuto aspettare qualche anno gravato da problematiche varie,dubbi e incertezze prima di poter riprendere il largo.Nel frattempo su Argentina sono state apportate tante migliorie la cui realizzazione mi ha comportato un anno di intenso e faticoso lavoro. Eccoci quindi pronti a" respirare il vento degli Alisei",come dice la frase di H.Martinson, ma partendo da una convinzione intima di ricerca di se stessi. Frase sicuramente abusata da chi è sempre in cerca d'avventura in qualsiasi campo sia esso mare,montagna o quant'altro. E' per questo motivo che invece di aprire il blog con una foto "gagliarda e potente" apriamo con una foto raccolta e meditativa: la foto di Argentina all'ancora in una baia di una piccola isola greca " Kyra Panagia" dove è situato il Monastero ortodosso omonimo abitato da un monaco solitario. L'anno scorso quando abbiamo visitato il monastero mi sono fermato in un punto panoramico e dall'alto ho visto Argentina, sola, racchiusa in questa magnifica insenatura ed ho provato una sensazione intima, di raccoglimento, probabilmente esaltata anche dal luogo. Credo che questo spirito,questa sensazione mi accompagnerà durante la nuova lunga avventura.
Buon viaggio e buon vento a tutti gli amici che navigheranno con noi e buona lettura a tutti quelli che ci seguiranno da lontano e che incontreremo ogni anno al nostro "Argentina Party".
Ciao a tutti. 
Paolo.

martedì 12 maggio 2015

Archeologia in Polinesia

8/5/2015: Hiva Oa baia di Hanaiapa
Siamo ancorati da due giorni in una bella baia sulla costa nord di Hiva Oa.  Incredibilmente soli in contrasto con l'affolamento nel golfo della capitale Atuona. Qui tutto è luce, vento, silenzio in un'armonia di colori tra il verde-bruno della terra e l'azzurro del mare e del cielo. Una cascata alta duecento metri all'ingresso della baia e uno scoglio che ricorda il profilo di un nativo rendono il luogo veramente "moltopittoresco"(come direbbe un inglese al tempo del gran tour). Ieri, da questa atmosfera, abbiamo deciso di visitare quello che la guida definisce il sito archeologico più importante della Polinesia. Scesi a terra iniziamo a chiedere ai pochi che incontriamo se c'è la possibilità di raggiungere in auto il sito archeologico di Lipona vicino al villaggio di Puamau. In una casa troviamo un francese, pensionato della marina militare, riconvertito alla vita polinesiana avendo una compagna locale, un figlio adottivo a studiare a Tahiti e due figli, ormai grandi, lasciati (forse per sempre) nella patria francese. Chiediamo anche a lui; Patrick prende il telefono e chiede alla sua amica tassinara di Atuona. Centociquanta euro. OK il prezzo lo accettiamo e montiamo in macchina mentre lui continua a raccontarmi (solo io parlo un po' di francese)la sua vita. E' stato per la marina francese a Mururoa, atollo polinesiano, dove facevano i tests nucleari e forse per questo è venuto a vivere in questa baia sperduta, lontano dalla civiltà. Lui guida il suo fuoristrada su stradine sterrate a precipizio sul mare che si infila in tante baie deserte dove la pista sale e scende. Dopo due ore arriviamo al paesino di Puamau; quattro case, l'immancabile chiesa cattolica e un negozietto in cui prendiamo dei crackers, un formaggio improponibile e,incredibile a dirsi, la pasta Agnesi a prezzo  per il posto. Riprendiamo l'auto e in cinque minuti arriviamo al sito archeologico. Una serie di terrazzamenti in leggera salita delimitano spazi dedicati a rituali, celebrazioni, sacrifici (forse  anche umani). Quattro Tiki (enigmatiche statue dalle sembianze umane) troneggiano sulle varie terrazze. C'è il tiki del grande Guerriero, della moglie,di un sacerdote (forse) e di una donna sdraiata con le braccia al cielo che la guida ci propone in veste di partoriente. Certo,abituati alle statue greco-romane, rimaniamo un po' perplessi davanti a tanta approssimazione nella rappresentazione umana. Fidia e Prassitele avrebbero abbozzato un risolino ironico pensando alle loro sculture realizzate quasi due millenni prima.  Comunque il posto è molto bello paesaggisticamente e lasciando correre l'immaginazione possiamo vedere folle di persone che si stringono sulle terrazze per le celebrazioni. Questo fino all'arrivo dei missionari che dal '700 si sono ben dati da fare per convertire,cambiare modi di vita e cancellare gli spazi dove venivano celebrati i riti pagani: grandezza della civiltà  !! Per fortuna gli archeologi francesi negli ultimi anni novanta hanno recuperato e riposizionato tutto quello che era stato disperso.  Prima di andar via arriva un taxi con tre amici italiani. Anche loro stanno facendo un giro del mondo e ogni tappa importante ci fa rincontrare: piccolo il mondo!

Paolo






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