Cari amici ecco il nuovo blog  che vi racconterà il viaggio intorno al mondo di Argentina con Paolo ed Enrico.
Ringrazio Edoardo Scotto che lo ha realizzato e lo aggiornerà con il diario di bordo insieme a Renato. Saremo così in contatto con tutti coloro che vorranno seguirci nella nostra avventura. Come probabilmente saprete, dopo la prima traversata atlantica con Enzo, Argentina ha dovuto aspettare qualche anno gravato da problematiche varie,dubbi e incertezze prima di poter riprendere il largo.Nel frattempo su Argentina sono state apportate tante migliorie la cui realizzazione mi ha comportato un anno di intenso e faticoso lavoro. Eccoci quindi pronti a" respirare il vento degli Alisei",come dice la frase di H.Martinson, ma partendo da una convinzione intima di ricerca di se stessi. Frase sicuramente abusata da chi è sempre in cerca d'avventura in qualsiasi campo sia esso mare,montagna o quant'altro. E' per questo motivo che invece di aprire il blog con una foto "gagliarda e potente" apriamo con una foto raccolta e meditativa: la foto di Argentina all'ancora in una baia di una piccola isola greca " Kyra Panagia" dove è situato il Monastero ortodosso omonimo abitato da un monaco solitario. L'anno scorso quando abbiamo visitato il monastero mi sono fermato in un punto panoramico e dall'alto ho visto Argentina, sola, racchiusa in questa magnifica insenatura ed ho provato una sensazione intima, di raccoglimento, probabilmente esaltata anche dal luogo. Credo che questo spirito,questa sensazione mi accompagnerà durante la nuova lunga avventura.
Buon viaggio e buon vento a tutti gli amici che navigheranno con noi e buona lettura a tutti quelli che ci seguiranno da lontano e che incontreremo ogni anno al nostro "Argentina Party".
Ciao a tutti. 
Paolo.

venerdì 8 giugno 2018

RITROVARSI DOPO CINQUE MESI

7 giugno Faial

Non comincia proprio in maniera ottimale l’avventura del nuovo equipaggio
di Argentina. L’appuntamento con il comandante era per martedì 5 giugno e
la voglia di rivederlo da parte di Vella, Giovanna, Massimo e Piero era
tanta dopo tanti mesi. Per non parlare della moglie, Rita, dopo il suo
prezioso contributo via internet, alla perfetta riuscita del delicato
passaggio del capo di Buona Speranza nel marzo scorso.
Ma il primo intoppo arriva ancora prima di partire da Lisbona per Faial,
l’isola delle Azzorre dove Paolo ci aspetta nella marina di Horta, dopo la
lunga traversata dell’Atlantico a tutta bolina. L’altoparlante ci avvisa
che non tutti i bagagli sbarcheranno con i passeggeri dell’aereo
sull’isola. In molti dovranno pazientare per motivi non chiariti. Le
illazioni naturalmente si sprecano.
Il Pico sullo sfondo

E guarda caso, all’arrivo a Horta, noi siamo fra i fortunati passeggeri
che restano senza bagaglio, senza neanche sapere con certezza quando
potremo riceverli: forse la mattina dopo, o due giorni dopo, chissà…Sembra
che il pilota dell’aereo non volesse caricarlo eccessivamente in
previsione di turbolenze in volo, visto che era già stracarico di
passeggeri. Ma questa versione dei fatti non convince nessuno.
Dopo aver riempito documenti dettagliati sulle caratteristiche del nostro
bagaglio, al termine di una lunga e snervante fila, con i soliti furbetti
che tentavano di saltarla, a bordo di un taxi arriviamo finalmente nella
marina di Horta, dove Mariano, il simpatico superstite del precedente
equipaggio, ci accoglie e ci guida verso Argentina. Lì finalmente
riabbracciamo tutti Paolo, con precedenza assoluta naturalmente per Rita.
Siamo pronti a uscire per andare a cena con tre naviganti italiani
conosciuti da Paolo qui a Horta, quando scoppia un diluvio in piena
regola. E siamo al secondo intoppo della nostra prima giornata alle
Azzorre. Perché la fame è tanta e l’attesa diventa insopportabile. Dopo
mezz’ora, armati di ombrelli e giacche a vento ci decidiamo a muoverci e
la serata finisce in gloria, anche se la notte si passa tutti senza
pigiama e spazzolino per i denti.
Horta con la montagna di Pico sullo sfondo

Il giorno dopo, mercoledì 6, finalmente il sole fa capolino fra le nuvole
e il comandante ci guida in un bel giro panoramico a piedi nella città di
Horta, fra chiese barocche, giardini esotici, musei storici. Interessante
scoprire quanto questa isola sia stata importante per la prima traversata
transoceanica di un idrovolante, dagli Stati Uniti all’Europa e per i
collegamenti telegrafici transoceanici, grazie alla deposizione dei primi
cavi sottomarini alla fine dell’800.
All’ora di pranzo, dopo una occhiata all’antico porto, da dove partivano
le scialuppe dei balenieri, sosta al Peter’s Bar, da cent’anni luogo
tradizionale di appuntamento di tutti i naviganti che arrivano alle
Azzorre dall’atlantico: basta entrare anche solo un attimo per rendersi
conto di quanta storia sia carico questo bar.
Giovedi 7 giugno si prosegue l’esplorazione dell’isola, questa volta in
macchina, per visitare la zona vulcanica. Paolo comunque non rinuncia a
coinvolgere tutti in una lunga camminata per arrivare in cima al bordo più
alto del cratere centrale dell’isola e dopo, su quello del piccolo vulcano
spuntato sulla costa nord, nel 1957. Lo hanno battezzato Capelinhos.
Uno spettacolo affascinante, con i resti della lava che arriva fin sulla
costa, battuta dalle onde lunghe dell’oceano, dove purtroppo è impensabile
tuffarsi per un bagno: l’acqua è troppo fredda, oltre che agitata.
Risaliamo in macchina per andare in farmacia (Giovanna si è presa un
brutto raffreddore), mentre Paolo va a prendere i biglietti per il
traghetto.

Domani inatti, ci sposteremo nell’isola di fronte a Faial, dove ci aspetta
l‘ascensione a Pico, un altro vulcano, alto più di 2000 metri: non
dimentichiamoci che Paolo, oltre che un provetto navigatore, è un
accademico del CAI e dove trova una montagna lungo il suo percorso, ci si
tuffa.
Quindi stasera si cena in barca, con una pasta e fagioli cucinata da
Vella. Finamente sono arrivati i bagagli e stanotte si dormirà in pigiama
e si potranno pulire i denti.
Piero

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