Cari amici ecco il nuovo blog  che vi racconterà il viaggio intorno al mondo di Argentina con Paolo ed Enrico.
Ringrazio Edoardo Scotto che lo ha realizzato e lo aggiornerà con il diario di bordo insieme a Renato. Saremo così in contatto con tutti coloro che vorranno seguirci nella nostra avventura. Come probabilmente saprete, dopo la prima traversata atlantica con Enzo, Argentina ha dovuto aspettare qualche anno gravato da problematiche varie,dubbi e incertezze prima di poter riprendere il largo.Nel frattempo su Argentina sono state apportate tante migliorie la cui realizzazione mi ha comportato un anno di intenso e faticoso lavoro. Eccoci quindi pronti a" respirare il vento degli Alisei",come dice la frase di H.Martinson, ma partendo da una convinzione intima di ricerca di se stessi. Frase sicuramente abusata da chi è sempre in cerca d'avventura in qualsiasi campo sia esso mare,montagna o quant'altro. E' per questo motivo che invece di aprire il blog con una foto "gagliarda e potente" apriamo con una foto raccolta e meditativa: la foto di Argentina all'ancora in una baia di una piccola isola greca " Kyra Panagia" dove è situato il Monastero ortodosso omonimo abitato da un monaco solitario. L'anno scorso quando abbiamo visitato il monastero mi sono fermato in un punto panoramico e dall'alto ho visto Argentina, sola, racchiusa in questa magnifica insenatura ed ho provato una sensazione intima, di raccoglimento, probabilmente esaltata anche dal luogo. Credo che questo spirito,questa sensazione mi accompagnerà durante la nuova lunga avventura.
Buon viaggio e buon vento a tutti gli amici che navigheranno con noi e buona lettura a tutti quelli che ci seguiranno da lontano e che incontreremo ogni anno al nostro "Argentina Party".
Ciao a tutti. 
Paolo.

lunedì 19 settembre 2016

17 settembre 2016 SAVUSAVU lat 16 46 sud long 179 18 est

FERMI IN PORTO

Con il precedente equipaggio siamo entrati nella marina di Savusavu il
12 e il giorno stesso Fulvio, Laura e Cristina hanno preso il piccolo
aereo che li ha portati da qui all'aereoporto internazionale di Nadi per
proseguire poi verso l'Italia.


La baia di Savu Savu

Carlo e' rimasto con me altri due giorni e con l'auto in affitto abbiamo
fatto un giretto nei dintorni.    Il parco nazionale Waisali pero' era
chiuso. Un cancello insuperabile sbarrava la strada verso le cascate e
la foresta tropicale ricca di molte varieta' di orchidee.  Abbiamo
telefonato al numero scritto sopra il cartellone ma con la difficolta'
che contraddistingue il nostro inglese ( ma anche dall'altra parte non
rispondeva Oxford ) abbiamo capito che il guardiano era busy e quindi
niente.
I vecchi pullman della Leyland  della compagnia Visnu ovviamente indiana

Abbiamo ripiegato sulle cascate di Tabu ni tavo.  Arrivati al villaggio
Vuadomo dovevamo pagare 10 dollari each per calpestare il sacro suolo e
per “ammirare” la solita pancottiglia artigianale, esposta su un
lenzuolo steso in terra, dalle simpatiche signore. Tra l'altro notavo
anche preziosissimi braccialetti di pura plastica made in Cina.
Espletate le “ formalita' di rito” ci siamo avviati su un breve
sentierino verso le cascate.  Un gruppo di inglesi che sguazzava nella
pozza sotto il getto d'acqua ci ha invitato a imitarli, ma io e Carlo ,
infastiditi dalla pioggerella, abbiamo declinato  anche perche' le altre
cascate viste a Taveuni erano molto piu' belle.
Le cascate di Tabu ni tavo

Il giorno dopo Carlo volava verso Roma e io rimanevo in barca a pulire e
fare vari deliziosi lavoretti: pompa di sentina bloccata ,rubinetti
rotti, insomma il lavoro di idraulico con le mani nella peggiore e
fetente fanghiglia.
Ieri sono arrivati, con i soliti micro aerei, Stefano, Michele e la sua
compagna Dolores (Dolly per gli amici).
Il nuovo equipaggio  Stefano, Paolo, Michele e Dolores

Oggi mega spesa; ma comunque per quanto riguarda la roba fresca sara'
sempre un problema perche' ,abbandonata Savusavu, non si puo' comprare
altro che un po di pesce e forse un po di pane.  Faremo la fine del mese
scorso ....coi morsi della fame.  No, scherzi apparte, su Argentina se
rovisti nelle sentine trovi sopravvivenza per almeno 10 giorni.  E
comunque abbiamo anche comprato nuove esche sperando nella pesca che,
qui alle Fiji, ci ha dato meno soddisfazione che nelle altre parti.
Vedremo!
Paolo

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