Cari amici ecco il nuovo blog  che vi racconterà il viaggio intorno al mondo di Argentina con Paolo ed Enrico.
Ringrazio Edoardo Scotto che lo ha realizzato e lo aggiornerà con il diario di bordo insieme a Renato. Saremo così in contatto con tutti coloro che vorranno seguirci nella nostra avventura. Come probabilmente saprete, dopo la prima traversata atlantica con Enzo, Argentina ha dovuto aspettare qualche anno gravato da problematiche varie,dubbi e incertezze prima di poter riprendere il largo.Nel frattempo su Argentina sono state apportate tante migliorie la cui realizzazione mi ha comportato un anno di intenso e faticoso lavoro. Eccoci quindi pronti a" respirare il vento degli Alisei",come dice la frase di H.Martinson, ma partendo da una convinzione intima di ricerca di se stessi. Frase sicuramente abusata da chi è sempre in cerca d'avventura in qualsiasi campo sia esso mare,montagna o quant'altro. E' per questo motivo che invece di aprire il blog con una foto "gagliarda e potente" apriamo con una foto raccolta e meditativa: la foto di Argentina all'ancora in una baia di una piccola isola greca " Kyra Panagia" dove è situato il Monastero ortodosso omonimo abitato da un monaco solitario. L'anno scorso quando abbiamo visitato il monastero mi sono fermato in un punto panoramico e dall'alto ho visto Argentina, sola, racchiusa in questa magnifica insenatura ed ho provato una sensazione intima, di raccoglimento, probabilmente esaltata anche dal luogo. Credo che questo spirito,questa sensazione mi accompagnerà durante la nuova lunga avventura.
Buon viaggio e buon vento a tutti gli amici che navigheranno con noi e buona lettura a tutti quelli che ci seguiranno da lontano e che incontreremo ogni anno al nostro "Argentina Party".
Ciao a tutti. 
Paolo.

domenica 2 luglio 2017

luglio 2017 in navigazione Kupang-Komodo lat 9 28 sud long 121 18 est



30 giugno ore 3 del mattino. "Paolo,Paolo vieni su che qua e' un casino".  Avrei gia' dovuto iniziare il mio turno ma Maurizio, gentilmente, mi ha fatto dormire un po' di piu'.  Scatto dal letto e sono mezzo accecato dal bagliore di decine di pescherecci illuminati a festa come alberi di Natale. La situazione e intricata, meglio chiudere il genoa e procedere randa e motore.  Avanziamo prudenti in mezzo a chiatte e pescherecci su cui si vedono lavorare tante persone.
Dobbiamo ancorare di fronte a Teddy bar, questa e' l'indicazione di Frenky,il nostro agente a Kupang.
Vi assicuro che di notte non e' facile capire; per fortuna ho delle coordinate suggerite da relazioni di altre barche che pero' non specificano cosa ci sia nel punto da loro consigliato come ormeggio.
Alle 4,30 di mattina caliamo l'ancora vicino ad altre due barche a vela.
Finalmente ce ne andiamo a dormire per poche ore perche' Frenky ha scritto che ci aspetta alle 7,30 di fronte a Teddy bar.
Speriamo di averci azzeccato.        Buonanotte o
buongiorno?

Ore 7,15   Dopo due ore di sonno,io e Maurizio scrutiamo col binocolo se si vede
qualche insegna: niente e allora non rimane che scendere a terra e sperare. Prendiamo il gommone e ci avviamo a riva; tre persone fanno cenni con le braccia. Atterriamo e subito il faccione di Frenky si spertica in "Welcome,welcome Paolo".
Frenky il nostro agente a Kupang
La fortuna ci ha dato una mano, il posto scelto di notte con tanti dubbi era quello giusto (10 09 515 sud  123 34 409 est).
Frenky, ci aggiorna sull'iter burocratico, prende i soldi che gli avevamo chiesto di cambiare e ci rispedisce in barca ( dato che finche' non c'e' un controllo sanitario siamo clandestini e potenziali portatori di malattie) preannunciandoci per le 10 l'arrivo della Quarantine(una specie di ufficio di igene).
Infatti puntuali eccoli montare in barca.  Compiliamo assieme due moduli mentre  il collega ispeziona la barca.  Niente di infettante a bordo; non portiamo malattie; possiamo scendere.  E qui ritroviamo Frenky che ci preleva con un taxi e ci porta ad iniziare la via crucis di custons, clearance, poi ancora quarantine e port autority. Oggi e' venerdi e anche se a Kupang e Timor ovest sono per la maggioranza protestanti e cattolici, comunque sarebbero in festa perche' in Indonesia (a maggioranza mussulmana) c'e' una settimana di festa, tipo Ramadan.
Bel problema per noi che abiamo i giorni contati.  Ma c'e' il nostro agente che,anche di giorno festivo, riesce a far tornare in ufficio i funzionari per mettere i soliti timbri su montagne di carta.
Nel pomeriggio e' prevista la visita in barca della customs,dogana.
Alle 5 Maurizio col gommone va a prendere tre giovani funzionari, due ragazzi ed una graziosa ragazza che per essere in tono con la situazione indossa una gonna lunga a tubino che gli creera' non pochi problemi per salire e scendere dal gommone.
Dopo l'inutile e formale processione di rito dentro la barca, aprendo e curiosando in qualche cassetto, ci sediamo per compilare l'ennesimo modulo.
Poi uno dei tre chiede come Frenky ci abbia aiutato e per quanti soldi.
Spiego che ci ha condotto in tutti gli uffici con il taxi iniziando le pratiche fin da marzo quando io da Roma gli avevo spedito i documenti: ho gia' intuito che la cosa puo' farsi delicata perche' il ragazzo aveva esordito dicendo che la dogana fa un servizio gratuito proprio per invogliare le barche a venire in Indonesia.
 Mi tengo stretto: "gli ho dato 170 dollari che e' la cifra che lui chiede quando qualsiasi persona gli scrive per chiedergli il suo servizio,quindi e' una cifra praticamente pubblica".  Vedo disegnarsi sul volto di due (non tre) giovani una smorfia di disappunto.  Vorrei chiedere quanto guadagnano loro  ma la prendo alla larga domandando lo stipendio di un insegnante.  200 dollari.
E' evidente la sproporzione tra il lavoro di un mese di un dipendente pubblico e il lavoro di un giorno di un privato.  Si e' vero,ma a noi Frenky ci ha fatto guadagnare almeno tre giorni e probabilmente avra' dovuto allungare qualche regalino per oliare la rapidita' di tutti gli altri funzionari disponibili a qualsiasi ora.
Dicevo della smorfia di due non tre
ragazzi: infatti il terzo verra' il giorno dopo a portarci un ennesimo documento e prenderemo insieme a Frenky una birra:
anche lui forse e' uno stretto amico di Frenky.

1 luglio.  Visto che ieri avevamo risolto tutto, per oggi abbiamo programmato una gita in macchina all'interno per andare a visitare le famose (almeno cosi' dice la Lonely Planet) ume kebubu (capanne adalveare) e per avere un'idea dell'interno.
Il nostro Virgilio sara' ovviamente Frenky che ha gia' organizzato tutto:
percorso, auto, pranzo ecc.  il tutto per 200 euro.
L'auto e' comoda ma le strade trafficatissime e il nostro driver guida (come anche tutti gli altri) in maniera a dir poco sprericolata.  Sorpassi da brivido mi convincono ad allacciare subito la cintura.
La giornata comincia con la visita ad un laboratorio dove costruiscono un particolare strumento musicale: il sasando. 
Il sasando

E'uno strumento realizzato con un pezzo di canna di bambu' intorno a cui sono distribuite le corde e da una cassa armonica costituita da foglie di banano.  Una breve esibizione ci mostra l'ottima qualita' del suono ma non ci convince a caricarci di un altro ingombrante souvenir.
Proseguiamo fino ad un mercato eccezionalmente aperto una volta al mese. C'e' di tutto e di piu'.  E come in tutti mercati che si rispettano c'e' una gran confusione aumentata, se possibile, dallo strombazzare dei Bemo: mini bus che fanno servizio pubblico come taxi collettivi.
Terza tappa: le famose ume kebubu.  120 chilometri faticosi per andare a vedere che?  Due capanne con tetto di paglia!!!!
Forse chi ha scritto la guida e' un patito dell'etnografia a tutti i costi ma io, che immaginavo le capanne ad alveare come una struttura complessa di tralicci arborei che sostenevano cellule abitative tipo modulare,rimango molto deluso.  Inoltre ormai queste capanne sono rimaste come testimonianza perche' qui non ci vive piu' nessuno.  Solo una povera vecchia dice di dormirci da quando e' nata.  Compriamo due astucci fatti con canne di bambu istoriate e poi via, torniamo a Kupang.
La sera un po di spesa sempre accompaganti da Virgilio-Frenky che ha preteso altri 15 euro piu' 15 per l'autista. Insomma Franky ha scelto un'attivita' per lui molto redditizia rispetto al tempo impegnato ma quante sono le barche che fanno l'ingresso a Kupang? Poche a giudicare da quello che abbiamo visto. E poi, ripeto Frenky ci ha fatto guadagnare almeno tre giorni.
Il mercato

In attesa di partire con i bemo ( minibus )

Altra attesa sul bemo
 3 luglio   Ieri siamo partiti da Kupang verso Komodo.  E'un'isola famosa per il
suo parco nazionale dove girano indisturbati i draghi di Komodo: sono in realta' i varani, dei lucertoloni lunghi tre metri che si ingozzano di tutto dai topi ai cinghiali e possono diventare pericolosi anche per l'uomo. Inoltre pare ci siano ottimi fondali per fare snorkelling ed immesioni.
Per ora nagighiamo poi vedremo!

Paolo

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