Cari amici ecco il nuovo blog  che vi racconterà il viaggio intorno al mondo di Argentina con Paolo ed Enrico.
Ringrazio Edoardo Scotto che lo ha realizzato e lo aggiornerà con il diario di bordo insieme a Renato. Saremo così in contatto con tutti coloro che vorranno seguirci nella nostra avventura. Come probabilmente saprete, dopo la prima traversata atlantica con Enzo, Argentina ha dovuto aspettare qualche anno gravato da problematiche varie,dubbi e incertezze prima di poter riprendere il largo.Nel frattempo su Argentina sono state apportate tante migliorie la cui realizzazione mi ha comportato un anno di intenso e faticoso lavoro. Eccoci quindi pronti a" respirare il vento degli Alisei",come dice la frase di H.Martinson, ma partendo da una convinzione intima di ricerca di se stessi. Frase sicuramente abusata da chi è sempre in cerca d'avventura in qualsiasi campo sia esso mare,montagna o quant'altro. E' per questo motivo che invece di aprire il blog con una foto "gagliarda e potente" apriamo con una foto raccolta e meditativa: la foto di Argentina all'ancora in una baia di una piccola isola greca " Kyra Panagia" dove è situato il Monastero ortodosso omonimo abitato da un monaco solitario. L'anno scorso quando abbiamo visitato il monastero mi sono fermato in un punto panoramico e dall'alto ho visto Argentina, sola, racchiusa in questa magnifica insenatura ed ho provato una sensazione intima, di raccoglimento, probabilmente esaltata anche dal luogo. Credo che questo spirito,questa sensazione mi accompagnerà durante la nuova lunga avventura.
Buon viaggio e buon vento a tutti gli amici che navigheranno con noi e buona lettura a tutti quelli che ci seguiranno da lontano e che incontreremo ogni anno al nostro "Argentina Party".
Ciao a tutti. 
Paolo.

martedì 18 luglio 2017

14 Luglio BALI MARINA

3 GIORNI A SPASSO PER BALI

11 luglio.   Alle 8 arriva puntuale Uaial, l'autista che ci portera' a
conoscere quest'isola, meta classica di turismo internazionale.  La
caratteristica di Bali e' di essere l'unica isola rimasta induista ed,
in parte, buddista.  Furono i commercianti indiani,arrivati qui gia' nel
primo secolo D.C., a diffondere queste religioni nelle isole piu' a sud
dell'arcipelago indonesiano.  Poi nel VII secolo arrivarono i
commercianti arabi mussulmani e la maggior parte dell'Indonesia segui'
l'Islam.  Oggi ben l'86% della popolazione e' mussulmana, il 9%
cristiana (dall'avvento di portoghesi e poi degli olandesi) e solo il 2%
induista concentrata a Bali;il resto ancora animista sopratutto nelle
zone piu' remote.
Questa caratteristica fa di quet'isola un unicum del piu' popoloso
arcipelago del mondo: 250 milioni di persone,la quarta nazione al mondo
dopo Cina,India e Stati Uniti.
La prima sosta e' ad un negozio laboratorio di tessuti per acquistare,
dice Uaial, il sarong: un pezzo di stoffa con cui cingersi i fianchi
(uomini e donne) per poter entrare nei templi.  In realta' di
laboratorio c'e' poco dato che le signore messe in bella mostra davanti
ai telai a mano iniziano a lavorare solo quando ci avviciniamo.  Il
resto e' un enorme negozio in cui graziose fanciulle si sperticano a
magnificare la qualita' dei tessuti per convincerti ad acquistare.
Niente,i prezzi troppo alti e l'eccessiva pressione del personale ci
convincono a uscire a mani vuote.  Compreremo un sarong poco dopo da un
ambulante quando ci fermeremo in un parcheggio con panorama.
Arriviamo al Pura (tempio) Besakih.  E' il piu' importante di Bali.  In
realta' si tratta di un vasto complesso costituito da 23 diversi templi
collegati tra loro su cui primeggia il Pura Penataran Agung.
Il tempio di Pura Besakin

Pagode del tempio Pura Besakin

Quest'ultimo tempio su sei terrazze lungo il pendio che sale verso il
Gunung Agung: la montagna piu' alta e venerata di Bali.  Questo vulcano
attivo (ma ha sempre risparmiato il tempio) alto 3000 metri fa da sfondo
alle pagode slanciate del complesso.   Qui, al contrario dell'India da
dove proviene l'Induismo, i templi sono caratterizzati da queste
semplici pagode multipiano che gia' risentono della vicinanza
dell'estremo oriente.  Nel Tamil Nadu (sud India,massimo centro
dell'Induismo) il tempio e' una vera citta' con alte torri decorate da
un tripudio di sculture che narrano tutta la mitologia indu',con grandi
edifici porticati, con grandi vasche-piscine dove fare abluzioni e
offerte.
Sculture in arenaria su un portale del tempio

Draghi a guardia dell'ingresso

Uno strumento musicale con canne di bamboo

Il grande bassorilievo di Yeh Pulu

L'atmosfera che si respira a Pura Penataram Agung e' molto variegata:
dal misticismo evidente dei monaci, ai sorrisi dei ragazzi portati qui
in gita scolastica, ai petulanti vu cumbra' che ti infastidiscono come
mosche, alle processioni di turisti occidentali e giapponesi che si
riconoscono immediatamente dal pallore ancora non svanito sotto i pur
potenti raggi del sole e dal mal acconciato sarong.  A proposito di
indossare il sarong, questa e' una delle regole per poter entrare nei
templi, ma il regolamento,tra le tante altre cose, vieta l'ingresso alle
donne incinte  o interessate dal ciclo.   Chi sa quante turiste avranno
violato le prescrizioni!
Ritorniamo al parcheggio,invaso da taxi e pulman, mentre Uaial ci viene
incontro.
La seconda tappa e' al lago Batur, un grande lago in un enorme caldera
vulcanica; la cima,da cui scendono le recenti colate laviche, e' ornata
da un bel pennacchio di fumo.  Il pranzo,vista lago, mi fa assaggiare un
coregone locale: un vero schifo e forse causa di dissenteria per qualche
giorno.
Nel pomeriggio ci affacciamo sulle risaie di Tegal Lalang dichiarate
dall'Unesco patrimonio dell'umanita'.   Sui terrazzamenti un formicolio
di turisti ci fa desistere dalla sia pur interessante passeggiata.
Si va verso Ubud.  Ecco Goa Gajah, un tempio scavato dentro il fianco di
una collina.  Si entra attraverso la bocca di una divinita' scolpita
nella roccia che con le mani,per proteggere i fedeli e allontana gli
spiriti maligni.  All'interno una buia camera a T in cui troneggia il
linga di Shiva.

Le risaie di Tegal Lalang

Anche qui ondate di turisti che nel percorso prestabilito cascano nelle
grinfie di una vecchia che ti benedice e ti segna sulla fronte con 5
chicchi di riso e un fiore all'orecchio,il tutto per una offerta che
moltiplicata per il gran numero delle persone fa un bel gruzzoletto.
Ovviamente anche noi ci siamo cascati.
Poi invece Yeh Pulu ci offre finalmente un posto silenzioso,immerso
nella foresta solcata da ruscelli; nessun turista. Un bassorilievo
scolpito sulla roccia nel XIV secolo mostra lungo i suoi 25 metri tante
scene di vita quotidiana.  Alla fine del percorso una fonte in cui
un'altra vecchia che ti benedice e a cui do molto piu' volentieri
un'offerta.
La sera ceniamo insieme sotto un patio fatto di colonne di mogano, a
terra un parquet con listoni da far invidia alle piu' lussuose case
italiane: qui il legno non manca.

12 luglio.   Enrico e Maurizio restano a Ubud.  Io continuo altri due
giorni proseguendo il giro consigliato da Giuseppe Fisicaro, esperto
capogruppo di Avventure nel mondo.
La prima tappa a Pura Luhur Batatau: un altro tempio importante ma ,per
fortuna quasi deserto.  Bello anche per il silenzio e la solitudine.
Seconda tappa alle risaie di Jatuliwith: belle ma piove, nemmeno una
foto.
Terza tappa al tempio Pura Ulun Danu.  Un immenso parcheggio anticipa
quello che ci sara' dentro.  Infatti folle di persone si accalcano nei
luoghi piu' belli di questo tempio sull'acqua per selfarsi con grandi e
smaglianti sorrisi.  Con l'ombrello aperto passeggio in mezzo alle
bellissime pagode costruite sul bordo o dentro il lago astraendomi sia
dalla pioggia che dalla massa urlante.
“Il posto sarebbe bellissimo” dice una signora e allora io  “si,se non
ci fosse tutto questo casino”. “Come ha ragione”. Ci presentiamo. Denise
e Franco sono una coppia di Brescia in giro come me senza viaggi
organizzati.
Franco e Denise, due bresciani conosciuti nel tempio di Pura Ulun Danu
Prima di finire la casa si piazza l'antenna parabolica

Subito e' un contatto simpatico e piacevole ritrovandoci con giudizi e
idee in comune anche parlando della situazione italiana.  Chiacchieriamo
riparati sotto il tetto di una pagoda finche' non vedo il povero Uaial
che fradicio mi e' venuto a cercare pensando che mi fossi perso.  Mi e'
sembrato di tornare indietro negli anni.  1990 con Rita in India.  In un
tempio Indu giravo da solo e anche li l'autista affannato mi e' venuto a
cercare temendo che mi fossi perso, cioe' che lui avesse perso la fonte
di reddito costituita dal mio portafoglio.
Se si fosse persa Rita forse non sarebbe stato cosi' preoccupato,
infatti la sua considerazione era principalmente per me.  Apriva la
porta della macchina a me non a Rita; se Rita esprimeva un desiderio
,lui chiedeva prima a me il permesso.  Le signore mi scuseranno...ma che
bella sensazione!
Saluto Denise e Franco e partiamo verso Munduk.  Un paesetto in mezzo
alle montagne del nord dove Giuseppe straconsiglia un giro a piedi tra
foreste,cascate,risaie.
L'albergo che ho prenotato con internet (23 euro compresa colazione) mi
accoglie con letto a baldacchino in legno massello tutto istoriato e
zanzariera e un magnifico terrazzo sulla valle.  Finalmente ha smesso di
piovere e i colori del tramonto mi fanno ben sperare.

13 luglio.   Parto a piedi alle 8 munito di una fotocopia del percorso
che mi ha dato l'albergo.  Una bellissima foresta punteggiata di
villaggetti in cui tutti hanno l'antenna parabolica anche se la casa non
e' finita.  Dopo un paio di errori (c'e' una fitta rete di sentierini)
riesco ad arrivare a Coral waterfall. Una bella cascata in mezzo alla
foresta dove una modella sta posando con lo sfondo del getto d'acqua:
tutto il mondo e' paese.
Coral waterfall

Camminando lungo il sentiero
Un piccolo tempio in uno sperduto villaggetto

Le risaie di Munduk dove già è stato  raccolto il riso

Torno indietro e imbocco il sentiero per le risaie.  Anche qui un altro
errore ma, chiedi a destra e manca, riesco a trovare uno che parla
inglese. “Sei andato troppo avanti,devi tornare indietro, se vuoi ti
accompagno io” OK.  Mi porta con il suo motorino che va pure sugli
strettissimi sentierini e mi deposita al bivio che avevo superato. Gli
lascio una mancia.  Mi incammino totalmente da solo in mezzo alle risaie
bellissime anche se ormai non piu' verdi perche' e' stato appena
raccolto il riso. Poi altri villaggetti, ognuno con il suo tempietto.
Qui si spende piu' per fare i templi che per farsi la casa. Anche in
questi posti sperduti i templi sono fatti con mattoni e moltissima
pietra scolpita.  Le statue,le colonne, i capitelli,le decorazioni, i
bassorilievi nella stessa pietra sono fatti con grande raffinatezza.
Alla fine ne e' uscia una bella camminata di 5 ore tra natura e piccoli
insediamenti incontrando tante persone gentili e sorridenti.

14 luglio.  Ieri sera sono arrivati Marco e Stefano. Con loro, in cinque,
traverseremo l'oceano Indiano per arrivare il 18 agosto a Reunion.
Oggi giornata dedicata alle pratiche burocratiche per fare l'uscita e
alla spesa. Domani partiremo e questo e' l'ultimo diario con le foto a
meno di non trovare internet a Christmas e Cocos Islands.

Paolo

1 commento:

  1. A Bali ti avrei accompagnato solo nella parte più sperduta. Arrivare fino li e trovare orde di turisti non mi sarebbe assolutamente piaciuto. ora buon vento!!
    Gianni

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