Cari amici ecco il nuovo blog  che vi racconterà il viaggio intorno al mondo di Argentina con Paolo ed Enrico.
Ringrazio Edoardo Scotto che lo ha realizzato e lo aggiornerà con il diario di bordo insieme a Renato. Saremo così in contatto con tutti coloro che vorranno seguirci nella nostra avventura. Come probabilmente saprete, dopo la prima traversata atlantica con Enzo, Argentina ha dovuto aspettare qualche anno gravato da problematiche varie,dubbi e incertezze prima di poter riprendere il largo.Nel frattempo su Argentina sono state apportate tante migliorie la cui realizzazione mi ha comportato un anno di intenso e faticoso lavoro. Eccoci quindi pronti a" respirare il vento degli Alisei",come dice la frase di H.Martinson, ma partendo da una convinzione intima di ricerca di se stessi. Frase sicuramente abusata da chi è sempre in cerca d'avventura in qualsiasi campo sia esso mare,montagna o quant'altro. E' per questo motivo che invece di aprire il blog con una foto "gagliarda e potente" apriamo con una foto raccolta e meditativa: la foto di Argentina all'ancora in una baia di una piccola isola greca " Kyra Panagia" dove è situato il Monastero ortodosso omonimo abitato da un monaco solitario. L'anno scorso quando abbiamo visitato il monastero mi sono fermato in un punto panoramico e dall'alto ho visto Argentina, sola, racchiusa in questa magnifica insenatura ed ho provato una sensazione intima, di raccoglimento, probabilmente esaltata anche dal luogo. Credo che questo spirito,questa sensazione mi accompagnerà durante la nuova lunga avventura.
Buon viaggio e buon vento a tutti gli amici che navigheranno con noi e buona lettura a tutti quelli che ci seguiranno da lontano e che incontreremo ogni anno al nostro "Argentina Party".
Ciao a tutti. 
Paolo.

martedì 13 settembre 2016

Viaggio alle Fiji - un mese di grande vela in una pagina...

Viaggio alle Fiji - un mese di grande vela in una pagina...
Le isole Mamanucas e Yasawa, a nord-ovest di Viti Levu, la maggiore delle Fiji, sono già una meta turistica a livello internazionale, ma la natura è ancora intatta, la barriera stupefacente e i resorts sparsi e ben mimetizzati dietro spiagge bianche da cartolina. Poche le barche che le visitano, per lo più dalla Nuova Zelanda, 1000 miglia più a sud, o dall'Australia, 1000 miglia a ovest, e qualche navetta per crociere più o meno di lusso.
Le Fiji, abbiamo ormai verificato, sono come una cerniera tra la Polinesia, le cui genti sono così dolci e dai lineamenti aggraziati, e la Melanesia, dai popoli più duri e di pelle più scura. Il risultato è spesso di una bellezza esotica straordinaria e di una intelligenza e cortesia ineguagliabili. I luoghi corrispondono anch'essi a queste dolci e brillanti caratteristiche.
La nostra barca, l'Argentina dell'amico Paolo, è un vero veliero d'altro bordo, 16 metri di alluminio armato a cutter (un albero solo ma con due fiocchi) capace di qualsiasi traversata, ma soffre un po' ad andare a motore da un ormeggio all'altro, zigzagando tra stretti passeggi e reef assolutamente invisibili se il tempo è nuvoloso o piovoso. Assolutamente escluso poi navigare di notte se non in alto mare. Noi comunque non soffriamo per niente, godendoci il panorama delle isole e isolette che ci scorrono accanto, palme e alberi vari e sconosciuti, verdi di tutte le gradazioni, sostando in baie a volte deserte a volte con un resort seminascosto dietro le prime palme, dove scendiamo per fare due passi o per un pranzo a cercare di variare un po' la dieta a volte limitata di bordo, o a prendere un drink, e la notte respiriamo il silenzio sotto le stelle, come d'obbligo.
L'aliseo da sud-est soffia quasi sempre, più o meno forte, a volte anche freddino per il nostro gusto siciliano, e pur essendo nella stagione migliore non mancano giorni piovosi e grigi. Ma quando dopo esce il sole, fortissimo e caldo per giorni di fila, lo spettacolo è unico e la gioia totale.
Arrivati all'ultima di queste catena di isolette, tre giorni di bolina ci portano sopravvento a Vanua Lavu, la seconda maggior isola delle Fiji, per consentici di fare rotta con vento portante ben più comodo verso Savusavu, nostra destinazione finale.
Navadra north Yasawa

Ma tutte le soste, isole e baie lungo questo itinerario sono indimenticabili: Kia a nord, con due villaggetti minimi quasi mai visitati da turisti, dove abbiamo comprato una stupenda e saporita cernia a pallini azzurri; Labasa, col suo mercato vivace e variopinto e il fiume orlato di mangrovie che abbiamo percorso sulle veloci lance locali fino al mare; Yanuca, vergine e deserta, con la foresta fitta fitta sulle colline fino al bordo delle spiagge; e poi la grande Taveuni, col parco marino che si estende anche a terra e su fino in montagna, tra cascate, foreste fitte e stupende felci arboree, e l'incredibile Rainbow Reef, due straordinarie immersioni con Laura, così incomparabilmente brulicante di vita, pesci e coralli di ogni tipo e colore e varietà..
Partiamo con tutte queste e altre immagini ancora negli occhi e nel cuore, e poi la balena, le mante che nuotavano in formazione, le danze, i tramonti... Un grande Pacifico ben aldilà delle nostre aspettative!
Grazie Paolo!
Fulvio

2 commenti:

  1. Grazie Paolo, anche da parte mia! Grande barca, isole meravigliose, vacanza indimenticabile...Cristina

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  2. Quella nella foto è Kia, non Navadra che è disabitata.. Entrambe stupende però!

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