Cari amici ecco il nuovo blog  che vi racconterà il viaggio intorno al mondo di Argentina con Paolo ed Enrico.
Ringrazio Edoardo Scotto che lo ha realizzato e lo aggiornerà con il diario di bordo insieme a Renato. Saremo così in contatto con tutti coloro che vorranno seguirci nella nostra avventura. Come probabilmente saprete, dopo la prima traversata atlantica con Enzo, Argentina ha dovuto aspettare qualche anno gravato da problematiche varie,dubbi e incertezze prima di poter riprendere il largo.Nel frattempo su Argentina sono state apportate tante migliorie la cui realizzazione mi ha comportato un anno di intenso e faticoso lavoro. Eccoci quindi pronti a" respirare il vento degli Alisei",come dice la frase di H.Martinson, ma partendo da una convinzione intima di ricerca di se stessi. Frase sicuramente abusata da chi è sempre in cerca d'avventura in qualsiasi campo sia esso mare,montagna o quant'altro. E' per questo motivo che invece di aprire il blog con una foto "gagliarda e potente" apriamo con una foto raccolta e meditativa: la foto di Argentina all'ancora in una baia di una piccola isola greca " Kyra Panagia" dove è situato il Monastero ortodosso omonimo abitato da un monaco solitario. L'anno scorso quando abbiamo visitato il monastero mi sono fermato in un punto panoramico e dall'alto ho visto Argentina, sola, racchiusa in questa magnifica insenatura ed ho provato una sensazione intima, di raccoglimento, probabilmente esaltata anche dal luogo. Credo che questo spirito,questa sensazione mi accompagnerà durante la nuova lunga avventura.
Buon viaggio e buon vento a tutti gli amici che navigheranno con noi e buona lettura a tutti quelli che ci seguiranno da lontano e che incontreremo ogni anno al nostro "Argentina Party".
Ciao a tutti. 
Paolo.

martedì 24 marzo 2015

Galapagos: Visita dell'isola di San Cristòbal


Puerto Baquerizo Moreno, lunedì 23 marzo
In questi ultimi giorni l'equipaggio di Argentina ha visitato l'isola di San Cristóbal, la più orientale e quindi la più antica, dal punto di vista geologico, dell' Archipélago de Colon che lentamente si muove verso est alla velocità di qualche centimetro all'anno. Si è visitato il lago Junco a seicento metri di altezza dove le tijeteras, le fregate, vanno a risciacquarsi per togliersi la salsedine di dosso, si è visitata la galápaguera dove vivono le tartarughe giganti “in ambiente semiselvaggio”, cioè in una specie di bioparco con laghetti artificiali dove bevono e si rinfrescano, dove i guardiani portano mucchi di fogliame e dove i turisti da dietro una staccionata fotografano e fanno commenti inopportuni. Le giovani tartarughe piccole sono separate in gabbie e portano vistosi numeri segnati sul retro come riferimento durante le gare di corsa. L'ultima gara si è svolta con un certo Achille al quale è stato dato un cospicuo vantaggio, muovendosi egli con difficoltà in mezzo agli spini dei cactus, ciò nonostante la tartaruga non è riuscita a superarlo per il noto paradosso. Si sono fatte grandi nuotate attorno all'isolotto del León Dormido, uno scoglio dalla forma di sfinge, ma con testa leonina. Qui si è nuotato in mezzo alle tartarughe marine che osservavano con aria di sufficienza questi strani pinguini dalle pinne colorate che si muovevano goffamente in acqua. Si sono avvistati anche un paio di squali oltre alle immancabili foche, per l'esattezza leoni marini. Con queste ultime il nostro Capitano ha ingaggiato una lunga guerra per evitare che si sdraino sulla spiaggetta di poppa di Argentina, ha escogitato mille sistemi per impedire alle foche di salire, sistemi di cui queste ultime si fanno immancabilmente beffa: le uniche che se ne vanno sono quelle cacciate da altre foche più prepotenti. Si è infine fatta visita ad una serie di spiagge frequentate da iguane, sule e molti altri uccelli, e si è visitato il Centro de Interpretatión dove ricorre sempre il nome di Darwin ed anche nei vari percorsi ci si imbatte in busti di Darwin, monumenti a Darwin, iscrizioni indicanti la teoria di Darwin. E' opinione universalmente diffusa che qui nelle Islas Encantadas Charles Darwin abbia passato anni di osservazioni, catalogazioni e studio che hanno portato alla sua teoria sull'evoluzione. In realtà Darwin è transitato di qui nel 1835 solo per poche settimane a bordo della nave oceanografica Beagle incaricata di effettuare per conto della Marina Britannica rilievi idrografici in tutto il sud America. Qui il nostro Charles ha preso distrattamente solo qualche fugace appunto sulla geologia dei luoghi e l'unico interesse per le specie viventi lo ha riservato per le testuggini, los galápagos, in brodo. Al ritorno in patria ha giurato che non avrebbe più rimesso piede su una nave e tanto meno su queste isole. Anche i campioni di insetti presi in tutta l'America del sud li dovette buttare nella spazzatura poiché aveva dimenticato di catalogarli in base al luogo di provenienza ed erano pertanto inservibili per qualsiasi studio entomologico. Solo venti anni più tardi elaborò le teorie di suoi colleghi meno pasticcioni, ma anche meno brillanti, sull'origine delle specie mediante selezione naturale, teoria che trova conferma nell'osservazione delle specie viventi in tutto il mondo tranne che nelle  Galápagos, dove nulla si è evoluto, tutto è rimasto allo stato primordiale, con la sola eccezione delle Sule Piediazzurri che si sono adattate all'ambiente in maniera tale da non lasciare tracce quando camminano sulle acque del mare. In ogni caso in queste isole si possono ammirare molte specie viventi autoctone che sono rimaste isolate dal resto del mondo fino al XVI secolo allorché furono popolate dal vescovo di Panama che aveva perso la bussola. Da allora sono state introdotte molteplici nuove specie, tra cui una specie particolarmente invasiva di bipedi che vestono magliette sgargianti con scritte assolutamente idiote, che si nutrono di schifezzuole, bevono bevande colorate e non si sono adattate all'ambiente come si evince dalla forma squadrata e con tastiera alfanumerica dei loro lobi auricolari. Un'anziana  galápaga, miracolosamente sfuggita alla zuppa di Darwin, osserva da due secoli con acume ed attenzione le mutazioni ed i comportamenti di questa nuova specie di bipedi non autoctoni e sta per pubblicare un ponderoso saggio dal titolo “Involuzione della specie umana”.
Sandro

Nessun commento:

Posta un commento