Cari amici ecco il nuovo blog  che vi racconterà il viaggio intorno al mondo di Argentina con Paolo ed Enrico.
Ringrazio Edoardo Scotto che lo ha realizzato e lo aggiornerà con il diario di bordo insieme a Renato. Saremo così in contatto con tutti coloro che vorranno seguirci nella nostra avventura. Come probabilmente saprete, dopo la prima traversata atlantica con Enzo, Argentina ha dovuto aspettare qualche anno gravato da problematiche varie,dubbi e incertezze prima di poter riprendere il largo.Nel frattempo su Argentina sono state apportate tante migliorie la cui realizzazione mi ha comportato un anno di intenso e faticoso lavoro. Eccoci quindi pronti a" respirare il vento degli Alisei",come dice la frase di H.Martinson, ma partendo da una convinzione intima di ricerca di se stessi. Frase sicuramente abusata da chi è sempre in cerca d'avventura in qualsiasi campo sia esso mare,montagna o quant'altro. E' per questo motivo che invece di aprire il blog con una foto "gagliarda e potente" apriamo con una foto raccolta e meditativa: la foto di Argentina all'ancora in una baia di una piccola isola greca " Kyra Panagia" dove è situato il Monastero ortodosso omonimo abitato da un monaco solitario. L'anno scorso quando abbiamo visitato il monastero mi sono fermato in un punto panoramico e dall'alto ho visto Argentina, sola, racchiusa in questa magnifica insenatura ed ho provato una sensazione intima, di raccoglimento, probabilmente esaltata anche dal luogo. Credo che questo spirito,questa sensazione mi accompagnerà durante la nuova lunga avventura.
Buon viaggio e buon vento a tutti gli amici che navigheranno con noi e buona lettura a tutti quelli che ci seguiranno da lontano e che incontreremo ogni anno al nostro "Argentina Party".
Ciao a tutti. 
Paolo.

lunedì 25 giugno 2018

Sao Miguel, l'isola degli addii


22 – 24 giugno Sao Miguel.   lat 37 44 nord;    long 25 39 ovest

Sao Miguel, l’isola più grande dell’arcipelago, ultima tappa del nostro bel viaggio nelle Azzorre prima che Paolo riparta con un altro equipaggio per Lisbona. I primi insediamenti nacquero nel 1444 a Vila Franca do Campo, e lì fu posta la capitale dell’isola, ma presto fu trasferita a Ponta Delgada, ora anche sede del governo regionale delle Azzorre oltre che dell’aeroporto internazionale.
E’ lì che siamo diretti venerdì 22 giugno, quando alle sei del mattino Argentina lascia il porto di Praia da Vitoria, nell’isola di Terceira.
Dovevamo partire giovedì 21, ma Paolo non ha ritenuto le condizioni meteo favorevoli e ha rimandato ad oggi.
Tutti soddisfatti per le belle giornate passate a Terceira; un po’preoccupati invece, tranne ovvamente il comandante, per la traversata che ci aspetta: 96 miglia da percorrere, 12-14 ore di navigazione previste.
Il vento non è subito sufficiente, come Paolo sperava, per aprire le vele e allora si procede a motore, cosa che certo non aiuta a tenere stabile la barca e incide sugli stomaci di più di un navigante. C’è chi combatte il mal di mare, anzi di oceano, stendendosi sotto coperta nella “dinette”, chi dormendo in cabina.
In navigazione verso Sao Miguel
Per fortuna, dopo un paio d’ore, il vento comincia a crescere: finalmente si possono aprire randa e fiocco. E la barca va che è un piacere, con molta più stabilità. L’andatura è quella di una bolina larga, costante come il vento, e la velocità oscilla fra i sette e i nove nodi.
E’ il momento più bello della traversata: tutti nel pozzetto a guardare il mare per scoprire eventuali delfini, e a prendere aria per evitare il ritorno della nausea.
A un certo punto Giovanna si accorge che una barca a vela si sta avvicinando a noi da destra. Paolo calcola a occhio la velocità e torna tranquillo sotto coperta. In realtà, la barca ci passa davanti a meno di cinquanta metri di distanza, ma il comandante non cambia di un millimetro la rotta di Argentina. Ecco cosa vuol dire esperienza per chi naviga da vent’anni in mare.
Dopo dieci ore di navigazione, il vento cala e si deve accendere di nuovo il motore per andare avanti. Le onde lunghe dell’oceano si fanno sentire subito e le ultime tre ore di navigazione diventano per metà dell’equipaggio un po’ faticose.
A salvare la situazione è l’avvicinarsi dell’isola, che calma le acque e riduce il dondolio di Argentina. Superato il capo di ponta Delgada, si intravede il porto della città e Paolo punta dritto verso la marina, anche se nessuno risponde, perché gli uffici alle 18,30 chiudono e sono ormai le sette di sera quando arriviamo. Speriamo di trovare comunque un posto per ormeggiare la barca e appena lo individuiamo il comandante ci si infila senza indugio.
Qualche minuto dopo, un uomo in divisa si avvicina e si accorda con Paolo per registrare sabato mattina l’ingresso nel porto. E’ andata bene, e si festeggia la conclusione positiva della traversata con una bella cena a bordo. Si decide di affittare due macchine per il giorno dopo e poi tutti a dormire, per ammortizzare i postumi della navigazione.
Sabato 23 giugno, concluse le pratiche per la registrazione, e affittate due Punto FIAT nuove di zecca, ci dirigiamo nell’interno dell’isola. La visita alla città è rimandata ai prossimi giorni. Due sono le zone di maggior interesse, una a sud, l’altra a nord: da una parte due laghi, uno verde l’altro azzurro, connessi fra loro, considerati un simbolo delle Azzorre. Dall’altra le terme di Furnas, con le vicine caldeiras.
Si comincia con queste ultime, seguendo la strada costiera per dare prima un’occhiata ai paesini dei pescatori. Lungo la strada ci fermiamo per ammirare un lago circondato da una fitta selva. E’ evidente che si trova all’interno di un cratere di quello che una volta era un vulcano. La fame si fa sentire e decidiamo di fare una sosta culinaria nel paesino di Furnas prima di entrare alle terme.
Motivo per cui le terme, alla fine, ci limitiamo a guardarle da fuori: in realtà si tratta di una grande pozza piena di acqua dal colore ferroso, ma quello che attrae la nostra attenzione è il ricco giardino botanico che circonda la pozza e che è traversato da un piccolo fiume pieno di pesci di tutti i colori.
Nel giardino botanico di Furnas
Facciamo una lunga passeggiata tra fiori e alberi di ogni tipo e dopo due ore ci spostiamo nelle caldeiras. Lo spettacolo è impressionante: pozze di acqua in ebollizione dappertutto, da cui fuoriescono piccoli geyser e getti di vapore di varia intensità, dal forte odore solforoso. E’ l’unica isola in cui troviamo tracce di vulcanismo ancora attivo.
Lungo la strada del ritorno ci soffermiamo in un mirador, forse il punto da cui si ammira il miglior panorama di tutta l’isola: si può osservare un lungo tratto della costa, con le piantagioni di tè, le uniche del vecchio continente secondo gli abitanti di Sao Miguel.
Se non le uniche, sono comunque eccezionali: le foglie vengono raccolte dopo 4/5 anni. Il tè coltivato è uno solo ma il differente trattamento a cui le foglie sono sottoposte, consente la produzione di vari tipi diversi di tè. Un’altra caratteristica che ci colpisce sono le innumerevoli ortensie che costeggiano le strade, finalmente fiorite. E’ un tripudio di colori bianchi e azzurri.
Muri di ortensei fiancheggiano la strada
Ancora Ortensie

Per oggi basta. Si cena in barca, con un’ottima pasta ai peperoni cucinata da Giovanna. Vedremo domani l’altra parte dell’isola, con i laghi verde e azzurro, che effetto ci farà. Secondo la leggenda sarebbero nati da un amore impossibile fra una principessa e un pastore.
Domenica 24 giugno: ultima giornata di permanenza alle Azzorre per Giovanna e Massimo. Domani all’alba partiranno per Roma. Piero e Vella partiranno invece martedì 26. Rita resterà a fare compagnia a suo marito fino al 29. Poi Paolo partirà per Lisbona. L’ultima grande traversata prima di rientrare nel Mediterraneo.
E’ stato divertente e istruttivo per me e Vella passare tre settimane insieme con Paolo, Rita e i coniugi Di Rao: il comandante, con la sua tradizionale passione per l’esplorazione, Rita con la sua travolgente allegria, Massimo per le sue interessanti e utili conoscenze botaniche, oltre che per la grande esperienza nautica. Giovanna, con la sua schiettezza e anche per la sua capacità di controbattere con tenacia e pazienza ai ragionamenti politici di Paolo, non sempre tutti condivisibili al cento per cento.
Quest’ultima giornata viene passata in pieno relax da Giovanna, Massimo e Piero, con una passeggiata fra i prati che circondano il lago azzurro, mentre Paolo, Rita e Vella si fanno una ricca camminata sul bordo del cratere di oltre due ore, per poi raggiungere gli altri nel paesino all’interno del cratere.
La lunga trasferta alle Azzorre a bordo di Argentina si conclude nel ristorante più “in” della capitale di Sao Miguel. Il momento è importante e l’addio va festeggiato nel modo e nel luogo più adatto alle grandi occasioni. Chissà quando ci ricapiterà di fare una vacanza così bella tutti insieme, grazie alla disponibilità del nostro amato comandante.
Piero
Felce arborea dalla Nuova Zelanda

Laguna Azul


Agapanthus in primo piano
 

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