Cari amici ecco il nuovo blog  che vi racconterà il viaggio intorno al mondo di Argentina con Paolo ed Enrico.
Ringrazio Edoardo Scotto che lo ha realizzato e lo aggiornerà con il diario di bordo insieme a Renato. Saremo così in contatto con tutti coloro che vorranno seguirci nella nostra avventura. Come probabilmente saprete, dopo la prima traversata atlantica con Enzo, Argentina ha dovuto aspettare qualche anno gravato da problematiche varie,dubbi e incertezze prima di poter riprendere il largo.Nel frattempo su Argentina sono state apportate tante migliorie la cui realizzazione mi ha comportato un anno di intenso e faticoso lavoro. Eccoci quindi pronti a" respirare il vento degli Alisei",come dice la frase di H.Martinson, ma partendo da una convinzione intima di ricerca di se stessi. Frase sicuramente abusata da chi è sempre in cerca d'avventura in qualsiasi campo sia esso mare,montagna o quant'altro. E' per questo motivo che invece di aprire il blog con una foto "gagliarda e potente" apriamo con una foto raccolta e meditativa: la foto di Argentina all'ancora in una baia di una piccola isola greca " Kyra Panagia" dove è situato il Monastero ortodosso omonimo abitato da un monaco solitario. L'anno scorso quando abbiamo visitato il monastero mi sono fermato in un punto panoramico e dall'alto ho visto Argentina, sola, racchiusa in questa magnifica insenatura ed ho provato una sensazione intima, di raccoglimento, probabilmente esaltata anche dal luogo. Credo che questo spirito,questa sensazione mi accompagnerà durante la nuova lunga avventura.
Buon viaggio e buon vento a tutti gli amici che navigheranno con noi e buona lettura a tutti quelli che ci seguiranno da lontano e che incontreremo ogni anno al nostro "Argentina Party".
Ciao a tutti. 
Paolo.

sabato 1 ottobre 2016

30 settembre 2016 LOMALOMA isola di VANUA BALAVU lat 17 18 sud long 178 59 ovest



30 settembre 2016  LOMALOMA  isola di VANUA BALAVU 


UN MATRIMONIO FIJIANO

Il 28 partiti da Qamea abbiamo veleggiato verso Vanua Balavu l'isola piu' a nord del gruppo delle Lau.  Questo arcipelago e' cosi' numeroso e disperso su 200 miglia che alcune isole sono state acquistate da personaggi famosi come Mel Gibson che nel 2005 ha sborsato 15 miloni di dollari americani per comprare l'isola di Mago.  La costeggiamo per entrare dalla pass sud di Vanua Balavu pensando a quante volte Mel sara'
andato su questo cerchio di quattro chilometri e quanto gli sara'
costato ogni volta prendere l'ombra sotto le palme; ma si sa i ricchi sono ricchi e non fanno mai i conti (o almeno cosi' dicono).
Al tramonto entriamo nel Tonga Passage ( perche' e' rivolto verso le Tonga, un po' come Porta Romana a Milano rivolta verso Roma) e con l'aiuto delle due differenti cartografie,questa volta esatte, ormeggiamo appena a nord del villaggio di Susui.

Il giorno dopo 29 ci spostiamo di fronte a Lomaloma, il paese piu'
importante di Vanua Balavu che a sua volta e' un arcipelago di 13 isole contornato da un grande reef.
Scendiamo a terra e la prima cosa che ci colpisce e' il gran numero di casette crollate o piegate dall'ultimo uragano di febbraio.  
 
Il compito in classe sotto il tendone dell'UNICEF

La scuola senza tetto

Quello che resta di una casa solo il gabinetto

 Anche la scuola e' stata scoperchiata e gli alunni della media stanno facendo un compito in classe sotto un tendone donato dall'UNICEF.  Nonostante la precarieta' del luogo sono tutti concentrati sul compito.  L'imponente professoressa gira tra i banchi controllando che nessuno copi; poi viene a salutarci e a raccontarci delle difficolta' dell'insegnamento in questa situazione.
Girovaghiamo e scambiamo due parole con un signore che sembra essere il capo villaggio.  Sono  tutti generalmente gentili e contenti di sapere il tuo nome, da dove vieni e da quanto tempo sei alle Fiji.  Dopo la solita ritualita' ci avvisa che il giorno dopo ci sara' un matrimonio e che saremo  “welcome”.
Ringraziamo e chiediamo l'ora ma a questo punto la risposta e' “Fiji time in the morning” che tradotto vuol dire nella mattinata senza un'ora precisa, tanto cosa c'e' da fare?

I rifornimenti (gasolio) arrivati con la nave
30 settembre  Wedding day
Scendiamo a terra vestiti decentemente,io addirittura con i calzoni lunghi come consiglia il ruolo del capitano, Dolores in bianco traforato con la sua borsetta e il regalo per gli sposi: ha rinunciato ad una pashmina e Michele ad una sua T shert italian stile.
Ci avviamo verso la casa dove gia' gli ospiti sono arrivati.  Le donne coi bambini sedute in terra sotto un gazebo, gli uomini seduti anch'essi
a terra dentro una casa.   Stefano si affaccia per salutare e viene
subito invitato.   Un po' esitante mi chiama per accompagnarlo.
Entriamo e siamo accolti dal capo villaggio che, contornato dagli altri uomini, sta sorseggiando la Kava.
Ahi, ahi,ahi!   Questa volta non me la scampo,penso tra me e me.
Infatti,appena seduti a terra, ci viene offerta, in una mezza noce di cocco  dove hanno bevuto tutti, la bevanda tradizionale dal colore fangoso.
Non possiamo rifiutare e trangugiamo tutto perche' cosi' vuole l'usanza.

Il rito della Kava
La kava dovrebbe avere un effetto allucinogeno;  Stefano mi dice che avverte un fastidio alla glottide, io invece non sento niente probabilmente perche' vista la quantita' di gente hanno allungato molto la brodaglia.
Dopo aver risposto alle consuete domande chiediamo di poter andare a salutare gli sposi. Il capo villaggio ci mostra dove.
Sulla porta di casa ecco i due sposini (o meglio sposoni) ricevere i saluti.  Anche noi in fila aspettiamo il nostro turno e gli offriamo il nostro regalo.
Gli sposini

Il  variopinto corteo

Il fatidico SI

Lei, una ragazzona gioviale incartata nel vestito tradizionale fatto di stuoie che aumentano ancor di piu' il suo diametro, sorride e ringrazia.
 Lui, in camicia cravatta e gonna di stuoia, sembra un pezzo di legno capitato li per caso e senza nessun entusiasmo per quello che dovrebbe essere il giorno piu' bello (!?) della sua vita.
E' ora di andare nella chiesa metodista: il variopinto corteo si avvia sotto un sole splendente che ravviva ancor piu' i vestiti delle donne.
Il pastore indossa camicia,cravatta, giacca scura con lo stemma della chiesa metodista: una piroga a vela con la colomba della pace e la scritta “BEST OFF ALL GOD IS WITH US”; il tutto sopra la gonna, segno distintivo tra le persone importanti e gli altri coi calzoni.
Inizia la cerimonia e mi pare di capire che l'officiante ricorda agli sposi gli obblighi reciproci di assistenza facendoci sopra qualche battutina che suscita il sorriso generale, poi ,come da noi, il fatidico “si” forte e chiaro di lei e appena sussurrato di lui, lo scambio degli anelli e la firma dei testimoni.
Seguono le raccomandazioni dei genitori maschi mentre le madri asciugano le lacrime coi fazzolettoni colorati.
Il saluto degli amici

I regali con la ciotola della Kava
Chiude un altro prete in clergyman e immancabile gonna.  Rispetto al
primo e' molto piu' formale e retorico.   Continuamente pronuncia la
parola “RARAQA” e alza l'indice verso il cielo, probabilmente si riferisce in fijiano a “GOD”.
Tra i canti delle donne, gli sposi escono e (senza lanci di riso che qui
e' prezioso) si schierano per salutare tutti.   Anche noi auguriamo
“best wishes” e ci congediamo.   Tutti si avviano verso il banchetto ma
non essendo stati invitati rinunciamo a malincuore al maiale che girava sullo spiedo,al quarto di bue scaricato il giorno prima dalla nave ed alla quantita' di pesci appena pescati.
L'ultima occhiata e' ai regali ammassati da una parte: coperte, stuoie, l'immancabile ciotolone per preparare la Kava e un intera camera da letto.

Paolo
 

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