Cari amici ecco il nuovo blog  che vi racconterà il viaggio intorno al mondo di Argentina con Paolo ed Enrico.
Ringrazio Edoardo Scotto che lo ha realizzato e lo aggiornerà con il diario di bordo insieme a Renato. Saremo così in contatto con tutti coloro che vorranno seguirci nella nostra avventura. Come probabilmente saprete, dopo la prima traversata atlantica con Enzo, Argentina ha dovuto aspettare qualche anno gravato da problematiche varie,dubbi e incertezze prima di poter riprendere il largo.Nel frattempo su Argentina sono state apportate tante migliorie la cui realizzazione mi ha comportato un anno di intenso e faticoso lavoro. Eccoci quindi pronti a" respirare il vento degli Alisei",come dice la frase di H.Martinson, ma partendo da una convinzione intima di ricerca di se stessi. Frase sicuramente abusata da chi è sempre in cerca d'avventura in qualsiasi campo sia esso mare,montagna o quant'altro. E' per questo motivo che invece di aprire il blog con una foto "gagliarda e potente" apriamo con una foto raccolta e meditativa: la foto di Argentina all'ancora in una baia di una piccola isola greca " Kyra Panagia" dove è situato il Monastero ortodosso omonimo abitato da un monaco solitario. L'anno scorso quando abbiamo visitato il monastero mi sono fermato in un punto panoramico e dall'alto ho visto Argentina, sola, racchiusa in questa magnifica insenatura ed ho provato una sensazione intima, di raccoglimento, probabilmente esaltata anche dal luogo. Credo che questo spirito,questa sensazione mi accompagnerà durante la nuova lunga avventura.
Buon viaggio e buon vento a tutti gli amici che navigheranno con noi e buona lettura a tutti quelli che ci seguiranno da lontano e che incontreremo ogni anno al nostro "Argentina Party".
Ciao a tutti. 
Paolo.

martedì 10 marzo 2015

La dura vita del pellicano Lasperlese

Isla Cañas, Las Perlas, lunedì 9 marzo
Splendido spettacolo all'alba al risveglio nella spettacolare rada alla foce del Rio Cacique, dove ancora una volta ci ritroviamo soli, unica barca nel raggio di parecchie miglia. Infatti l'altra piccola vela con salpancora umano  di norvegesi qui giunti da Capo Horn è già salpata, loro sì che sono dei veri marinai! Il silenzio è rotto solamente dai fragorosi tonfi dei pellicani e dai successivi schiamazzi delle rondini di mare. La scena è sempre la stessa: il pellicano vola elegantemente in volo planato ad una discreta altezza sul mare, poi improvvisamente avvista qualcosa in queste acque torbide e poco trasparenti, abbassa repentinamente il lungo becco che funge da cloche e si getta in una picchiata a mo' di Stuckas, ma, a differenza di questo, non richiama il becco a pelo d'acqua, ma dà una solenne craniata nel mare che lo rincretinisce al punto tale da continuare così per tutta la sua esistenza, subito accorrono solerti le rondinelle che massaggiano la testa del pellicano, gli puliscono il becco e lo rimettono in grado di rialzarsi. Lasciamo la rada e ci infiliamo nel periglioso stretto che separa l'Isla Rey dall'Isla San Telmo, passaggio irto di scogli che, come avverte il nostro portolano, il celeberrimo “Panama Cruising Guide” di Eric Bauhaus, qui alle Las Perlas sono più duri che altrove, come se il naufragar tra corallinei scogli fosse men duro. Per districarci nel dedalo delle secche accendiamo il “Pigolatore” un ecoscandaglio ad ultrasuoni che scansiona il profilo del fondale davanti alla prua della barca. Tra questi scogli, sempre secondo il Bauhaus, giace da cento anni “the Ancon, a mysterious submarine, occasionally visited from scientists”. Cosa ci sarà poi da studiare in un sottomarino affondato è un mistero, non sarà una scusa per una vacanza al mare? Infine giungiamo a motore risalendo il debole vento nella splendida rada a sud della Isla Cañas nei pressi dello stretto ed impraticabile canale che la separa dalla Isla del Rey. Qui di fronte dovrebbe esserci il villaggio Cañas, ma per tutta la giornata non si vede nulla che tradisca la presenza umana, solo verso sera vediamo passare una barca di pescatori locali e di notte spunteranno due deboli luci. Si dedica il pomeriggio alla pulizia della carena in vista della prossima traversata. Si utilizza un piccolo compressore alimentato elettricamente che permette l'immersione fino a 6 m in acque normali, qui molto meno a causa della maggiore densità di quest'acqua ricca di plancton e di vegetali di tutti i tipi provenienti dalla foresta pluviale. Tra l'altro l'acqua è così torbida che è difficile verificare il lavoro svolto, come mai faranno i pescatori di perle? Sempre per la scarsa visibilità temiamo di non riuscire a cambiare il passo dell'elica, che vorremmo aumentare prima di affrontare la zona di convergenza equatoriale. A sera Rita ci prepara sempre con grande passione uno dei suoi eccellenti aperitivi al ruhm aromatizzato con zucchero di caña e una specie di limone color arancio in sostituzione del frutto della passione ormai terminato. Ci prepara anche una meravigliosa pasta con la bottarga del maccarello e con abbondanti trance del carangide pescati ieri, pesci che avevamo già assunti in piccole dosi via via crescenti per mitridaticizzarci da eventuali tossine di ciguatera presenti nel Pacifico. 
Sandro


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