Cari amici ecco il nuovo blog  che vi racconterà il viaggio intorno al mondo di Argentina con Paolo ed Enrico.
Ringrazio Edoardo Scotto che lo ha realizzato e lo aggiornerà con il diario di bordo insieme a Renato. Saremo così in contatto con tutti coloro che vorranno seguirci nella nostra avventura. Come probabilmente saprete, dopo la prima traversata atlantica con Enzo, Argentina ha dovuto aspettare qualche anno gravato da problematiche varie,dubbi e incertezze prima di poter riprendere il largo.Nel frattempo su Argentina sono state apportate tante migliorie la cui realizzazione mi ha comportato un anno di intenso e faticoso lavoro. Eccoci quindi pronti a" respirare il vento degli Alisei",come dice la frase di H.Martinson, ma partendo da una convinzione intima di ricerca di se stessi. Frase sicuramente abusata da chi è sempre in cerca d'avventura in qualsiasi campo sia esso mare,montagna o quant'altro. E' per questo motivo che invece di aprire il blog con una foto "gagliarda e potente" apriamo con una foto raccolta e meditativa: la foto di Argentina all'ancora in una baia di una piccola isola greca " Kyra Panagia" dove è situato il Monastero ortodosso omonimo abitato da un monaco solitario. L'anno scorso quando abbiamo visitato il monastero mi sono fermato in un punto panoramico e dall'alto ho visto Argentina, sola, racchiusa in questa magnifica insenatura ed ho provato una sensazione intima, di raccoglimento, probabilmente esaltata anche dal luogo. Credo che questo spirito,questa sensazione mi accompagnerà durante la nuova lunga avventura.
Buon viaggio e buon vento a tutti gli amici che navigheranno con noi e buona lettura a tutti quelli che ci seguiranno da lontano e che incontreremo ogni anno al nostro "Argentina Party".
Ciao a tutti. 
Paolo.

mercoledì 3 giugno 2015

Verso le Tuamotu

Ieri siamo partiti, senza Enrico che è tornato a Roma, da Nuku Hiva per raggiungere Fakarava nelle Tuamotu. Li arriveranno Giovanna Gadotti e Daria Albertini che completeranno per il mese di giugno. Dopo la gita alla cascata siamo tornati in barca Taiohae e siamo giorno fermi in baia per fare le pratiche di uscita e i vari rifornimenti. Enrico aveva l'aereo lunedi  1 e ha approfittato per farsi un tatuaggio sul braccio. Sperava che altri lo seguissero ma nessuno di noi quattro si è fatto convincere. D'altra parte le isole Marchesi sono la patria del tatuaggio quindi li o mai più :per noi mai più! Dei giorni di sosta le uniche cose da raccontarvi sono l'incontro con due barche incredibili e una serata ad uno spettacolo di danze locali. Tra la solita cinquantina di barche in rada, due spiccavano per le loro dimensioni: una barca a vela di 70 metri e un catamarano di 45 con due alberi. La barca da 70 metri aveva un albero di 90 m di altezza(quasi un terzo della torre Eiffel),il più alto del mondo e...udite, udite un aereoplano idrovolante appoggiato sulla poppa con cui il proprietario ha fatto qualche voletto sopra l'isola. Il catamarano, in alluminio, era bellissimo il caso a voluto che lo skipper (non il proprietario) fosse attirato dalla nostra barca anche lei in alluminio. Passando, con il suo mega tender vicino a noi, ci ha chiesto notizie di Argentina e poi, gentilissimo, ci ha invitato a visitare il catamarano. Devo dire che ho provato una certa invidia salendo su un catamarano di gran lusso che corre a 25 nodi mentre noi andiamo circa alla metà. Lascio alla vostra immaginazione la dinette, il bar, la cucina, ecc...(se volete posso darvi la mail con cui prenotare una camera al modico prezzo di 1200 euro al giorno a persona). La soddisfazione è stata il constatare che molte delle soluzioni tecniche che ho adottato su Argentina le aveva anche questa barca da milioni di euro (non riesco a pensare quanti!). L'altra cosa, degna di nota di questi giorni, è stato uno spettacolo di  balli rituali organizzato sopratutto per i locali e non per i turisti. Prima si sono esibiti gli uomini in danze di guerra, vestiti dei loro bellissimi tatuaggi e di in perizoma fatto con il teschio di una capra e poche foglie,evocavano la ritualità dei Maori della Nuova Zelanda nell'incutere terrore al nemico. Poi è stata la volta delle dolci danze femminili in cui purtroppo solo le più giovani riuscivano a suscitare un certo interesse in confronto  alle più attempate ormai XL. Una danza di maschi e femmine mimava il senso della vita di una comunità ben coesa contro i pericoli esterni.
Al prossimo diario dalle Tuamotu.
Paolo

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