Cari amici ecco il nuovo blog  che vi racconterà il viaggio intorno al mondo di Argentina con Paolo ed Enrico.
Ringrazio Edoardo Scotto che lo ha realizzato e lo aggiornerà con il diario di bordo insieme a Renato. Saremo così in contatto con tutti coloro che vorranno seguirci nella nostra avventura. Come probabilmente saprete, dopo la prima traversata atlantica con Enzo, Argentina ha dovuto aspettare qualche anno gravato da problematiche varie,dubbi e incertezze prima di poter riprendere il largo.Nel frattempo su Argentina sono state apportate tante migliorie la cui realizzazione mi ha comportato un anno di intenso e faticoso lavoro. Eccoci quindi pronti a" respirare il vento degli Alisei",come dice la frase di H.Martinson, ma partendo da una convinzione intima di ricerca di se stessi. Frase sicuramente abusata da chi è sempre in cerca d'avventura in qualsiasi campo sia esso mare,montagna o quant'altro. E' per questo motivo che invece di aprire il blog con una foto "gagliarda e potente" apriamo con una foto raccolta e meditativa: la foto di Argentina all'ancora in una baia di una piccola isola greca " Kyra Panagia" dove è situato il Monastero ortodosso omonimo abitato da un monaco solitario. L'anno scorso quando abbiamo visitato il monastero mi sono fermato in un punto panoramico e dall'alto ho visto Argentina, sola, racchiusa in questa magnifica insenatura ed ho provato una sensazione intima, di raccoglimento, probabilmente esaltata anche dal luogo. Credo che questo spirito,questa sensazione mi accompagnerà durante la nuova lunga avventura.
Buon viaggio e buon vento a tutti gli amici che navigheranno con noi e buona lettura a tutti quelli che ci seguiranno da lontano e che incontreremo ogni anno al nostro "Argentina Party".
Ciao a tutti. 
Paolo.

lunedì 26 marzo 2018

26 marzo 2018 lat 18 30 sud long 2 57 ovest

QUASI ARRIVATI A SANT’ELENA

Siamo a 220 miglia dall’arrivo.
Il vento ci ha portato fin qui in modo abbastanza costante; ovviamente
tenendo conto che nel mezzo dell’oceano oltre ai venti previsti (in questa
seconda metà gli Alisei) ci sono anche improvvisi cambi di direzione ed
intensità dovuti alla corsa delle nuvole e degli improvvisi acquazzoni che
modificano temporanemente i venti costanti da sud est; e questo ci obbliga
a rapide riduzioni della randa mentre il fiocco (la vela verso prua)
rimane al suo posto.
Per stanotte e domattina si prevede un deciso calo di vento e quindi una
bella smotorata fino all’arrivo. E invece il motore lo abbiamo acceso già
dalle 8 (U.T.C) forse per l’instabilità atmosferica (pioggia e nuvole) e/o
per un errore della previsione meteo.

La nostra meta Sant’Elena è un’isola sperduta in mezzo all’oceano
Atlantico sotto l’equatore.
E’ talmente sperduta ed irraggiungibile che gli Inglesi , dopo aver
sconfitto definitivamente Napoleone e dopo che il corso era riuscito a
fuggire dalla nostrana Elba, hanno pensato bene di confinarlo fino al
giorno della sua morte (il famoso 5 maggio 1821…ricordate la poesia di
Manzoni “Ei fu siccome immobile…&rdquo😉in un posto impossibile da raggiungere
se non con una nave inglese.



Non che non potessero arrivarci altre navi e infatti l’isola fu scoperta
nel 1502 dal portoghese-galiziano João da Nova ma dal 1659 l'isola fu
occupata definitivamente dagli inglesi.
Già dai primi del cinquecento i portoghesi percorrevano la rotta
commerciale verso l’India essendo stati i primi, alla fine del
quattrocento, a raggiungere il Capo di Buona Speranza.
João da Nova era partito dal Portogallo verso l'India nel 1501 scoprendo
nel viaggio prima l’altra sperduta e vicina isola di Ascensione poi l’anno
dopo, al ritorno, Sant.Elena.
Il nome deriva ovviamente dal santo del giorno della scoperta: Sant’Elena
da Costantinopoli, madre dell’imperatore che legittimò definitivamente il
cristianesimo.
Il nostro Colombo inaugurò la moda fra le nazioni cattoliche di chiamare
le scoperte geografiche coi nomi dei santi e nel 1492 scoprendo l’America
(per lui le Indie) cominciò con San Salvador. Anche in questi aspetti
minori: religioni e storia un connubio indissolubile.
L’ultima nota sulla scoperta di Sant Elena ricorda la presenza anche di un
italiano: Amerigo Vespucci, il grande esploratore fiorentino a cui è
dedicata la nave scuola della nostra marina militare.
Torniamo alla storia dell’isola: i portoghesi non ne rivelarono
l’esistenza e cominciarono a colonizzarla per quasi un secolo. Era
un’ottima base per riposarsi e rifornirsi tornando dall’oceano Indiano.
Ma alla fine del cinquecento il segreto non era più tale e gli inglesi
stazionarono intorno all’isola con le loro navi da guerra per derubare i
galeoni spagnoli e portoghesi tanto che i rispettivi re vietarono la sosta
alle loro navi.
Piccola divagazione storica: tutte le potenze marinare dell’epoca andavano
a “raccogliere” materie prime,spezie,primizie(poi anche schiavi) ma gli
Inglesi, molto più organizzati e pratici dei regni cattolici rubavano pure
alla concorrenza. Le lettere di autorizzazione alla “Guerra di corsa “
permettevano ai corsari di derubare i malcapitati con tanto di carta
bollata reale. Invece quelli che facevano lo stesso mestiere in proprio e
non sotto l’egida della corona inglese erano pirati da appendere, corda al
collo, al pennone più alto della nave.
Nella prima metà del seicento si presentarono pure gli olandesi ma poi
preferirono la colonia del Capo di Buona Speranza e dal 1659 l'isola fu
occupata definitivamente dalla Compagnia Inglese delle Indie Orientali,
che vi inviò alcuni abitanti bianchi, con gli schiavi.
L’isola fu usata come esilio oltre che per il più famoso ospite Francese
anche per tante altre persone tra cui,per la questione sud Africana, il re
degli Zulù e ben 5000 boeri.
Da allora Sant’ Elena è rimasta sempre inglese ed è attualmente un
territorio d’oltremare.
Lunga 16 km e larga 12, è un cono vulcanico che sbuca dal mare fino agli
824 metri del Diana’s Peak.
Potrebbe essere una meta interessante. Vedremo quando avremo messo i piedi
a terra.
Paolo

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