Cari amici ecco il nuovo blog  che vi racconterà il viaggio intorno al mondo di Argentina con Paolo ed Enrico.
Ringrazio Edoardo Scotto che lo ha realizzato e lo aggiornerà con il diario di bordo insieme a Renato. Saremo così in contatto con tutti coloro che vorranno seguirci nella nostra avventura. Come probabilmente saprete, dopo la prima traversata atlantica con Enzo, Argentina ha dovuto aspettare qualche anno gravato da problematiche varie,dubbi e incertezze prima di poter riprendere il largo.Nel frattempo su Argentina sono state apportate tante migliorie la cui realizzazione mi ha comportato un anno di intenso e faticoso lavoro. Eccoci quindi pronti a" respirare il vento degli Alisei",come dice la frase di H.Martinson, ma partendo da una convinzione intima di ricerca di se stessi. Frase sicuramente abusata da chi è sempre in cerca d'avventura in qualsiasi campo sia esso mare,montagna o quant'altro. E' per questo motivo che invece di aprire il blog con una foto "gagliarda e potente" apriamo con una foto raccolta e meditativa: la foto di Argentina all'ancora in una baia di una piccola isola greca " Kyra Panagia" dove è situato il Monastero ortodosso omonimo abitato da un monaco solitario. L'anno scorso quando abbiamo visitato il monastero mi sono fermato in un punto panoramico e dall'alto ho visto Argentina, sola, racchiusa in questa magnifica insenatura ed ho provato una sensazione intima, di raccoglimento, probabilmente esaltata anche dal luogo. Credo che questo spirito,questa sensazione mi accompagnerà durante la nuova lunga avventura.
Buon viaggio e buon vento a tutti gli amici che navigheranno con noi e buona lettura a tutti quelli che ci seguiranno da lontano e che incontreremo ogni anno al nostro "Argentina Party".
Ciao a tutti. 
Paolo.

martedì 27 gennaio 2015

In rotta verso Colon: quarto giorno di navigazione

Mar dei Caraibi ore 0:30 - (04:30 UTC)

Argentina scivola agilmente sulle onde inseguendo la scia luminosa della luna al primo quarto; al nostro zenith è la cintura di Orione, mentre la Stella Polare è al giardinetto a soli 15° sull'orizzonte. La notte si preannuncia limpida e tranquilla, alcune stelle cadenti solcano il cielo. Contrariamente a quanto stabilito, poiché spira un vento da levante, stiamo seguendo da più di 2 giorni una rotta più a sud sia della lossodromia congiungente le mete di partenza e di arrivo e decisamente più a sud della curva che ci eravamo prefissati e che rivolge la concavità verso la penisola di Guaiajira.
E' da circa 60 ore che procediamo di gran lasco, mura a sinistra, con un angolo di 150° tra la prua e la direzione del vento vero, angolo che occorre ulteriormente abbassare quando cala l'intensità del vento o aumenta quella dell'onda. Fino ad ora si è tenuta mediamente una velocità di 7-8 Kn. L'Aliseo soffia sui 15-20 Kn e l'onda si mantiene sotto i 2 m di altezza picco-picco. In questi 3 giorni di navigazione di manovre se ne è fatte ben poche. La notte precedente verso le 3,30 si è ridotta la superficie velica della randa di un quarto con la classica manovra di “presa di terzaroli” (ahi imprecisione del linguaggio marinaresco!), ma verso le 9,30 del mattino si è di nuovo riaperta tutta la tela. Tra le 12:20 e le 14:40 si è fatto un bordo con mura a dritta vuoi per evitare alcune celle temporalesche vuoi per riportarci su una rotta più a nord che eviti le pericolose, in tutti i sensi,acque del Venezuela.
La mattinata di oggi è stata dedicata a sistemare il generatore idrodinamico di energia elettrica dal nome improbabile di “Watt&Sea”. Inizialmente si era pensato di denominarlo “Joule&Sea”, ma gli si è dovuto cambiare nome poiché dopo pochi minuti di funzionamento l'elica si riempie
di alghe e quindi genera tanta potenza per un breve periodo, ma energia pressoché nulla.
L'operazione di pulizia dell'elica va effettuata portandosi nella spiagetta di poppa, tenendosi con la mano sinistra allo strallo per non finire in acqua, con la destra si deve sfilare una coppiglia che va poi tenuta con la bocca per avere la mano libera e quindi si urla, per farsi
sentire nonostante il frastuono della scia turbolenta, di cazzare una certa scotta... incredibilmente fino ad ora nessuna coppiglia è finita in mare! 
Ma alla fine siamo ricorsi al generatore Diesel.
Tramite satellitare abbiamo preso contatti col nostro agente a Colon che dovrà istruire le pratiche per il passaggio del Canale. Questi ci ha chiesto di inviargli il nostro “slip number”. Si è ipotizzato che per il passaggio del Canale occorra che gli equipaggi siano provvisti di  mutande speciali, un po'  come le celeberrime “mutande tattiche” un tempo in dotazione dell'esercito italiano. Ma poi si è scoperto trattarsi del numero del pontile su cui si va a dormire.

Sandro

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