08/10/2015: Raiatea
E'
mezzogiorno, siamo tutti in attesa che dal "carenage", cioè dal cantiere
dove vengono tenute in secca le barche, ci chiamino alla radio per darci
il via e avvicinarci per "alare a terra" anche Argentina per sei mesi, e
profittarne per un salutare chek up, dopo un viaggio di anno da Fiumicino,
nel mar Tirreno, a Raiatea, in mezzo all'oceano Pacifico. Argentina
è stata completamente spogliata: cordame tolto e appeso al boma.
Vele ammainate, piegate e impacchettate nella dinette sotto coperta.
Portate a terra le vivande avanzate, soprattutto pasta e scatolame. Sarà il
comandante a fare un bilancio tecnico di questa prima tappa del lungo
viaggio intorno al mondo, nel diario di bordo. Io vorrei
tentare di farne uno umano, a nome dei 30 amici di Argentina che sono
saliti a bordo in questi dodici mesi, chi per traversare l'Atlantico
e dopo il Pacifico (e sono i più bravi), e chi come noi si è alternato mese dopo mese nei punti di sosta di Argentina,le Canarie,i Caraibi,
le San Blas, Panama, Las Perlas, le Galapagos, le isole Marchesi, poi l'arcipelago
delle Tuamotu e infine le isole della Società, Thaiti in testa, per
condividere un tratto della rotta con Paolo ed Enrico, i due viaggiatori. Attraverso
il blog di Argentina curato da Edoardo Scotto, tutti coloro che hanno
seguito da terra le varie tappe del viaggio, sono riusciti ad avere un
idea delle bellissime sensazioni provate dai 30 naviganti, grazie ai loro
racconti, in posti diversi, ma sempre ugualmente incantevoli. Avendo
avuto la fortuna di far parte dell'ultimo equipaggio prima dello stop
temporaneo del viaggio, ho potuto apprezzare di persona lo spirito in cui
stanno vivendo questa esperienza affascinante i due navigatori, Paolo a
tempo pieno ed Enrico a fasi alterne, perché ancora impegnato con il suo
lavoro.Mi hanno insegnato, e credo di poter tranquillamente dire a nome
di tutti, Ci
hanno insegnato cosa vuol dire l'amore per il mare, con i suoi tempi
morti e le emergenze improvvise, il cielo pieno di stelle luminose o di
nuvole nere, la pioggia battente o il sole bollente, l'alba e il tramonto
con le loro sfumature di colore, i turni massacranti di notte, per
tenere sotto controllo la rotta della barca.
Insomma
non c'è solo il gusto dell'impresa nel loro giro del mondo, ma la voglia
di mettere alla prova questo loro amore e di coinvolgere in questa
loro avventura quanti più amici possibile. E io sono felice di essere
stato fra di loro. Per questo li ringrazio e mi permetto di farlo a nome di
tutti. Arrivederci ad aprile, quando Argentina tornerà in mare.
Piero
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